19 luglio 2024: è oggi il primo anniversario della morte di Andrea Purgatori. Dopo poche settimane di una malattia fulminante, ancora al centro di una complessa vicenda legale tra la famiglia e i medici che lo curarono, si spense la storica firma del 'Corriere della Sera', giornale per cui lavorò dal 1976 al 2000 iniziando a soli 23 anni, e un noto e apprezzato volto di La7.
Il direttore della rete, Andrea Salerno, ha deciso di dedicare la prima serata di stasera, dopo le 21, a uno Speciale Atlantide intitolato ‘Borsellino e le stragi’. Questa inchiesta televisiva, firmata da Purgatori nel maggio 2023, poche settimane prima della sua scomparsa, concludeva un lavoro decennale sulle stragi avvenute tra il 1992 e il 1993.
Si occupò di terrorismo, intelligence, criminalità, si dedicò tra l'altro con tenacia alla strage di Ustica del 1980. Autore di reportage, che ha condotto con successo su La7 Atlantide. Docente di sceneggiatura, consigliere degli autori, tra i suoi ultimi lavori la partecipazione al docu Vatican Girl sul caso di Emanuela Orlandi.
Il giornalista si è occupato più volte dei tanti casi di mafia del nostro Paese: come la strage di Capaci o la strage dell'Addaura non risparmiando di indagare sulle eccellenti complicità esterne a Cosa nostra. Il conduttore di ‘Atlantide’ era stato più volte presente anche alle presentazioni del libro “Il Patto Sporco e il Silenzio”, scritto a quattro mani dal magistrato Nino Di Matteo e da Saverio Lodato. Inoltre aveva raccontato, in altre occasioni, quell’accordo stipulato tra Cosa nostra americana e alleati avente lo scopo di facilitare le truppe di Washington nella risalita della Penisola occupata dai nazisti.
Purgatori fu un giornalista autentico, o meglio, un cronista, come amava definirsi. La sua prosa, chiara e concisa, rifletteva il suo stile televisivo: solo fatti, nessuna ideologia, nessuna verità preconfezionata, e assoluta indipendenza dai partiti politici e dal potere. "L'importanza di Andrea è quella di aver saputo mantenere il dubbio, il tarlo, e cercato in tutti i modi di fare emergere la verità", ha detto Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della Strage di Ustica.
Le indagini sulla sua morte
Secondo la relazione finale dei medici legali investiti dalla procura di Roma, che indagano sulle cause della morte di Andrea Purgatori, ci sarebbe stata una catena di errori e sviste che avrebbero provocato un effetto domino fatale.
A Purgatori non gli è mai stata diagnosticata l’endocardite infettiva. Stando ai medici legali (investiti dall’aggiunto Sergio Colaiocco e dal pm Giorgio Orano) una efficace cura antibiotica avrebbe permesso al presentatore di contrastare questa patologia al cuore e quindi di vivere più a lungo, nonostante fosse un paziente oncologico.
Nel procedimento sono indagati per omicidio colposo quattro medici. Si ipotizza ci sia stato un doppio errore di diagnosi. Da un lato un presunto errore medico sull’ipotesi di un’errata diagnosi di metastasi al cervello. Per fare chiarezza sulla vicenda i consulenti del pm hanno suggerito alla procura un altro esame “da affidare a uno specialista neuroradiologo che dovrà capire, con assoluta certezza, se l’8 maggio il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, hanno scambiato un’ischemia per una metastasi al cervello”, aveva scritto Repubblica.
Inoltre, si legge nella relazione, la diagnosi di metastasi al cervello avrebbe portato il cardiologo Guido Laudani a sottovalutare alcuni fattori collegandoli al tumore al cervello, che “l’avrebbero dovuto portare ad investigare, il 16 e 17 giugno, eventuali patologie cardiache”.
È molto probabile che una cura antibiotica avrebbe allungato la vita a Purgatori, anche se non l’avrebbe salvato dalla sua situazione gravemente compromessa.
Si tratta del primo di una lunga serie di “step” dell’inchiesta che sta portando avanti la procura di Roma che vuole accertare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura il giornalista.
Foto © Paolo Bassani
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