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I carabinieri del Comando Provinciale, supportati dal personale del 6° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Modugno hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, nei confronti di 6 persone, tutte con precedenti penali.
Il gip condividendo la tesi investigativa della magistratura inquirente, basata sugli indizi acquisiti dai carabinieri, ha riconosciuto a carico degli indagati l'aggravante di aver agito con metodo mafioso, mediante la sopraffazione della vittima e l'utilizzo della forza di intimidazione derivante dalla riconducibilità degli stessi al clan Strisciuglio, oltre ad aver commesso il fatto al fine di agevolare l'articolazione locale del clan che avrebbe fatto capo a uno degli arrestati.
L’indagine è scaturita a seguito da una denuncia di estorsione presentata a gennaio 2021 dal titolare di un'agenzia di scommesse del centro cittadino di Bari, terrorizzato dalle richieste asfissianti di denaro. Il titolare dell'attività aveva subito una duplice richiesta estorsiva rivolta da personaggi appartenenti, riferiscono gli investigatori, al gruppo di 'San Pio - Enziteto' frazione del clan “Strisciuglio”. I pagamenti richiesti dagli estorsori, secondo quanto riportato, arrivavano cifre da capogiro: la prima richiesta era pari a  30.000 euro era stata fatta a fronte di un iniziale prestito di 15.000 euro, volto a saldare i debiti maturati dalla vittima per la gestione di una agenzia di scommesse, poi cessata. Nonostante l'avvenuto saldo del debito, alla vittima sarebbe stato ordinato di proseguire nel pagamento di 500 euro mensili, al fine di alimentare la cassa dell'associazione criminale e finanziarne le attività illecite sul territorio. E' stato anche accertato dai carabinieri, in un'occasione, che era stato chiesto il pagamento di 1.500 euro, al fine di sostenere le spese per la cresima della figlia di uno degli arrestati. Secondo gli investigatori si erano spinti a chiedere soldi anche a casa della vittima, destabilizzando l'ambiente familiare. Una seconda richiesta estorsiva di 10.000 euro sarebbe stata avanzata da un altro indagato del gruppo per sostenere le spese legali relative al suo arresto in flagranza, contestando falsamente alla vittima un suo coinvolgimento nella vicenda. Lo stesso, inoltre, a fronte di un prestito di 7.500 euro per l'avviamento di un'agenzia di scommesse a Bari, avrebbe rivendicato il pagamento ingiustificato di 38.000 euro a titolo di 'liquidazione' per l'autonoma decisione di interrompere l'asserita co-gestione dell'attività, costringendo così la vittima, secondo quanto accertato, ad assumere lui e sua moglie, senza che gli stessi svolgessero realmente una attività lavorativa. Oltretutto al fine di 'ripulire' le somme indebitamente ricevute, lo stesso presunto estorsore si era fatto intestare delle vincite in realtà conseguite da clienti del centro scommesse.
Dagli inquirenti è stato quindi riconosciuto "l'assoluto profilo criminale degli indagati" i quali avrebbero rivendicato il costante pagamento mensile anche mediante il ricorso ad azioni di forza, sempre scongiurate grazie al puntuale intervento preventivo dei carabinieri. Ed è stata documentata la loro spregiudicatezza, tanto che, in più occasioni, in pieno giorno avrebbero rubato le somme giacenti nei Vlt (apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro) presenti nell'agenzia di scommesse, impossessandosi delle chiavi di apertura dei macchinari all'insaputa del titolare.

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