Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Riprendiamo integralmente il documento “La grande identità: il manifesto del Movimento” scritto da cinque eletti del M5S. Alfonso Colucci, deputato e giurista, per proseguire con il senatore Ettore Licheri, ex capogruppo. Quindi l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, oggi senatore, e il deputato Federico Cafiero de Raho, ex procuratore nazionale antimafia. Infine Alessandra Todde, presidente della Sardegna.


La grande identità: il manifesto del Movimento

Di: Roberto Scarpinato, Alfonso Colucci, Ettore Licheri, Federico Cafiero de Raho, Alessandra Todde


1) La ragione del nostro ‘esistere’

L’attuale fragilità delle democrazie occidentali, la dissoluzione dei sistemi politici tradizionali e dei loro fondamenti etici, rendono ancora più impellente per il Movimento la definizione della sua identità politica.

In un’epoca caratterizzata da una tumultuosa crescita delle disuguaglianze, in cui il potere economico e politico è tornato a concentrarsi in ristrette oligarchie ai vertici della piramide sociale, la politica sta tornando ad essere cinghia di trasmissione di interessi di grandi e piccole lobbies.

Non può più, dunque, sottacersi l’ineludibile esigenza per il Movimento di poggiare su una “sostanza stabile” il futuro patto politico che questi vorrà offrire ai propri elettori. Un processo che, di certo, non può discendere dal tipo di regole di condotta di cui ogni struttura si dota, ma dall’analisi dell’attuale quadro politico e dall’individuazione di quel costante tratto identitario che, compenetrando l’azione politica, ne caratterizzi tutti i contenuti.

A tal proposito, va preso atto che nel momento in cui abbiamo legato il partito politico del Movimento alla sorte fattuale delle sue misure (Reddito di cittadinanza, Superbonus, etc.), queste hanno finito per caratterizzare la nostra stessa identità, anzi sono divenute esse stesse la nostra identità. Ciò tuttavia, un movimento che fa discendere i propri tratti identitari esclusivamente dall’efficacia – fatalmente dipendente dalle mutevoli circostanze politiche - delle proprie misure, sarà un movimento destinato a crescere ontologicamente fragile.

Prima ancora, dunque, di inerpicarsi nel campo delle regole interne senz’anima e senza intelligenza, dobbiamo avvertire l’esigenza di definire precisi modelli etici ed ideali cui vogliamo ispirarci nel nostro futuro. E tutto ciò non potrà non passare attraverso una risoluzione che racconti, innanzitutto, la “ragione” del nostro esistere.

Il dissolversi della fiducia dei cittadini verso le istituzioni ci impone quindi una forma più alta di riflessione politica, ed ancor prima di illustrare agli altri cosa vogliamo “fare” dobbiamo avvertire l’obbligo di chiarire a noi stessi cosa vogliamo “essere”.


scarpinato roberto derao ima 1930438

Roberto Scarpinato e Cafiero de Raho © Imagoeconomica


2) L’identità del Movimento

Dalla riforma sull’Autonomia differenziata a quella sul Premierato, passando attraverso la graduale sottoposizione della magistratura al potere esecutivo, non pare esservi dubbi che sia in atto da tempo un’articolata manovra politica volta a cancellare il modello di democrazia repubblicana introdotto dalla Costituzione del 1948.

Ed è altrettanto evidente che, senza i pilastri dell’unità nazionale, del reciproco bilanciamento dei poteri, della indipendenza della magistratura e della pari dignità e uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, sarà più agevole per le consorterie politico-finanziarie sostituire l’attuale Stato Sociale con un modello statuale di stampo verticista. Una forma organizzativa a pianta piramidale, di ispirazione classista, più congeniale alla cura dell’interesse particolare perché sovraordinata da una concezione di “rappresentanza” radicalmente opposta a quella presente in Costituzione.

Orbene, chi piega all’arbitrio il potere deve essere oggi fermamente contrastato. Ecco perché è di capitale importanza tipizzare l’identità del M5S e della sua comunità attraverso una riflessione che rammenti i tre principali fattori che hanno caratterizzato la genesi del Movimento: 1) la storia ultradecennale del suo impegno civile 2) i fini sociali perseguiti 3) le risposte messe in campo davanti alle sfide del momento.

