Aprire le porte del carcere per tutti coloro che hanno ottenuto una condanna fino a quattro anni permettendogli di accedere alla semilibertà modificando l'articolo 50 della legge sull’ordinamento penitenziario. Oggi invece il tetto limite è di sei mesi.
È questa la proposta di Forza Italia, firmata dal capogruppo azzurro in Commissione Pierantonio Zanettin, inserita in un emendamento al 'decreto-flop-svuota-carceri' (all’esame della commissione Giustizia del Senato), un provvedimento promosso dal ministro della giustizia Carlo Nordio per tentare di attenuare il sovraffollamento penitenziario.
Il testo, come riportato dal 'Fatto' nonostante i proclami, non pone rimedio al sovraffollamento delle prigioni dove oggi vivono 14 mila persone in più rispetto agli spazi a disposizione.
Gli emendamenti sono stati decisi da Forza Italia nel corso di una riunione con il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Il provvedimento tanto voluto da Forza Italia incide anche sulla pena residua: basterà aver scontato un terzo della pena e non più la metà, oppure la metà – invece dei due terzi – per i reati più gravi. A decidere sarà sempre il giudice di Sorveglianza, che dovrà valutare i “progressi compiuti nel corso del trattamento” e “le condizioni per un graduale reinserimento del soggetto nella società”.
Se la modifica venisse approvata, è chiaro che il numero di detenuti autorizzati a passare le giornate fuori dal carcere aumenterebbe notevolmente. Questo è precisamente l'intento di Zanettin, come emerge dalla relazione tecnica che accompagna la proposta: “La semilibertà è relegata a misura Cenerentola, pur costituendo il primo passaggio utile dalla detenzione alla libertà. L’elevazione del tetto di pena consente di far rientrare nella misura una fetta non trascurabile di condannati per reati di più modesto allarme sociale”, si legge. Tuttavia, questa definizione è piuttosto controversa: l'esperienza dimostra che in Italia una condanna a quattro anni viene inflitta solo per reati piuttosto seri. Ad esempio, l'omicidio colposo prevede una pena detentiva fino a cinque anni: se l'emendamento venisse approvato, anche con una condanna alla pena massima, si potrebbe accedere alla semilibertà dopo soli 12 mesi.
Nella relazione viene spiegato che l’obiettivo della norma è armonizzare la misura alternativa della semilibertà con quella della messa alla prova, che estingue il reato per imputati di delitti punibili fino a quattro anni. Zanettin sostiene che non c'è ragione per differenziare i due istituti, ma in realtà la differenza c’è: la messa alla prova riguarda soggetti sotto processo, mentre la semilibertà concede un’uscita anticipata dal carcere a condannati definitivi per reati anche gravi. La proposta ha già il sostegno informale del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, ma sarà necessario convincere Fratelli d’Italia e la premier.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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