I morti sul lavoro sono "un bollettino di guerra" frutto di leggi che hanno "favorito un modo di fare impresa fondato sullo sfruttamento, precarietà, subappalto e una logica in cui la sicurezza è considerata semplicemente un costo". Così il segretario della Cgil Maurizio Landini intervistato da Agorà Weekend su Rai 3. Landini ha detto che "la patente a crediti è una finta, oggi un'impresa può comprare la certificazione che è a posto ed essere sicura che non viene controllata. Oppure addirittura abbiamo un numero di ispettori rispetto al numero di imprese per cui uno viene controllato ogni 14-15 anni". Il segretario generale della Cgil ha denunciato che "continuano a morire tre persone al giorno, gli infortuni sono in aumento, ci sono leggi finte, burocratiche che non investono sui controlli e su una cultura della costruzione della sicurezza non come costo ma come modello organizzazione", e le leggi "anziché combattere la precarietà, il subappalto e rafforzare formazione e prevenzione vanno in un'altra direzione. I numeri parlano chiaro, siamo di fronte a un bollettino di guerra in cui ci sono più morti sul lavoro che per ‘Ndrangheta, mafia o altro".
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Landini: ''Morti sul lavoro? Un bollettino di guerra. Sono più delle vittime di mafia''
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