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La scrittrice, figlia del giornalista ucciso dalla Brigata XXVIII marzo: “Licio Gelli? Un personaggio istrionico”

La destra parla di stragi di Stato e si sente capro espiatorio. E continua a mancare una riflessione critica: c’è una visione del passato ancora troppo identitaria”. A dirlo davanti ai microfoni del quotidiano “La Stampa” è Benedetta Tobagi (in foto), scrittrice e figlia del giornalista assassinato Walter Tobagi. Il commento tagliente della scrittrice riguarda la mancata riflessione da parte di Fratelli d'Italia (FdI) sul terrorismo neofascista, ma anche la mancanza di volontà della destra italiana di confrontarsi con il proprio passato. Durante l’intervista, l’autrice di “Le stragi sono tutte un mistero” (Laterza), ha difeso Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980, e ha criticato Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura.
Bolognesi “ha parlato del terreno in cui affondano le radici, mi pare corretto. C’è stata una porosità storica tra destra parlamentare ed extra. Per la strage di Brescia del 1974 - ha ricordato Tobagi - fu condannato in via definitiva Carlo Maria Maggi, già responsabile di Ordine Nuovo in Veneto, candidato col MSI nel 1972. Anche Carlo Cicuttini, complice della strage di Peteano del 1972, militava nel MSI. Da Ordine Nuovo sono arrivati degli stragisti, anche se il fondatore Pino Rauti è stato assolto da tutto”. Poi, riguardo al presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, Tobagi ha ribadito: “È un esperto di comunicazione e come tale ripropone un vecchio cavallo di battaglia, la persecuzione giudiziaria dei missini. Una tesi già di AN, cioè che le condanne siano frutto di un teorema. Lui travisa una serie di dati da non trascurare. Il senatore missino Mario Tedeschi, iscritto alla P2, ricevette soldi da Licio Gelli per contribuire al depistaggio mediatico diffondendo la falsa pista palestinese. Getta inoltre fango sulla ex moglie di Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, teste d’accusa nell’ultimo processo”. Inoltre, come ha ricordato Benedetta Tobagi, la pista palestinese è stata dichiarata insussistente da una lunga inchiesta bolognese e dai “documenti del Sismi che sono stati declassificati a inizio 2023 dal governo Meloni, l'hanno smentita”.
Parole, quelle pronunciate da Tobagi, che trovano fondamento anche nella verità processuale, la quale, attraverso prove e testimonianze, ha portato a sentenze definitive nei confronti di alcuni membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), il gruppo terroristico di estrema destra. “Ci sono condanne passate in giudicato per i Nuclei Armati Rivoluzionari tra cui Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, per Paolo Bellini e Gilberto Cavallini in appello, e ancora di terzo grado per due funzionari del Sismi - ha ribadito - il faccendiere Francesco Pazienza e Licio Gelli”. Tra le varie spiegazioni possibili, emerge in primis quella relativa alla strategia della tensione. “Poi la P2 che depista le indagini e, secondo i documenti emersi nell’ultimo processo, vuole la strage, forse per destabilizzare il quadro politico per poi stabilizzarlo”.


La narrativa della destra e il personaggio “istrionico” Licio Gelli

Ripetono la loro versione: le stragi sono state 'di Stato' e la destra è stata un capro espiatorio. Manca il coraggio di una riflessione critica - ha precisato Tobagi - perché la narrazione del passato è ancora troppo identitaria. Si preferisce la retorica del vittimismo”.
Sul commento del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha parlato per Bologna di un “vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista” e per l’Italicus di un “attentato di matrice neofascista”, Benedetta Tobagi ha aggiunto: “Evidentemente è sensibile alle tempeste mediatiche, ma ripete una formula che consente poi di attaccare le sentenze e la magistratura. E non cita Tina Anselmi secondo cui il retroterra della strage fu la P2”. Per quanto riguarda Licio Gelli, invece, “la verità sta nel mezzo. Fu certamente un personaggio istrionico, ma la commissione Anselmi ha accertato che dei suoi affiliati ne abbiamo scoperti solo una parte e che c’era un collegamento forte con i repubblicani americani”.
Infine, la scrittrice ha ricordato l'uccisione di suo padre, il giornalista del Corriere Walter Tobagi, avvenuto nel 1980. “Nell’archivio di Gelli è stato trovato il volantino della rivendicazione dell’omicidio in una busta sigillata. Il Corriere era controllato dalla P2 e una spiegazione possibile è che, durante la ricapitalizzazione, si sia voluta criminalizzare la sinistra del sindacato come mandante dell’omicidio. Sarebbe ora che i carabinieri rendessero accessibili i documenti dei gruppi antiterrorismo per capire se ci siano state lacune nelle indagini”.

Fonte: La Stampa

Foto © Imagoeconomica

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