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Il processo d'appello sulla strage del 2 agosto 1980 si appresta alle battute finali. Sul banco degli imputati ci sono Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, accusati rispettivamente di concorso nell'attentato alla stazione di Bologna, depistaggio e false informazioni al pubblico ministero. Ieri la Corte d'Assise d'appello del capoluogo emiliano, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha respinto le istanze delle difese di Bellini e di Segatel su cui ancora non si era pronunciata e ha fissato le date per la discussione, che inizierà l'8 maggio alle 10 con la requisitoria del sostituto pg Nicola Proto. In una lunga ordinanza, letta in aula dal giudice a latere Domenico Stigliano, la Corte ha infatti cassato, con parole molto nette, tutte le richieste di rinnovazione istruttoria avanzate nelle scorse udienze soprattutto dai legali dell'ex “Primula nera” di Avanguardia nazionale. Tra queste, la richiesta di acquisire la copia analogica del filmato del turista Harald Polzer per accertare l'orario segnato dall'orologio da polso di una donna che, in alcuni fotogrammi, compare dietro l'anonimo identificato come Bellini. Secondo i legali Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti, l'orario in questione sarebbe le 12.15 o le 13.15, quindi incompatibile con la presenza di Bellini in stazione. I giudici scrivono invece che, date le "chiare ed inequivocabili conclusioni" della perizia sul video discussa in aula questa mattina, il presunto Bellini "è stato ripreso sicuramente prima delle 11.05", motivo per cui "l'accertamento richiesto è inutile e irrilevante". La Corte ha poi bollato come "non necessaria e superflua" anche la richiesta di una perizia antropometrica, che non avrebbe "alcuna affidabilità", vista soprattutto la qualità dell'immagine su cui dovrebbe essere svolta.
I giudici hanno ritenuto "superfluo" anche accertare se Bellini abbia o meno la fossetta giugulare che si nota nell'uomo ripreso da Polzer, in quanto non sarebbe "dirimente ai fini della sua identificazione", senza contare che "dopo oltre 40 anni le sue caratteristiche fisiche sono cambiate". Bocciata anche la richiesta di svolgere una perizia fonica sull'intercettazione ambientale del leader veneto di Ordine nuovo Carlo Maria Maggi, per capire se in quell'intercettazione Maggi parli di un "aviere" coinvolto nella strage o di un "corriere": per la Corte, infatti, "è evidente che Maggi dice 'aviere'". Ma la richiesta rigettata con maggiore veemenza dai giudici è quella di "riconvocare Maurizia, Marina e Michele Bonini", che i difensori di Bellini avevano avanzato sostenendo di non aver potuto fare ai tre tutte le domande che avrebbero voluto nel processo di primo grado a causa di una sorta di 'ostruzionismo' della Procura generale e della Corte d'Assise.


bologna strage wikipedia


Questa istanza è stata giudicata "inammissibile", da un lato perché "non sono stati precisati" i temi su cui la Corte di primo grado "avrebbe impedito di fare domande e respinto la richiesta di un esame diretto dei testimoni", dall'altro perché i legali di Bellini non hanno mai soddisfatto la richiesta dei giudici d'appello di "depositare l'elenco delle domande che avrebbero voluto fare ai testimoni e che in primo grado non avevano potuto fare". Un fatto, quest'ultimo, che per la Corte "evidentemente smentisce che nel processo di primo grado sia stato impedito di fare domande utili ai fini della discussione". “No” anche alla richiesta di chiamare a deporre Marco Ceruti, prestanome e cassiere del capo della P2 Licio Gelli.
Infine, i giudici hanno negato, in quanto "assolutamente inutile", il confronto tra Bellini e l'ex moglie Maurizia Bonini e tra l'imputato e Marina Bonini. “Se le versioni dell'imputato, che ha diritto di mentire, e dei testimoni, che hanno l'obbligo di dire la verità, divergono, sta al giudice decidere quale delle due sia più attendibile”, ha spiegato Stigliano,. Ma soprattutto, per la Corte "le gravissime minacce di morte rivolte da Bellini ai Bonini dopo la sentenza di primo grado potrebbero condizionare l'attendibilità delle testimoni nel contraddittorio".
Quanto alla memoria inviata da Bellini, è stata acquisita, ma senza i documenti allegati, alcuni dei quali erano già stati acquisiti in precedenza, mentre gli altri sono stati presentati fuori tempo massimo.
Una volta sciolte le riserve sulle questioni che erano ancora in bilico, i giudici hanno quindi dichiarato chiusa l'istruttoria e stilato un calendario di massima della discussione: dopo la requisitoria di Proto, fissata per l'8 maggio (il sostituto pg aveva chiesto di poter disporre di due udienze, ma la Corte gli ha chiesto di provare a concludere in una sola giornata), il 22 maggio alle 10 toccherà ai legali di parte civile, mentre sono state riservate ai difensori le udienze del 5, del 12 e del 19 giugno.
Nelle prime due dovrebbero parlare Capitella e Fiormonti, mentre il 19 giugno sarà il turno di Anna Colubriale, legale di Segatel, e di Massimo Nucaro Amici, che difende Catracchia.
Per i legali di parte civile che assistono i familiari delle vittime della strage di Bologna, l’udienza di ieri e le decisioni assunte dalla Corte, “costituiscono una svolta nel processo di secondo grado relativo ai mandanti della strage di Bologna”. “L’esito della perizia sulla posizione che il turista Polzer aveva quando ha ripreso la sequenza in cui è immortalato Paolo Bellini affossa definitivamente la tesi difensiva”, hanno detto gli avvocati Andrea Speranzoni, Lisa Baravelli, Alessia Merluzzi e Alessandro Forti.

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