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Emergono nuovi aspetti dalla maxi ordinanza dei carabinieri. Il gruppo discuteva anche di “un mandato che asseriscono provenga direttamente dalla Chiesa”

I magistrati della procura di Milano hanno sequestrato l'archivio delle informazioni rubate dalle banche dati pubbliche nell'ambito dell'inchiesta sulla maxi attività di dossieraggio e presto si terranno gli interrogatori degli hacker arrestati. 800mila i dati violati e rubati poi rimessi in vendita per oltre 3 milioni di euro. La banda avrebbe ceduto informazioni anche ai servizi segreti di altri Paesi, come Israele. Man mano che giungono nuove informazioni sull’inchiesta si scopre che la lista di nomi spiati è sempre più grande e presenta nomi di personaggi famosi come il campione olimpico di atletica Marcell Jacobs (in foto) e del suo staff. “I dossieraggi sarebbero stati commissionate da Carmine Gallo, l'ex super poliziotto ai domiciliari, a due degli hacker con cui collaborava a "sua volta richiesto da un avvocato padovano allo stato in corso d'identificazione". 
Intanto, mentre si stanno muovendo l’Antimafia e il Copasir, si va verso una stretta sulle banchi dati. E il Partito democratico ha chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni una informativa urgente in Parlamento. Il governo sta lavorando a un decreto legge con misure urgenti in materia di ordinamento giudiziario, di personale di magistratura, di incarichi dirigenziali e di competenza investigativa sulla criminalità informatica. Nel testo, apprende Ansa da fonti informate, sarebbe contenuta l'ipotesi di affidare la competenza investigativa sulla criminalità informatica, per quanto riguarda il ruolo della magistratura, alla Procura nazionale antimafia.


Spiati anche prefetti e magistrati

Fra le novità emerse il fatto che in una conversazione del gennaio del 2023 alcuni presunti appartenenti alla banda dei dossieraggi, tra cui Giulio Cornelli Nunzio Calamucci, "discutono dell'implementazione del D.B.", ossia "l'archivio interno del gruppo contenente anche le informazioni di polizia", coi "dati di tutti i Prefetti ed i Magistrati". Lo si legge nella maxi informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese. Il sistema è "in grado di rilevare i dati presenti in specifici file Excel" e "'pesca' i dati". Nell'intercettazione gli interlocutori fanno ricerche su una serie di nomi di magistrati o ex, in particolare della Procura di Milano.


Gli interessi degli 007 israeliani con la banda hacker

Nel frattempo, come detto, continuano a venir fuori nuovi dettagli sul caso. I carabinieri del Nucleo investigativo di Varese in una maxi informativa di 4000 pagine, ricostruiscono "la presenza di soggetti legati all'Intelligence israeliana presso gli uffici di via Pattari", sede della Equalize di Enrico Pazzali e amministrata dall'ex poliziotto Carmine Gallo. Nel febbraio 2023 Vincenzo De Marzio, ex carabiniere indagato nell'inchiesta sui dossieraggi illegali, avrebbe infatti avuto un incontro, assieme a Nunzio Calamucci, l'hacker ora ai domiciliari, con "due uomini non identificati che rappresenterebbero un'articolazione dell'intelligence dello Stato di Israele". I carabinieri sono riusciti a documentare con pedinamenti e fotografie quell'incontro che ha dato riscontro a quanto detto da Calamucci e Gallo "circa i rapporti tra il gruppo di via Pattari ed i servizi d'intelligence italiani e stranieri". Sono inoltre "sorti dubbi", scrivono ancora gli investigatori, "circa l'appartenenza passata di Gallo a settori d'intelligence di qualche tipo del nostro Paese". Ancora. Nunzio Calamucci, intercettato mentre parla, il giorno prima dell'incontro con due persone legate ai servizi segreti israeliani, con Massimiliano Camponovo gli dice: “Ci hanno fatto una proposta". In un'informativa i carabinieri del Nucleo investigativo di Varese scrivono che l'hacker "conferma e spiega come abbiano già fruttato al gruppo 40mila euro" e che "ora in gioco vi è una commessa da un milione di euro". Dice: “Mi han proposto un lavoretto da un milione!". E più avanti: “Metà dei dati li hanno dati al Vaticano, l'altra metà gli servono per combattere Wagner!". E ancora: "Hanno tutti i documenti originali del Qatar Gate”.


“Un mandato ricevuto dalla Chiesa”

In una conversazione del dicembre 2022 "tra le tante captate sul tema 'Russia' e degli attacchi hacker in Italia", il gruppo al centro dell'inchiesta della Dda di Milano "discute sulle proprie attività d'intelligence sul tema e sui ricavi che ne può ottenere anche in relazione ad un mandato che asseriscono provenga direttamente dalla Chiesa". Negli atti degli investigatori si parla anche di una "attività del gruppo (secondo alcune intercettazioni acquisite)" che "sembrerebbe patrocinata da Enti Ecclesiastici".


Pazzali si è autosospeso da presidente di Fondazione Fiera

Tra gli indagati riconducibili al gruppo, con l’accusa di associazione per delinquere, c'è anche Enrico Pazzali. I suoi legali, gli avvocati Federico Cecconi e Fabio Giarda, hanno spiegato in una nota che il loro assistito ribadisce la propria fiducia nell'operato della magistratura e che ieri ha deciso di autosospendersi a tempo indeterminato dal ruolo di presidente di Fondazione Fiera Milano, ente non coinvolto all'inchiesta, per "poter più efficacemente e rapidamente chiarire la propria estraneità ai fatti che gli sono contesati". Ci sono anche Marco e Paolo Besana, figli di Mario, il fondatore della BBurago, l'azienda di modellismo, nel lungo elenco di indagati. Come si legge nella carte dell'inchiesta i due fratelli, rispondono di concorso in accesso abusivo a sistema informatico per via di questioni legate all'eredità. E sono stati individuati anche "atti riservati di Eni Spa" negli uffici a Milano, dove ha sede Equalize. Come si legge nelle carte, nei locali della società, oltre a "un vero e proprio 'archivio di Polizia' ci sono "numerosi" atti su Paolo Simeone "noto youtuber e contractor italiano" ma anche "atti riservati" del gruppo petrolifero.

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