Non è possibile dare qui conto esaustivamente dei tanti passaggi “fondanti” che si sono succeduti in questi anni ma è agevole affermare che l’esigenza avvertita dalla comunità 5 stelle è sempre stata quella di sfidare ogni forma di corporativismo e di politica classista. Quella politica servile con i potenti e spietata contro gli umili, quella politica priva di senso dello Stato, pronta ad inginocchiarsi davanti alle gerarchie economiche e finanziarie pur di conservare i propri privilegi, quella politica gelosa dei propri interessi e sostanzialmente indifferente al resto del Paese.

L’intera comunità 5 stelle, fin dalle sue origini, possedeva la piena consapevolezza di avere di fronte una battaglia lunga e difficile. Perché ciò di cui necessitava il Paese era una vera e propria rivoluzione democratica, una stagione di profonde riforme che agissero prima di tutto sul piano morale e culturale del paese.

Ebbene, tale aspirazione non è scemata nell’azione del Movimento. Al contrario, l’equità sociale, la lotta al precariato ed al lavoro povero, il contrasto alla grande evasione, l’impegno contro la corruzione e l’abuso del potere, la lotta ai privilegi dei colletti bianchi, il rafforzamento della mano pubblica nell’economia, sono tutti fronti che il Movimento ha aperto coraggiosamente, dopo anni di liberismo sfrenato e di legislazioni orientate a salvaguardia degli interessi di casta.

Purtroppo, però, occorre registrare che dopo il significativo cambio di passo registrato negli anni di governo presieduti dal M5S, le zone grigie di commistione tra politica, affari e criminalità hanno ripreso a moltiplicarsi.

Ma non solo. Chi oggi osa richiamare l’esigenza di un maggior rigore da parte di chi ha responsabilità pubbliche, viene puntualmente raggiunto dall’accusa di moralismo giacobino. E nel frattempo, questa strisciante “normalizzazione” dell’abuso e del conflitto di interessi sta generando in vaste aree del paese una sorta di rassegnazione fatalistica. Un’assuefazione al decadimento morale che fa sı̀ che persone sottoposte a gravi indagini, ovvero condannate in via definitiva, vengano tranquillamente votate e rielette.

Dinanzi a questo quadro, nessuna forza politica nel recente passato ha speso energie quanto il Movimento per tradurre in azione politica quei principi di giustizia e libertà che sono sanciti dalla Costituzione Italiana. Nessun’altra forza politica, al di fuori del M5S, ha provato a dare concreta attuazione al modello di Stato sociale immaginato dai nostri padri. Le parole “libertà” e “giustizia “hanno costantemente riecheggiato in tutti gli interventi o discorsi pubblici svolti dagli esponenti del M5S nel corso della sua storia parlamentare.

Ma tutto questo non è stato sufficiente.

Per due volte in soli tre anni e mezzo il governo a guida M5S è stato interrotto perché la sua azione moralizzatrice non proseguisse oltre. Ed oggi il governo delle destre ha cancellato l’intera legislazione di inasprimento dei reati contro la P.A. e, come detto, si appresta a riservare la stessa sorte anche all’architettura dei pesi e contrappesi costituzionali della nostra Repubblica.

E' giunta dunque l’ora che il Movimento faccia nuovamente scoccare la scintilla dell’indignazione civile.


m5s bandiera ima 151364

© Imagoeconomica

Lo Stato di diritto si fonda sul principio che la legge è uguale per tutti, ma la legge è uguale per tutti se le regole sono uguali per tutti.

Torniamo a spiegare alla gente che per ogni imprenditore “favorito” dal politico, dieci imprenditori esclusi dal favore devono chiudere i battenti.

Torniamo a raccontare che la corruzione e la grande evasione fiscale fanno venire meno le risorse essenziali per finanziare lo stato sociale e i servizi pubblici essenziali. E raccontiamo soprattutto che è esattamente questo l’obiettivo che la destra reazionaria si prefigge: depotenziare e squalificare tutto ciò che è servizio pubblico, per favorire la privatizzazione della sanità, della scuola, dei trasporti pubblici. Trasformare, cioè, i diritti essenziali garantiti dallo Stato in prestazioni a pagamento a favore delle corporazioni specializzate.

