Un lessico essenziale di cinquanta voci per capire le più importanti questioni politiche del nostro tempo. “Antifascismo”, “Capitalismo”, “Costituzione”, “Diritti”, “Democrazia”, “Guerra”, “Libertà”, “Occidente”, “Pace”, “Potere”, “Sovranità”. Lo storico e professore di filologia greca e latina presso l'Università di Bari Luciano Canfora, intervistato da Antonio Di Siena (avvocato e saggista) in questo 'Dizionario politico minimo' (Italian Edition) aiuta il lettore a comprendere la complessità di termini di cui si dà troppo spesso per scontato il significato superficiale.
Termini che comprendono oltre cinquant`anni di riflessione storicopolitica: in alcune voci parla il raffinato ed erudito accademico, in altre parla l'uomo e il pungente osservatore.
Salta all'occhio la critica fortissima verso l'attuale sistema politico economico che governa gli andamenti delle scelte internazionali. Un sistema nato dall'imperialismo la cui realtà venne diagnosticata da Lenin "che ne capì il funzionamento descrivendone e denunciandone le dinamiche e gli effetti. Il suo pamphlet 'Il socialismo e la guerra', del 1915, è un testo formidabile che con cifre alla mano fa tabula rasa di tutte le ridicolaggini retoriche sulle democrazie contro le autocrazie e altre stupidaggini. La prima guerra mondiale, per lui, è semplicemente un conflitto per dividersi gli schiavi, cioè i mondi dipendenti".
Il libro poi arriva fino all'affermazione dell'ideologie di sinistra come il comunismo e al suo decadimento: "Un tempo si chiamava 'sinistra' e oggi propugna i diritti civili come principale battaglia" ma "è composta da benestanti. Persone che sostengono alcuni importanti diritti relativi alla sfera privata delle persone, ma ne trascurano altri perché ritenuti ormai assodati oppure perché semplicemente non ne sentono il bisogno".
Il piatto della bilancia oggi pende verso destra, che oggi gode di un rilevante sostegno politico. L'attuale classe dirigente ha ottenuto l'appoggio delle élite del Paese: media-alta borghesia, banche, industriali, imprenditorie e via elencando.
Si può affermare in tutta sicurezza che il gioco è riuscito: sono stati capaci di ottenere "l’appoggio di porzioni amplissime dei ceti medi che, in virtù di benefici temporanei, difendono egoisticamente (e ingenuamente) il sistema politico". "È il modo - continua Canfora - di procedere utilizzato da quando le classi dominanti hanno accettato il sistema parlamentare elettivo a suffragio universale. Prima l’hanno avversato molto a lungo. Alla fine hanno acconsentito, quando si sono rese conto di poter procedere con tale modalità, cioè coinvolgere, cooptare, catturare consenso tra i ceti che si lasciavano conquistare dall’illusione di entrare a far parte di un mondo dominante, di un’élite sia pure minore. Gli strumenti per far funzionare questo meccanismo sono tanti, uno dei principali è stato la creazione di partiti di massa di carattere antisocialista".
Canfora prende in esame anche il conflitto scoppiato in Ucraina e la demonizzazione delle figure più in vista: "Di tanto in tanto la propaganda occidentale fa nascere un nuovo Hitler. Nasser, Saddam Hussein, Milošević, Gheddafi, Assad, Putin" ha spiegato lo storico ricordando però che "Hitler è stato apprezzato, e coccolato, anche dall’establishment britannico. Nel Regno Unito aveva tantissimi estimatori, non soltanto tra i vertici del partito conservatore, ma anche più diffusamente nel paese".
Se ne può dedurre che anche l'attuale classe dirigente russa sia stata appoggiata dai grandi big dell'occidente.
Così come si può ragionevolmente affermare che anche l'attuale genocidio in corso in Palestina sia in realtà voluto e foraggiato, soprattutto dai paesi arabi: "Nessuno è mai stato davvero pronto a svenarsi per i palestinesi, sono stati sistematicamente traditi dai paesi arabi. Il Settembre nero del 1970 è stato il massacro di 20.000 palestinesi ordinato da re Hussein di Giordania convinto, a torto o a ragione, di essere sfuggito a un attentato organizzato dall’OLP.
Per non tacere dell’indicibile massacro di Sabra e Shatila, nel 1982, commesso dalla Falange libanese. Gli israeliani stanno a guardare, ma è la falange che massacra i palestinesi".
Per chiudere Canfora commenta anche l'attuale tendenza a 'smussare' ogni termine; tecnica molto apprezzata dal Grande Fratello di orwelliana memoria. "Tempo fa lessi un piccolo romanzo molto divertente in cui il nuovo direttore di una casa editrice si mette in testa di ristampare Tolstoj cambiando il titolo del suo più celebre romanzo. Non più Guerra e Pace ma solo Pace, perché “guerra” è una parola pericolosissima. E poi come ci si pone nei confronti della morte dei personaggi più iconici? Non muore nessuno e vissero tutti felici e contenti. Siamo su un livello in cui, citando Leopardi, non so se il riso o la pietà prevale. Non si può commentare.
C’è da constatare, però, che i cosiddetti progressisti ai quattro angoli del pianeta, soprattutto nel mondo americano, si sono convinti che questa sia una forma di progressismo. La verità è che sono degli ignoranti pericolosi".
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- Luca Grossi