In Sicilia presidio di protesta a Palermo
“Il mese di giugno è stato ampiamente superato senza che la trattativa, come concordato, sia stata avviata. E la stessa viene vincolata alla garanzia di copertura delle risorse da parte del Ministero e delle Regioni”. FP CGIL, CISL FP e UIL FPL non ci stanno e hanno proclamato lo sciopero nazionale nella giornata di lunedì, 23 settembre, per farsi carico delle legittime istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, che svolgono un servizio pubblico garantendo il diritto alla salute, ai quali vengono applicati i CCNL AIOP e ARIS Sanità Privata e AIOP e ARIS RSA. In Sicilia il presidio sarà a Palermo, davanti alla sede dell’Assessorato Regionale della Salute, in piazza Ziino. “In questo ambito sono stati stipulati due accordi ponte (ARIS RSA e AIOP RSA ) – affermano Agliozzo e Genovese per Fp Cgil, Passanisi – Corrao per Cisl Fp e Sampino – Orofino per Uil Fpl – con l’obiettivo di sottoscrivere entro giugno 2024 il contratto unico di settore per mettere fine a 12 anni di blocco della contrattazione e interrompere fenomeni di dumping contrattuale che, purtroppo, caratterizzano il settore. Ma ad oggi non abbiamo registrato riscontro concreto, alcun passo in avanti. Rispetto al contratto Sanità privata ARIS, AIOP è stato rinnovato nel 2020, dopo 14 anni di blocco della contrattazione, ma tale rinnovo ha riguardato il triennio 16/18 e anche in questo caso le Associazioni vincolano il rinnovo alla copertura delle risorse. Unitariamente – aggiungono i rappresentanti delle tre sigle sindacali – ribadiamo il sostegno in favore delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle strutture accreditate dalle Regioni, che svolgono servizi essenziali , con particolare attenzione alle presa in cura dei più fragili e che da anni non ricevono alcun riconoscimento e valorizzazione della propria professionalità e della propria posizione lavorativa. Alla luce di quanto esposto, chiediamo all’Assessorato della Salute che venga effettuata una ricognizione rispetto all’applicazione dei predetti CCNL e che la Regione intervenga per l’applicazione nelle strutture dei contratti sottoscritti con le Organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative. Inoltre, considerato che le disposizioni introdotte dal DM 19 dicembre 2022 pongono in capo alle Regioni e alle Province Autonome la valutazione dei requisiti ai fini del rilascio dell’accreditamento istituzionale, riteniamo – evidenziano – che sia interesse dell’Amministrazione Regionale assumere iniziative affinché non si verifichino fenomeni distorsivi, come ad esempio, il riconoscimento della medesima remunerazione tariffaria a strutture che, applicando CCNL non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, generano profitti diversi ed erogano trattamenti salariali riconducibili al cd. dumping contrattuale. Pertanto, chiediamo come conseguenza di tali fenomeni – concludono Agliozzo, Genovese, Passanisi, Corrao, Sampino e Orofino – la revoca degli accreditamenti affinchè possa essere messo in campo un contrasto reale al dumping salariale e contrattuale esercitato nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”.