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La rivendicazione di Giosuè Di Gregorio: "Dobbiamo votare questo. Il Senatore mi ha preparato 2000 euro"

Una vasta operazione antimafia ha portato all’arresto di dieci persone nella provincia di Trapani, coinvolte in una serie di reati che vanno dall’associazione mafiosa allo scambio elettorale politico-mafioso, passando per estorsioni, traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi. Le indagini sono state coordinate dalla procuratrice aggiunta Annamaria Picozzi e dai sostituti Francesca Dessì, Pierangelo Padova e Maria Pia Ticino della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) - guidata dal procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia - e condotte dalla squadra mobile di Trapani e Palermo.
Gli inquirenti hanno fatto luce sulle dinamiche criminali delle "famiglie" mafiose di Alcamo e Calatafimi, ricostruendo il loro potere e i nuovi assetti, resi evidenti dopo l’arresto di figure storiche al vertice.
Le accuse mosse agli indagati comprendono estorsioni ai danni di imprenditori locali, tra cui uno del settore alimentare e immobiliare di Castellammare e due del settore edilizio e della vendita di automobili ad Alcamo. Le vittime, secondo gli inquirenti, sarebbero state costrette a versare 50 mila euro per evitare ritorsioni. Tra gli episodi di intimidazione, si segnala anche il caso di un buttafuori trapanese, costretto ad abbandonare il proprio lavoro per far assumere il figlio di un pregiudicato locale.


Voto di scambio politico-mafioso

L'inchiesta ha inoltre svelato un presunto episodio di voto di scambio politico-mafioso durante le elezioni regionali siciliane del 2022. Secondo l'accusa, l’organizzazione mafiosa avrebbe ricevuto 3 mila euro per indirizzare voti a favore di un candidato alcamese, con il supporto di un ex senatore della Repubblica, che avrebbe chiesto l’appoggio del clan mafioso. Si tratta di Antonino Papania (PD), 65 anni, ora accusato di scambio elettorale politico-mafioso.
L’ex senatore avrebbe ricorso, scrive il gip Alfredo Montalto, agli “influenti membri dell’associazione mafiosa” a “riprova della spregiudicatezza con la quale esercita la sua influenza politica sul territorio di Alcamo e nei comuni vicini”.
Secondo gli investigatori insieme a Pasquale Perricone ex vicesindaco di Alcamo e intermediario, avrebbe accettato la promessa da parte di Giosuè Di Gregorio, ritenuto esponente della famiglia mafiosa, di procurare voti a Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato da Papania, candidato alle elezioni regionali del 2022. In cambio Papania, secondo l'accusa, avrebbe pagato Di Gregorio. All'autista l'ex senatore intercettato diceva di non andare spesso nel bar di Francesco Coppola in via Veneto perché quello era il suo quartier generale. Qui Coppola incontrava Di Gregorio che arrivava da Trapani.Il rischio era che i giovani agenti del commissariato di Alcamo - è scritto nell'ordinanza - che avevano sostituito quelli più anziani andati in pensione potessero immediatamente redigere una relazione di servizio. Dalla seconda metà di agosto e fino alle elezioni del 25 settembre del 2022 sono stati monitorati numerosi incontri tra Di Gregorio e Perricone.
Nel corso dell’indagine, sono emersi anche legami con il traffico di droga, con forniture provenienti da contatti albanesi, e con la detenzione di armi. In uno dei casi, un indagato è stato arrestato per possesso di oltre 9 chili di marijuana, insieme a due fucili rubati e munizioni. Oltre agli arresti, sono stati emessi otto decreti di perquisizione per altri soggetti, accusati di traffico di influenze e violazione di segreto d’ufficio.


"Dobbiamo votare questo. Il Senatore mi ha preparato 2000 euro"

La conferma per gli inquirenti del presunto accordo era venuta proprio da Di Gregorio, che aveva spiegato quanto successo al fratello, non coinvolto nell’inchiesta. “Dobbiamo votare questo… e il Senatore mi ha preparato duemila euro che mi darà mercoledì, Papania, hai capito?”. L'appuntamento saltò: “Dovevo venire per forza… perché mi doveva dare i soldi, mi doveva dare quello che ti avevo detto io oggi! Mi aveva dato qua l‘appuntamento – aveva detto Di Gregorio al telefono con il fratello – e lui non c’è… è fuori e rientra venerdì sera o sabato mattina, mi ha detto: Te li porto forse a Trapani”.
Un nuovo incontro c’era stato l'11 settembre 2022, quando Perricone si era presentato nuovamente a casa di Di Gregorio. I due erano entrati in macchina e si erano allontanati. Al rientro, salutandosi, Di Gregorio aveva detto: “Eh allora come rimaniamo? I volantini mi devi prendere Pa’, come rimaniamo?”. “Che mi faccio sentire io”, aveva risposto Perricone. “Lunedì ti fai sentire tu tramite Nino…”, aveva aggiunto Di Gregorio. Qualche ora più tardi, Di Gregorio aveva raggiunto il fratello e gli aveva mostrato quello che aveva ricevuto da Perricone. “Ti ha dato i soldi?”, aveva chiesto il fratello. Lui aveva mostrato i volantini e le banconote. “Neanche li ho contati, questo dice è un acconto, poi in questi giorni mi porta un’altra cosa”, aveva aggiunto Di Gregorio. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto… ventisette, ventotto, ventinove…”, si era sentito il fratello contare le banconote. “Basta, non li contare, mica si contano i soldi, non solo mi ha regalato soldi e tu che fai, li conti”, aveva detto Di Gregorio.

Il termine delle elezioni

Il candidato sponsorizzato da Papania, Angelo Rocca, non venne eletto.
Eppure Di Gregorio, parlando con Giuseppe Pipitone “‘detto Diego’, arrestato anche lui nell’operazione disse: “A Trapani gli ho fatto … un mare di voti! (…) A me soldi hanno dato… (…) fai conto che tra Marsala e Salemi un mare di voti gli ho raccolto (…) la mia figura l’ho fatta perché gli ho detto a loro, sia a Nino che a Rocca, io gli ho detto, i seicento voti che ha avuto, vedi che tutti io glieli ho portati…. vedi che settecento voti non sono brutta figura”, aveva detto Di Gregorio.
Ma al contrario suo il senatore si sfogò l'autista il 13 ottobre 2022: “Pasquale (Perricone, ndr) lo scienziato della politica… è una testa di minchia! Ci ha fatto buttare duemila euro per mangiare una pizza a quattro spacciatori a Trapani e ci hanno portato si e no trenta voti… Questo Giosuè… ‘nuddu nuddu ammiscato cu nenti’!”. Poi il senatore fa un commento sulle dinamiche criminali del passato e del presente: “Persone serie non ce n’è più, anche questo mondo collaterale di una volta, per quanto deprecabile, un suo senso ce l’aveva… Qua non se ne capisce più niente, chi conta, chi comanda, la confusione più totale”.

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