Il commento del procuratore di Prato e di Potenza, Francesco Curcio, sulla proposta del governo
“Se ci sarà questo provvedimento, come verrà percepito da mafiosi e terroristi?". A porsi la domanda è il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, da poco nominato procuratore a Prato, in merito alla nuova proposta di legge di "concessione della liberazione anticipata e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione" del deputato di Italia Viva Roberto Giachetti che non farebbe distinzione tra coloro che sono in carcere per reati minori e per chi è stato incarcerato per associazione mafiosa o altri più gravi come violenze sessuali, stalking e altri crimini contro la persona, nonché quelli contro la pubblica amministrazione.
Intervistato dal Fatto, Tescaroli ha sottolineato come questa proposta potrebbe essere per le organizzazioni mafiose "un vantaggio". "Se, invece, saranno esclusi dal beneficio - ha aggiunto - è un fatto positivo”. Resta però "un affievolimento della forza deterrente - ha spiegato il magistrato -, che deriva dalla pena, per corrotti o per altri detenuti per reati gravi. Quindi suonerebbe come un favore, così si agevola il colletto bianco”. Per Tescaroli siamo di fronte ad una manovra che "ha i medesimi effetti” dell'indulto.
Della stessa opinione è anche il procuratore di Potenza Francesco Curcio il quale, anche lui raggiunto dai microfoni del Fatto, ha sottolineato che, nonostante "si tratta di una scelta politica legittima", in sostanza è un indulto a tutti gli effetti "che manderà liberi detenuti anche per reati gravi senza che queste scarcerazioni siano collegate a un ravvedimento, ma semplicemente perché i detenuti non hanno subito sanzioni disciplinari”.
Quanto alle intercettazioni, altro tema affrontato dai due magistrati nel corso dell'intervista, Tescaroli ha evidenziato come le nuove norme approvate e in corso di approvazione “sono una regressione dell’impegno al contrasto del crimine. I processi hanno dimostrato quanto lo strumento delle intercettazioni sia efficace, un baluardo. E il possibile divieto del trojan contro la corruzione non mi sembra che sia in linea con il contrasto a un fenomeno dilagante nel nostro Paese, fermo restando il rispetto delle scelte del Parlamento”.
Per Curcio si tratta di “una norma irrazionale". Inoltre, “il trojan è l’unica intercettazione che consente di acquisire elementi indiziari importanti, nessuno più al telefono concorda i dettagli di una mazzetta”.
Foto © Imagoeconomica
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