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I familiari delle vittime: “Francia, America, Inghilterra e Belgio cosa ci facevano in cielo quella notte? Ieri la prima commemorazione senza Purgatori"

Quarantaquattro anni dopo la strage di Ustica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiede verità ai Paesi alleati europei sulla strage di Ustica. Era la sera del 27 giugno 1980 quando il DC-9 della compagnia Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo spariva nelle acque della Sicilia, trascinando in mare 81 tra passeggeri ed equipaggio di bordo. Dal mare riemersero solo corpi, rottami e tanti depistaggi. Ieri, in occasione dell'anniversario della strage, è il capo dello Stato Sergio Mattarella a chiedere un passo avanti facendo un appello agli alleati occidentali: "La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne", promette nel suo messaggio. "La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica". Il DC9, come noto, fu abbattuto "a seguito di azioni militari di intercettamento" occorse nell'ambito di una "guerra di fatto e non dichiarata", come scrisse nel 1999 il giudice Rosario Priore. Ma dopo 44 anni mancano ancora una causa ben definita della tragedia e un autore materiale. In un'intervista su Repubblica l'ex premier Giuliano Amato ha rilanciato la tesi del missile francese, lanciato "con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli" con l'obiettivo di "fare la pelle a Gheddafi". Parole che riportano gli occhi su Parigi, come anni prima aveva fatto Francesco Cossiga nel 2008 e come pochi giorni fa ha fatto l'ex addetto militare dell'ambasciata di Francia con Massimo Giletti. Ma una parola 'fine' ancora manca. A Bologna, dove le istituzioni e i familiari delle vittime si sono ritrovati in consiglio comunale come ogni anno per ricordare la strage, le parole di Mattarella fanno breccia: "Quest'anno credo che le sue parole non siano affatto parole di circostanza", ha detto il sindaco Matteo Lepore. "Ustica è nelle nostre vene, anche se siamo nati dopo il 1980, grazie a questo lavoro straordinario nella costruzione di una comunità che potesse camminare assieme", ha aggiunto il sindaco. La presidente dell'associazione dei familiari Daria Bonfietti incassa le parole del capo dello Stato e rilancia: "Non sono mica nemici la Francia, l'America, l'Inghilterra, il Belgio, che quella notte erano in cielo. Cosa ci facevano? Non riusciamo a farcelo dire? Non ci riesce la magistratura? Bene: che ci riesca la politica, il governo". E se non ci riesce, arriva a proporre provocatoriamente "l'embargo". Bonfietti poi accusa anche l'esecutivo, richiamando l'impegno dell'associazione mentre "va denunciato per le sue inadempienze invece il governo Meloni". Accuse che il governo rispedisce al mittente: "non si comprende - dice una nota di Palazzo Chigi - in che cosa consista il presunto "inadempimento" del Comitato per la desecretazione, tenuto conto che dal suo insediamento il governo Meloni ha operato al fine di dare completa attuazione alle attività di declassifica e versamento di cui alle direttive del 2014 e del 2021". Quella di ieri è stata la prima commemorazione dopo la morte di Andrea Purgatori, giornalista che ha speso gran parte della sua carriera per cercare verità e giustizia sulla strage.

Foto © Imagoeconomica

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