Tre giornate regionali promosse da FP CGIL Sicilia nei tribunali dell’isola
Si è concluso ieri, in una sala strapiena (l’aula magna della Corte d'Appello del tribunale di Palermo) il tour che la FP CGIL Sicilia ha promosso, con le strutture territoriali, nei tribunali di Catania, Messina e Palermo appunto. In regione sono circa 850 gli addetti all’ufficio per il processo: si tratta di figure professionali nati col Pnrr per accelerare i tempi della giustizia e smaltire il tantissimo lavoro arretrato che intasano, di fatto, il lavoro nei nostri tribunali. Chiaro e forte l’appello lanciato dalla Funzione Pubblica CGIL che insieme a magistrati, avvocati, politici e docenti universitari in questi tre incontri ha ribadito la richiesta di stabilizzare i contratti di questo personale a termine, lavoratrici e lavoratori di cui in questi due anni è stata riconosciuta, senza ombra di dubbio, l’utilità. I contratti saranno in scadenza nel giugno 2026 e la stabilizzazione che si profila riguarderà solo pochi, appena 1.500 dei 5.700 attuali lavoratori e lavoratrici sparsi nei tribunali italiani.
Come ricordato dal segretario nazionale Florindo Oliverio, a margine della l’iniziativa palermitana “è impegnata in un tour in Italia per chiedere la stabilizzazione per tutti. Chiediamo la stabilizzazione degli Upp ma anche degli altri precari della giustizia con contratti a tempo determinato, e che continuano ad avere proroghe. E l’avvio delle procedure per le progressioni in deroga per il resto del personale”.
Sono state messe in chiaro luci e ombre di un processo che, come confermano i dati, si è tradotto in uno sforzo che ha segnato i suoi frutti: la durata dei processi si è ridotta del 19,2 % nel settore civile e del 29% in quello penale rispetto al 2019 e, con particolare riguardo al settore civile, i dati sullo smaltimento dell’arretrato attestano un meno 19,2% nei Tribunali e un meno 33,7% nelle Corti d'Appello.
Sono figure professionali che rappresentano un patrimonio che non può essere disperso, un’iniezione di risorse umane che ha cambiato il modo di lavorare in postazioni chiave come corti d’appello e tribunale. Lavoratori a cui vengono affidati fascicoli riservati, che danno un importante aiuto nei tribunali. Perderli rappresenterebbe un problema sicuramente.
I lavoratori chiedono che il percorso stabilizzazione non venga considerato come un’elemosina di posti lavoro ma come il riconoscimento di professionalità, titoli, e delle loro competenze, che sono state apprezzate da tutti. Valentina Muratore, portavoce degli addetti all’ufficio per il processo di Palermo: “Chiediamo stabilità di lavoro e di vita. Se tanti sono andati via scoraggiati dalla condizione di precarietà, la maggioranza qui dentro ha deciso di restare pur avendo altre possibilità da cogliere, perché ha voluto scommettere su questo nuovo lavoro, una piccola rivoluzione, di cui è stata riconosciuta da tutti l’utilità”. Durante l’incontro di ieri a Palermo la capogruppo dei M5S in commissione Giustizia alla Camera dei deputati, Valentina D’Orso, ha preso l’impegno di portare avanti la campagna per la stabilizzazione, la capogruppo di Fdi in commissione Giustizia Carolina Varchi, che dopo un iniziale scetticismo si è ricreduta, ha detto: “Sulla loro utilità c’è un orientamento ormai consolidato e il governo ha fatto i primi passi verso le stabilizzazioni. La volontà c’è, se sarà realizzata in tutto o in parte oggi non siamo nelle condizioni di saperlo”.
Il Segr. Gen. FP CGIL Sicilia, Gaetano Agliozzo, ha chiesto “l’avvio di un piano straordinario per l’occupazione che restituisca dignità al lavoro e ai servizi pubblici, che archivi definitivamente la stagione dei tagli lineari alla spesa pubblica, del blocco del turn-over". Non possiamo permettere che queste professionalità siano disperse.
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