Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia, Baris Boyun, presunto boss della mafia turca e uno degli uomini più ricercati da Ankara, arrestato due giorni fa assieme ad alcuni suoi sodali in una operazione coordinata dalla Procura di Milano, che ha interessato anche Germania, Olanda, Svizzera e Serbia oltre che la stessa Turchia.
Così Boyun, detenuto presso il carcere Opera di Milano, questa mattina non ha risposto alle domande di Roberto Crepaldi, il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare eseguita da Polizia e Gdf nei confronti di 18 persone (una 19esima è irreperibile), quasi tutte originarie della Turchia, contestando, a vario titolo, associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un'associazione con finalità terroristiche e a commettere attentati terroristici, detenzione e porto illegale di armi "micidiali" e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo la ricostruzione, il presunto boss, dagli arresti domiciliari a Crotone, continuava a dirigere e coordinare dall'Italia la sua rete che agiva in Europa.
Le accuse nei suoi riguardi sono di vario tipo. Dall'organizzazione del traffico di armi e stupefacenti all'ingresso dei migranti nel nostro Paese, dall'ordine di uccidere un suo concittadino, fino all'obbligo per i suoi complici di commettere reati anche terroristici in Europa. Boyun inoltre sarebbe stato la "mente" dell'attentato, poi sventato, del marzo scorso a una fabbrica di alluminio alle porte di Istanbul, organizzato per colpire il gruppo criminale rivale: il suo obiettivo, è la ricostruzione dell'accusa, sarebbe stato scalzare la famiglia dei Sarallar "attualmente al potere" e nel contempo "interferire con lo status quo esistente in Turchia" mostrando quindi di avere un "programma politico" che coinvolge lo Stato e la "destabilizzazione" delle istituzioni passando anche attraverso l'imposizione del "terrore nella popolazione". Gli interrogatori di garanzia continueranno da remoto nel pomeriggio in quanto le persone arrestate si trovano in diverse carceri italiane.
Foto © Imagoeconomica

Il boss della mafia turca sta in silenzio davanti al gip
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