Si sta consumando davanti ai nostri occhi un processo di smantellamento dello Stato Sociale. Un’opera demolitrice che avrà come unica conseguenza quella di impoverire ancor di più il ceto medio ed abbandonare ad un destino di deprivazione le fasce più povere della popolazione.

Torniamo a combattere perché il principio di solidarietà in tutte le sue declinazioni politiche, sociali ed economiche, riacquisti concreta attuazione. Le grandi battaglie per il reddito di cittadinanza, per il salario minimo, per la sanità universale, per un attaccamento alla dignità delle istituzioni, per la difesa dei diritti civili e sociali di tutti, individui e minoranze, non sono l’essenza della nostra identità, sono il frutto delle nostre convinzioni: non ci può essere crescita e progresso in un Paese dove i potenti godono di impunità e le tasse vengono definite un’estorsione, salvo farle pagare alle classi più deboli.

La dissociazione tra etica pubblica ed etica privata sta riconsolidando la logica del familismo e dell’individualismo e tutto ciò rischia di essere fortemente diseducativo per le giovani generazioni. La “doppia morale” sta abbassando la stima degli italiani verso il loro paese e verso sé stessi. Non è un caso che il numero dei giovani italiani che decide di farsi una famiglia all’estero sia in continuo aumento.

I furbi e gli arroganti stanno tornando a fare politica per piegare le leggi ai loro interessi, ed il Movimento ha il dovere di tornare ad essere centrale nella sua azione di denuncia. Con le nostre regole di democrazia partecipativa, con le nostre procedure di selezione dei candidati, dobbiamo tornare ad essere sentinelle di legalità.

Contro il disegno eversivo della verticalizzazione del potere il Movimento userà come arma politica il suo nuovo modello di “democrazia diretta” riconsiderando le forme classiche di intermediazione politica ed istituzionale. Questa stessa Assemblea Costituente sarà figlia di un innovativo processo di democrazia partecipativa e deliberativa.

La soglia del nostro controllo etico-sociale dovrà diventare ancora più attenta verso tutti i modelli economici che assumono ogni sviluppo tecnologico in funzione di profitto. In special modo sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni perché sia essa a porsi al servizio della salute e del benessere degli individui piuttosto che il contrario.

E con altrettanto rigore dovrà proseguire la nostra azione di contrasto allo sfruttamento sconsiderato della natura, non ritenendoci appagati dal pur encomiabile risultato di aver inserito tra i principi fondamentali della Costituzione la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, richiamando la necessità di proteggere gli animali attraverso le leggi dello Stato.

Proteggere i beni comuni dell’aria, dell’acqua, della vita in tutte le sue forme, è diventato un imperativo globale. I giovani esigono in tal senso un radicale cambiamento. E lo esigono nel solco dell’ecologismo integrale. Una presa d’atto morale che riconosca l’indifferibilita dell’abbandono delle fonti fossili e l’introduzione di nuovi modelli di produzione e consumo sostenibile.

Pace, giustizia e tutela dell’ambiente sono tre questioni del tutto connesse, che non possono essere trattate separatamente fra di loro, a pena di ricadere nei paradigmi della tecnocrazia o nel riduzionismo.

In questa sfida epocale contro la cultura della massimizzazione dei profitti il Movimento vuole essere il primo baluardo di difesa.

Questa è la nostra missione identitaria. Il ‘sistema” è tornato ad essere potente e pervasivo e non c’è soggetto politico in Italia che possa avversarlo con la credibilità della nostra storia.


conte giuseppe ima 2272822

Giuseppe Conte © Imagoeconomica

3) Il fondamento del pensiero politico del Movimento

Rispetto delle regole, etica pubblica, lotta ai privilegi e tutela della dignità umana in tutte le sue libere rappresentazioni: tracciata la costante valoriale che deve caratterizzare ogni singolo atto del nostro vivere politico, resta ora da scegliere quale modello di Stato, di famiglia, di società vogliamo abbracciare. E conseguentemente interrogarci sulla collocazione politica più congeniale alla vocazione del Movimento.

