La Guardia di Finanza di Prato ha sequestrato in via preventiva beni per un valore complessivo di circa cinque milioni di euro. La misura cautelare, disposta dalla Procura guidata dal procuratore capo Luca Tescaroli, riguarda dieci aziende, diciotto unità immobiliari, sette automobili e diverse somme di denaro liquide su conti correnti, per un totale di mezzo milione di euro. Destinatari del provvedimento sono due imprenditori di origine cinese, accusati di aver orchestrato un sistema di frode fiscale attraverso un meccanismo di "apri e chiudi" aziendale, ideato per evadere il fisco. Le accuse contestate ai due imprenditori riguardano la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e l’omessa dichiarazione dei redditi. Secondo gli inquirenti, il sistema prevedeva la costituzione di nuove società intestate a prestanome per eludere i provvedimenti fiscali a carico delle aziende precedenti. A tal proposito, altri sette cittadini cinesi risultano indagati in qualità di prestanome, utilizzati per intestarsi le aziende di nuova creazione non appena le precedenti venivano individuate dalle autorità fiscali. La Procura sta proseguendo le indagini per verificare se nel sistema di evasione siano coinvolti anche professionisti esterni. Le aziende sequestrate sono state poste sotto amministrazione giudiziaria per assicurare la continuità lavorativa e salvaguardare sia i lavoratori sia i fornitori. L’operazione, condotta nel giugno scorso, ha ottenuto efficacia, con i provvedimenti di sequestro che non sono stati impugnati dalle parti coinvolte.
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