Le parole del Santo Padre in occasione dell'apertura del nuovo anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia
“La teologia richiede e include la testimonianza fino al sacrificio della vita, al dono di sé attraverso il martirio. Questa terra conosce grandi testimoni e martiri, da padre Pino Puglisi al giudice Rosario Livatino, senza dimenticare i magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, e tanti altri servitori dello Stato. Essi sono vere cattedre di giustizia, che invitano la teologia a contribuire, con le parole del Vangelo, al riscatto culturale di un territorio ancora drammaticamente segnato dalla piaga della mafia”. Lo ha detto Papa Francesco durante l'apertura dell'anno accademico della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” a Palermo. Il Pontefice ha toccato vari temi che collegano teologia, giustizia e la specifica realtà della Sicilia, un territorio che ha vissuto grandi drammi, soprattutto legati alla piaga della mafia. Bergoglio ha sottolineato, infatti, il filo diretto che collega il Vangelo con l’impegno per la giustizia. “Fare teologia nel Mediterraneo - ha ribadito il Santo Padre - vuol dire ricordare che l’annuncio del Vangelo passa attraverso l’impegno per la promozione della giustizia, il superamento delle disuguaglianze e la difesa delle vittime innocenti, perché risplenda sempre il Vangelo della vita e il male venga respinto in tutte le sue forme”.
Per questo motivo, Bergoglio ha invitato la facoltà teologica a creare un “laboratorio” di ricerca sociale teologico, improntato sul sociale e sul perdono, che dovrebbe esplorare il legame tra perdono e legalità, resistenza al male e santità, contribuendo a una “rivoluzione di giustizia”. Non è mancato nemmeno il messaggio rivolto all’importanza del dialogo tra religioni diverse. Nonostante le difficoltà, Francesco ha esortato a continuare su questa rotta, poiché il dialogo ecumenico e interreligioso è essenziale per costruire ponti di pace e comprensione, attraverso l’ascolto e il confronto aperto tra fedi diverse. Infine, Papa Francesco ha sottolineato il ruolo della letteratura come strumento per leggere e comprendere la realtà della Sicilia e del Mediterraneo. “D'altra parte - ha concluso - come potrebbe capirsi il poliedrico pensiero siciliano senza la letteratura, senza Pirandello, Verga, Sciascia, e senza le tematiche esistenziali su cui essi hanno scritto pagine memorabili?”.
Fonte: La Repubblica
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