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"E' un ibrido, presente assieme a Camorra pugliese e Sacra Corona Unita"

"Lo scenario mafioso pugliese è costituito da una varietà di organizzazioni criminali, per lo più autonome, caratterizzate da un accentuato dinamismo, tradizionalmente distinto in tre fattispecie mafiose: camorra barese, mafie foggiane e Sacra Corona Unita". E' questo uno dei focus messi in evidenza nella recentissima Relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al semestre gennaio-giugno 2023 nel capitolo dedicato al fenomeno criminale delle mafie pugliesi e lucane.
Una relazione che racconta le evoluzioni di un fenomeno criminale che ha abbandonato i grandi scenari da Far west, con morti ammazzati e bombe seminate, per evolversi in un’intelligenza ancora più subdola, silenziosa e inosservata.
Secondo la Dia le tre fattispecie mafiose presenti nel territorio, pur nelle loro diversità, all’occorrenza realizzano tra loro, in maniera sinergica, “forme di strategica collaborazione funzionali al soddisfacimento di remunerativi e comuni interessi illeciti”. Una fitta rete criminale di diverse manifatture è radicata nel territorio, silenziosamente negli anni come agenti segreti si sono infiltrati in ogni cunicolo sociale determinandone il controllo.

La società foggiana

La criminalità organizzata foggiana continua a presentarsi come un fenomeno storicamente radicato sul territorio in modo eterogeneo, interessando quadranti territoriali diversi (Foggia ed il suo hinterland, macroarea del Gargano, alto e basso Tavoliere).
La cosiddetta quarta mafia, la cui definizione unitaria cela una pluralità di identità mafiose distinte (la società foggiana, la mafia garganica, la mafia dell’Alto Tavoliere e la malavita cerignolana) è stata capace, nel tempo, di creare un vero e proprio modello operativo nel quale convogliare interessi criminali e strategie senza necessariamente condividere una struttura di vertice comune. Si tratta di una mafia “ibrida”, geneticamente derivante dalla camorra e dalla ’ndrangheta, costituita da manifestazioni criminali la cui efferatezza e pervasività è in funzione del tessuto sociale, politico-amministrativo, economico e culturale dello specifico territorio di riferimento. I clan più strutturati annoverano nella propria orbita gruppi minori, talvolta composti da pochi elementi, caratterizzati da profili soggettivi di marcata pericolosità, i quali evidenziano nelle loro azioni (talvolta slegate dalle principali strategie operative dei sodalizi) i canoni mafiosi della violenza e della prevaricazione. Sintomatiche in tal senso sono i sequestri di numerose armi eseguiti a Foggia ed a San Severo nel semestre in esame, che ha visto protagonisti anche giovani criminali”.
Sembrano non esserci dei vertici con linea gerarchica verticale ma orizzontale, tale da poter rimanere distaccati ma uniti, non facilmente tracciabili. Il loro agire, spiegano gli analisti della Dia, è autonomo, nutrito dagli interessi e dal reciproco sostenimento.
Traffico di droga, contrabbando, estorsioni, usura, scontri, violenza e scommesse illecite sono il loro modus operandi, pur tuttavia negli alti ranghi come nella “ Sacra Corona Unita” rimane un senso di mistero religioso ed esoterico fatto di simbolismi, saluti e segreti che sembrano riprendere qualcosa nelle massonerie. Spiega poi la relazione come, "alcune delle più influenti organizzazioni criminali del territorio hanno intrapreso un vero e proprio programma di espansione in chiave extraregionale con proiezioni in Emilia Romagna, Lazio e, in particolare, Abruzzo e Molise considerate - queste ultime - specie dalla criminalità foggiana e sanseverese (in particolare, nella fascia della litoranea e nell'entroterra di Campobasso e l'area di Pescara) una vera appendice dei territori di rispettivo riferimento".

Ecco la Scu

La Sacra Corona Unita, invece, secondo quanto si è potuto accertare nel corso delle indagini giudiziarie, è nata come struttura di mediazione delle controversie tra detenuti e come argine rispetto all'azione di esercizio del potere sul territorio salentino dei clan camorristi che si riconoscevano nella Nuova Camorra Organizzata capeggiata da Raffaele Cutolo. 
È stato senza dubbio il contrabbando di sigarette, che ha visto nella Puglia il principale luogo di sbarco di tabacco lavorato, l'attività criminale che maggiormente ha contraddistinto questo territorio e attirato gli appetiti delle organizzazioni criminali confinanti con la regione (clan camorristici, gruppi 'ndranghetisti e cosche mafiose siciliane) prima e di quelle autoctone successivamente. In questo non va dimenticato il fatto che alcuni camorristi campani e alcuni mafiosi siciliani avevano raggiunto la Puglia in stato di detenzione perché inviati al cosiddetto "soggiorno obbligato" al di fuori dei loro comuni di residenza, così come previsto da una legge dello Stato.
I mafiosi, criminali di professione, si avvalsero dell'opera di alcuni delinquenti locali, i quali, grazie alla loro conoscenza del territorio e delle sue potenzialità (estensione costiera, vicinanza con i Balcani, presenza della rete autostradale e di aeroporti di medie dimensioni), favorirono una serie di business illeciti mafiosi. Tra i criminali autoctoni ed i mafiosi, dunque, non vi fu conflittualità ma si stabilirono degli accordi in nome della possibilità di realizzare ingenti e rapidi profitti in un territorio considerato tranquillo rispetto all'azione di contrasto degli apparati statali. Alcuni criminali pugliesi, ad esempio, vennero affiliati ad alcune 'ndrine della provincia di Reggio Calabria.
Come ricordato nella relazione la Scu, “affonda le sue radici tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto. L’attuale operatività dell’organizzazione si basa su modalità consolidate di controllo del territorio e di accumulazione di risorse economiche, principalmente mediante il mercato degli stupefacenti ed il perdurante, ancorché sommerso, fenomeno delle estorsioni".

Guardando verso Est

Ciò che salta agli occhi dai documenti, è l’innesto e l’infiltrazione della mafia Albanese che fa da ponte tra est e ovest nel traffico di droga, armi e altri affari. Infatti le organizzazioni criminali della provincia BAT (Barletta-Andria-Trani) sono state favorite dai consolidati rapporti con i sodalizi albanesi instaurati lungo la rotta adriatica che hanno consentito loro di accrescere il proprio profilo criminale e instaurare stabili alleanze anche con le mafie garganica e cerignolana.
Questi sono pochi dei molti aspetti che emergono, un’analisi sinistra e di retroscena che potrebbe portare anche alla scoperta di fatti politici e di potere in cui il nostro Bel Paese è infognato.

Realizzazione grafica by Paolo Bassani

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