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3Gli inquirenti indagano su quello che potrebbe essere l’arsenale della SCU
di Antonio Nicola Pezzuto
Un ingente sequestro di armi è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, guidati dal Capitano Biagio Marro. L’arsenale è stato scovato dai militari nelle campagne di Surbo. Tutto nasce dall’arresto effettuato giorni prima dai Carabinieri della Compagnia di Brindisi che avevano fermato un pastore 54enne, Giovanni Manzari e un albanese residente a Campi Salentina, Denis Ahmetovic, di anni 30. I due viaggiavano ad alta velocità a bordo di una Fiat Punto, lungo la Statale 613 in direzione di Lecce, all’altezza di Torchiarolo. Dopo un breve inseguimento, i due sono stati bloccati dai militari che hanno trovato sotto un sedile della loro auto 3 chili di panetti di hashish.


In seguito a questo ritrovamento, gli investigatori hanno deciso di procedere ad ulteriori indagini, visto e considerato che il Manzari aveva altri precedenti penali. Così, dopo aver predisposto dei servizi di osservazione, hanno deciso di procedere alla perquisizione della masseria dell’uomo, avvalendosi di unità cinofile specializzate nel ritrovamento di droga ed  esplosivi. La ricerca ha dato subito buoni risultati in quanto sono state ritrovate armi e munizioni nel garage dell’abitazione e negli indumenti del Manzari. La perquisizione si è allargata a tutto il perimetro della proprietà diventando sempre più interessante. “C’era un sistema rudimentale ma comunque abbastanza ingegnoso”, afferma il Colonnello Saverio Lombardi, Comandante del Reparto Operativo. “Dei piccoli segnali messi lungo il percorso - continua Lombardi - consistenti in materiali di risulta ben identificabili come un pezzetto di plastica, un pezzetto di stoffa, delle ossa di animali. In prossimità di ciascuno di questi segnali c’era un sito di occultamento del materiale esplosivo e delle armi”.
Un materiale di grande interesse, quello ritrovato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, perché ben conservato e pronto ad essere usato.
Il che testimonia, come sostengono gli inquirenti, “una certa abitudine del Manzari nella conservazione delle armi, nonché una particolare capacità di trattare gli esplosivi e l’assemblaggio delle munizioni”. L’uomo era stato già arrestato nel febbraio del 2010 perché nella sua masseria erano stati trovati 10 chili di esplosivo, alcune centinaia di munizioni e un fucile modificato.


Ma vediamo nel dettaglio da cosa era composto l’arsenale trovato dai militari: 2 pistole calibro 7.65, una con caricatore monofilare, l’altra con caricatore bifilare; una pistola calibro 9x21; un fucile a pompa calibro 12 e altri due fucili; una grossa quantità di munizioni, alcune pronte ad essere usate, altre in attesa di essere confezionate grazie all’utilizzo di dime (apparecchi per il confezionamento delle munizioni n.d.a.) in possesso del Manzari; centina di bossoli e circa 70 chili di polvere da lancio con cui si potevano realizzare ben 10.000 proiettili; caricatori di kalashnikov e pistole; un metro e mezzo di miccia a lenta combustione; una novantina di detonatori e quasi 400 grammi di gelatina di tritolo, un esplosivo ad alto potenziale; cartucce compatibili con armi come kalashnikov, revolver, pistola 7.65 e pistola 9x21.
“Una sorta di supermarket clandestino da fare invidia a un’armeria e una capacità particolare di realizzare autonomamente cartucce”, affermano gli investigatori che adesso sono al lavoro per capire a chi erano destinate le armi o se sono già state utilizzate.
Un ritrovamento molto importante, avvenuto al confine di due province calde, come quelle di Lecce e Brindisi, dove il pensiero corre sempre alla presenza della Sacra Corona Unita e alla sua incombente ombra e presenza.

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