Marco Toffaloni è stato rinviato a giudizio dal gip del tribunale dei minori di Brescia. È ritenuto uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974, quando Toffaloni aveva 16 anni ed è per questo che oggi viene giudicato dal tribunale dei minori. Il processo inizierà il prossimo 30 maggio - come stabilito dal giudice dell’udienza preliminare Maria Teresa Canzi - esattamente due giorni dopo il 50mo anniversario dello scoppio della bomba. Si tratta del terzo rinvio a giudizio nell'arco di un anno per Toffaloni in quanto i primi due provvedimenti sono stati annullati, per difetto di elezione di domicilio in un caso e per mancato contraddittorio nel secondo caso.
La procura contesta nei suoi confronti il reato di concorso in strage "in concorso con altre persone tra le quali Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte giudicati separatamente e condannati all'ergastolo nonché con Roberto Zorzi, nei cui confronti si procede separatamente, allo scopo di attentare alla sicurezza interna dello Stato". Per la Procura, appartenevano tutti "all'organizzazione eversiva Ordine nuovo, che aveva promosso l'attentato nell'ambito della pianificazione di una serie di azioni terroristiche, nel corso di una manifestazione a Brescia". In particolare Toffaloni, "concorrendo nel collocamento dell'ordigno esplosivo destinato all'attentato in un cestino porta rifiuti aderente ad una colonna dei portici delimitanti la piazza e nel provocarne l'esplosione, cagionava una strage da cui, per effetto della violenza e dello scoppio delle schegge del cestino e di altri materiali derivava la morte di otto persone e il ferimento di 102 persone" recita il capo di imputazione.
Toffaloni è stato chiamato in causa dall'ordinovista Gianpaolo Stimamiglio: nel 2011, nel corso della sua collaborazione con gli inquirenti bresciani, Stimamiglio disse di aver incontrato il giovane neofascista veronese, che conosceva dagli anni ’70 e sapeva frequentatore del giro del generale dell'Esercito Amos Spiazzi di Corte Regia - uomo di Gladio al Nord Italia inviato l'8 dicembre 1970 a Sesto San Giovanni, durante il tentato Golpe Borghese per reprimere la resistenza operaia - alla fine degli anni ’80.
E poi ancora: Stimamiglio disse di aver raccolto la confidenza di Toffaloni circa la sua partecipazione alla strage in un motel di un comune amico a Peschiera del Garda: "Mi disse “so sta mì, a Brescia gh’ero mi” - riferì il collaboratore ai magistrati - e mi fece capire che a mandarcelo fosse stato Roberto Besutti”.
A processo, con l’accusa di concorso in strage, e in particolare di aver partecipato alla sua fase esecutiva, mesi fa vi è anche Roberto Zorzi, veronese e un amico di Toffaloni, ma a differenza di quest’ultimo maggiorenne all’epoca dell'attentato.
Zorzi è diventato cittadino americano e fu fermato poche ore dopo lo scoppio della bomba, ma immediatamente rilasciato. Gli inquirenti ritengono che gli venne fornito un alibi falso.
Per lui il processo è iniziato a febbraio, ma è stato subito aggiornato al 18 giugno per problemi di personale della Corte d’assise che lo sta processando.
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- Luca Grossi