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Un’ondata di violenza inarrestabile: due direttori carcerari assassinati a pochi giorni di distanza

María Daniela Icaza (in foto), direttrice della Penitenziaria del Litoral, la prigione più grande e popolata dell'Ecuador, è stata assassinata giovedì scorso durante un attentato in cui è rimasto ferito anche un altro funzionario carcerario che l'accompagnava. Nel giro di pochi giorni, sono stati uccisi due direttori di carceri. Il primo omicidio è avvenuto il 3 settembre, quando Álex Guevara, direttore del carcere di Lago Agrio, è stato assassinato in circostanze simili. Pochi giorni dopo, la seconda vittima è Daniela Icaza, colpita a morte mentre si recava in ospedale a Guayaquil. Secondo l’agenzia penitenziaria nazionale SNAI, il veicolo su cui viaggiava Icaza è stato intercettato da uomini armati che le hanno sparato tre colpi fatali. Ad aprile - ha ricordato il quotidiano brasiliano “O Globo” - un altro direttore, questa volta del carcere di El Rodeo, nella città costiera di Portoviejo, è stato assassinato con diversi colpi d'arma da fuoco solo cinque giorni dopo essere entrato in carica. Questo è solo l'ultimo di una lunga serie di attacchi violenti maturati all'interno del sistema penitenziario ecuadoriano, diventato un vero e proprio campo di battaglia tra bande criminali. Tra il 2021 e il 2022 - scrive “El Tiempo” - la Penitenziaria del Litoral, sotto la direzione di Icaza, è stata teatro di scontri tra bande in lotta per il controllo del carcere. Questi scontri hanno provocato numerosi morti e feriti, trasformando la prigione in un simbolo della crisi di insicurezza e instabilità del paese. Per affrontare la situazione, il presidente Daniel Noboa ha deciso di intervenire militarmente, dichiarando lo stato di emergenza e definendo apertamente la situazione un “conflitto armato interno” contro il crimine organizzato. L'intervento ha comportato l’ingresso delle forze militari ecuadoriane nelle prigioni con l’obiettivo di contrastare definitivamente l'influenza delle bande criminali.

Tra i numerosi episodi di estrema violenza che si verificano mensilmente nelle carceri ecuadoriane, quello avvenuto il 5 settembre scorso evidenzia in modo particolarmente chiaro la gravità della situazione che il paese sta affrontando a causa delle bande criminali, attive sia all'interno che all'esterno delle prigioni. Nelle prime ore di giovedì 5 settembre, un drone carico di esplosivo è atterrato nel carcere di massima sicurezza di La Roca, provocando l’immediato allarme e la mobilitazione delle forze di polizia e militari. L'ordigno è stato disinnescato con un'esplosione controllata, ma ha comunque causato gravi danni alla struttura. L’escalation di violenza criminale che affligge l’Ecuador non riguarda solo le carceri. Purtroppo, la situazione è peggiorata anche all'esterno, specialmente dopo la fine della pandemia da COVID-19. L'aumento della povertà ha quasi certamente alimentato la spirale di violenza legata al crimine organizzato. Nel 2023, l'Ecuador ha registrato il più alto tasso di omicidi in America Latina, con 47,2 omicidi ogni 100.000 abitanti. Oltre ai direttori carcerari, anche altre figure pubbliche sono state assassinate, tra cui diversi sindaci, funzionari locali e, più recentemente, Fernando Villavicencio, candidato presidenziale assassinato.

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