La 'Ndrangheta e le mani sugli appalti dell'Arena di Verona con la complicità della politica locale, in particolare di volti noti di Forza Italia e Fratelli d'Italia.
È questo il quadro raccontato dalla trasmissione di inchiesta Report condotta da Sigfrido Ranucci andata in onda ieri su Rai Tre con un servizio a cura di Andrea Tornago e Walter Molino, che hanno raccolto i verbali del pentito di mafia Domenico Mercurio.
Le sue parole, ancora tutte da dimostrare, porterebbero alla Eurocompany di Giorgio Chiavegato, una rete di cooperative di facchinaggio da 26,7 milioni di euro di fatturato all’anno che ha vinto negli anni dell'amministrazione guidata da Flavio Tosi (neoeletto a Strasburgo) in maniera sistematica le le gare di appalto per i lavori di montaggio e smontaggio di palchi e scenografie all’Arena di Verona.
“Eravamo gli unici a partecipare” ha detto ai microfoni di Report Chiavegato, da un anno agli arresti domiciliari.
“Intorno a Chiavegato e alla sua Eurocompany ruotavano una serie di società e cooperative sparse tra Veneto e Calabria che emettevano fatture gonfiate o per lavori mai svolti, consentendo di riciclare il denaro sporco della ‘Ndrangheta. A gestire l’affare per conto delle ‘ndrine Domenico Mercurio, imprenditore di Crotone trasferitosi a Verona, collettore di interessi tra criminalità organizzata, imprese e politica. Mercurio viene arrestato nel 2020 e decide di collaborare con la giustizia”, ha raccontato Ranucci.
Report ha tirato fuori un verbale molto delicato di Mercurio: “Ogni mese io porto 150 mila euro in contanti dentro una busta. Chiavegato divide il denaro: il 25% lo mette da parte per le spese delle campagne elettorali per conto di Tosi. Del restante 75% lui si tiene una parte; una parte la dà ai politici che dentro al Comune truccano le gare d’appalto a favore di Eurocompany e una parte va a Elio Nicito e a Casali”.
Intanto Tosi replica con una nota: “Il pentito Domenico Mercurio è un bugiardo, è stato acclarato da più di un tribunale, che lo ha dichiarato inattendibile, quindi un bugiardo. La cosa curiosa è che Report lo sa, non può non saperlo perché gli è stato notificato. Report continua quindi la sua opera diffamatoria basandosi su un pentito che sanno essere bugiardo. Infatti, io non sono indagato nell'inchiesta di cui si parla”.
ARTICOLI CORRELATI
Svolta post-guerra fredda: Falcone intuì legami tra apparati statali e sistemi criminali
Ranucci: ''In Italia record mondiale di querele dei politici a danno dei giornalisti''
Report, scenografie criminali: la rete della ‘Ndrangheta dietro i palchi dell'Arena di Verona
- Dettagli
- AMDuemila