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La procura di Roma ha messo sotto la lente la gestione di Autostrade per l'Italia (Aspi), accusata di non aver allocato correttamente oltre 500 milioni di euro destinati alla manutenzione e alla realizzazione di opere autostradali. Al centro dell'inchiesta vi è l'ipotesi di falso in bilancio, una delle accuse più gravi mosse dai pubblici ministeri. Sette dirigenti sono stati iscritti nel registro degli indagati, tra cui l'attuale amministratore delegato Roberto Tomasi e il suo predecessore Giovanni Castellucci, che guidava la società durante la tragedia del crollo del ponte Morandi.

Le accuse non si limitano al falso in bilancio. I magistrati, tra cui il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano anche reati come aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato. La vicenda ruota intorno a una classificazione errata di fondi nei bilanci della società, risalente agli inizi degli anni Duemila, e la sua complessità coinvolge più gestioni di Aspi. Infatti, parte dei reati contestati non sono attribuibili alla gestione attuale e, per quelli commessi prima del 2017, vi è già stata la prescrizione.

Il punto cruciale dell'indagine riguarda i fondi derivanti dai pedaggi. Aspi finanzia la maggior parte delle sue opere attraverso i ricavi generati da questi, una parte dei quali deve essere accantonata per la realizzazione di progetti specifici. In caso di revoca di un progetto, le risorse devono rimanere nel fondo per essere utilizzate per altre opere. Secondo gli inquirenti, tra cui i magistrati Fabrizio Tucci e Lorenzo Del Giudice, questi fondi non sarebbero stati correttamente rappresentati nei bilanci.

La situazione è particolarmente delicata, considerata l'importanza strategica di Autostrade per l'Italia. Le accuse di falso in bilancio e di manipolazione del mercato hanno sollevato preoccupazioni anche tra gli investitori, mettendo a rischio la stabilità dell'azienda. La Guardia di Finanza sta già eseguendo verifiche approfondite sui conti della società.

Si attendono ulteriori sviluppi, poiché è probabile che alcuni degli indagati saranno chiamati a rispondere davanti ai magistrati per chiarire le loro posizioni e stabilire eventuali responsabilità. La governance di Aspi resta sotto esame, mentre si cerca di comprendere quali saranno le conseguenze di questa delicata vicenda giudiziaria.

“Abbiamo agito nella massima trasparenza e nei termini di legge - ha replicato Autostrade per l'Italia commentando la notizia con una nota -. Il gruppo apprende la notizia relativa all'ipotesi di falso in bilancio, per la presunta non corretta allocazione contabile di un fondo per la manutenzione e la realizzazione di opere autostradali. Da quanto è possibile desumere dai mezzi di informazione, l'indagine riguarderebbe impostazioni contabili risalenti ai primi anni 2000". "L'attuale vertice di Aspi - si legge - certo di aver agito sempre in totale trasparenza, secondo legge e con le verifiche di tutti gli organi di controllo preposti, esprime piena fiducia in tutte le Autorità competenti e manifesta sin da subito la massima disponibilità a fornire ogni opportuno chiarimento". 

Foto © Imagoeconomica

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