Ebbene, davanti ad un pensiero reazionario che aggredisce a testa bassa le strutture portanti della nostra stessa democrazia, davanti ad una vena totalitaria che sta irrorando tutte le principali proposte di legge della destra al governo, non ci possono essere dubbi: il Movimento sta dalla parte della Costituzione Italiana e dello Stato sociale che in essa è contemplato.

La contrapposizione amici-nemici della Costituzione del 1948 è il vero discrimine del conflitto politico che ha caratterizzato la storia repubblicana fino ai nostri giorni.

La difesa attiva della Costituzione e il rilancio del progetto politico in essa descritto, è il fronte intorno al quale aggregare e mobilitare tutta la parte del paese rimasta orfana di rappresentanza dopo che la sinistra di governo, fattasi colonizzare dal pensiero unico neoliberista, era divenuta una finta alternativa alla destra. 

La difesa della Costituzione è il terreno elettivo della nuova Resistenza. Lo stesso sistema sociale che ivi è descritto modella un’idea di Stato incompatibile con l’organizzazione corporativa che le vecchie destre antidemocratiche e le nuove destre capitaliste vogliono impiantare. Occorre prendere coscienza che l’azione di rovesciamento delle politiche che noi contrastiamo, è organicamente connessa alla lotta per la difesa e l’applicazione della Costituzione. 

Contro questo progetto fondato sulla concentrazione della ricchezza e del potere, sulla mercificazione del lavoro e delle relazioni umane, sulla negazione dei diritti delle minoranze, la Costituzione italiana va non solo difesa ma anzi rilanciata.

La sua visione anti-oligarchica indica la direzione di marcia verso la quale occorre muoversi per un progetto politico di più ampio respiro che valichi i confini nazionali e si proietti nello spazio macropolitico europeo, oggi nuovamente egemonizzato dal pensiero mercatista e tecno-finanziario. 

È incalzante infatti la riappropriazione di questo spazio da parte di una rete di movimenti liberal-democratici intereuropei che, superando le barriere nazionali, dia impulso a un nuovo costituzionalismo che democratizzi l’Unione Europea.

Mai come in questo momento serve rivitalizzare la centralità strategica del parlamento europeo, realizzando al suo interno una divisione e un bilanciamento dei poteri oggi inesistente, e rendendo trasparenti e soggette al controllo popolare le procedure decisionali oggi tacciate di essere troppo opache ed elitarie.

Il Movimento diventi capofila di un nuovo costituzionalismo europeo che restituisca ai popoli le leve del loro destino. E non ci deve essere dubbio che difendere lo “Stato sociale” significa abbracciare un pensiero progressista lungo il solco solidaristico della nostra democrazia costituzionale. Il Movimento non inseguirà formule politiciste sganciate dal vivo della società. Non lavorerà per una mera alternanza al vertice dello stesso sistema oligarchico di potere che da decenni difende lo status quo.

Il Movimento si adopererà per una seria alternativa al pensiero conservatore ed offrirà la propria disponibilità alla costruzione di alleanze politiche con forze coerentemente ambientaliste e pacifiste, nel segno di quelle libertà che vivono nella Costituzione Italiana e di cui il Movimento si dichiara fin d’ora difensore con lo stesso vigore delle sue origini.

La solidarietà sociale, la lotta comune contro la negazione delle libertà individuali, tessono di certo una trama di fraternità che non pone veti contro nessuno. Ma sia chiaro fin da subito che l’impegno culturale e morale che il Movimento esige da sé stesso, lo pretenderà pure dai suoi eventuali alleati.

Tratto da: movimento5stelle.eu

ARTICOLI CORRELATI

Scarpinato contro la 'legge bavaglio' alla stampa: reputazione degli indagati in pericolo

Svuota carceri, Scarpinato: pene ridotte per colletti bianchi e alzate per ceti popolari

Scarpinato, Ascari e altri: ''Strage Borsellino? Mafia-appalti è verità preconfezionata''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos