I risultati della Costituente: il 63% vota a favore dell’eliminazione del Garante. Eliminato anche il limite dei due mandati
Sì alle alleanze, stop al limite dei mandati e via il ruolo del Garante: questo è l’esito dell’Assemblea Costituente che, nella giornata di ieri, ha cambiato radicalmente il volto del M5S. Le votazioni interne, promosse dal leader Giuseppe Conte, hanno letteralmente stravolto l'identità del movimento, che dal 2009, anno della sua fondazione, ha sempre avuto una forte impronta anti-establishment, ma che ora vede una nuova direzione sia ideologica che organizzativa. Il cambiamento principale riguarda l’abolizione del ruolo del Garante, fino a questo momento ricoperto dal comico e cofondatore del Movimento, Beppe Grillo. Il Garante aveva il compito di vigilare sulle decisioni del M5S, ma negli ultimi tempi Grillo si era più volte espresso in contrasto con le scelte di Conte, creando tensioni evidenti all'interno del Movimento 5 Stelle. Difatti, durante l'evento conclusivo della Costituente, tenutosi al Palazzo dei Congressi dell'Eur a Roma, Conte ha ribadito le difficoltà incontrate nella gestione del rapporto con Grillo, sottolineando come il Garante avesse interferito più volte nel processo decisionale, limitando le discussioni su determinati argomenti e creando un vero e proprio “cortocircuito” che ha portato alla necessità di una ristrutturazione interna del Movimento. Questo pensiero è stato condiviso dal 63% degli 88.933 aventi diritto al voto, che hanno espresso parere favorevole per eliminare la figura del Garante. Oltre al risultato delle votazioni, non è passata inosservata nemmeno l’assenza di Grillo, sia fisica che da remoto. L’ormai ex Garante si è infatti limitato a lasciare un messaggio piuttosto criptico su WhatsApp: “Da francescani a gesuiti”, quasi certamente a indicare un cambiamento che, secondo la sua visione, rappresenta la perdita dello spirito originario del Movimento.
L’eliminazione del limite dei mandati rappresenta sicuramente l’altro punto cruciale raggiunto nella giornata di ieri. Inizialmente imposto per evitare “carriere politiche”, il Movimento 5 Stelle aveva deciso di preservare la propria “freschezza” stabilendo un limite massimo di due mandati. Tuttavia, con questa modifica, molti esponenti storici, precedentemente esclusi dal Parlamento, potranno ora candidarsi nuovamente. Una decisione accolta favorevolmente da buona parte degli iscritti, che hanno approvato la rimozione del limite, aprendo così le porte al ritorno di figure note come Fabiana Dadone, Alfonso Bonafede e Roberto Fico.
Un altro punto che da tempo aveva evidenziato una netta contrapposizione tra Conte e Grillo è quello delle alleanze politiche. Grillo ha sempre mantenuto una posizione contraria a qualsiasi tipo di accordo con altri partiti, per preservare l’identità del Movimento. Conte, invece, ha spinto per una maggiore apertura, riconoscendo la necessità di costruire alleanze per poter influenzare la politica nazionale. Il risultato del voto è stato netto: l'81% degli iscritti si è espresso a favore della possibilità di formare alleanze, seppur condizionate da precisi accordi programmatici e valori non negoziabili. Tra questi rientra anche il ruolo del presidente del M5S: è stato stabilito, infatti, che il presidente del Movimento non potrà essere stato iscritto in altri partiti politici nei dieci anni precedenti. Tuttavia, è stata approvata la compatibilità del ruolo di presidente con quello di premier o di ministro, una scelta che mira a rafforzare la leadership del partito in ambito governativo.
Fonte: Ansa
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