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operazione-piazza-pulita-web0Nuovi particolari dall’ inchiesta di DDA e Procura di Foggia sui pericoli di infiltrazione mafiosa nell’ azienda pubblica della nettezza urbana
di Antonio Nicola Pezzuto - 11 aprile 2012
Nuovi particolari affiorano dall’ inchiesta “Piazza Pulita” che ha consentito alla DDA e alla Procura di Foggia di portare alla luce le infiltrazioni della mafia  nell’azienda pubblica “Amica” di Foggia che si occupa della raccolta dei rifiuti. Il denaro incassato dalla cooperativa incaricata dal Comune della gestione dei parcheggi finiva nelle casse del clan Moretti-Pellegrino. Si parla di 25mila euro al mese.

Di questo sono convinti poliziotti, Pm e Gip sulla scorta di quanto emerso dall’ operazione “Piazza Pulita” riguardo al filone dell’ inchiesta che ha portato all’ arresto di Ciro Imperio, di 45 anni (sorvegliato in ospedale perché malato) e del suo amico Ernesto Gatta di 38 anni, finito in carcere. Su di loro grava l’ accusa di estorsione ai danni dell’ ex presidente della cooperativa “Centesimus Annus” in quanto l’ avrebbero obbligato, dal gennaio 2007 al marzo 2008, a versare a loro e al clan una parte cospicua degli incassi mensili del servizio parcheggio e di aver favorito il gruppo Moretti-Pellegrino al quale sono ritenuti affiliati. L’ aggravante è di aver agito con metodi mafiosi. Questi fatti sono stati raccontati dal presidente della coop finita nei tentacoli della mafia a investigatori e Pm nel luglio 2010.
L’ operazione “Piazza Pulita”, lo ricordiamo, ha portato all’ arresto di nove persone da parte della Squadra Mobile e degli agenti della sezione di Pg del Tribunale, su ordinanze firmate dal Gip di Bari Giovanni Anglana invocate dal Pm della DDA Giuseppe Gatti e dal collega Antonio Laronga della Procura di Foggia. Su decisione del Gip 5 indagati sono finiti in carcere, 2 agli arresti domiciliari e altri 2 (già ai domiciliari per altre vicende processuali) sotto sorveglianza in ospedale in attesa che gli accertamenti medici chiariscano meglio i loro problemi di salute.
Ma vediamo nel dettaglio chi sono gli arrestati e i reati a loro contestati nei tre filoni dell’ inchiesta.
Federico Trisciuoglio, 59 anni, già detenuto ai domiciliari, adesso si trova piantonato in ospedale; in carcere sono finiti il figlio Giuseppe di 35 anni insieme ai fratelli Alessandro e Mario Lanza di 33 e 30 anni, Ernesto Gatta, 38 anni, Gaetano Iammarino, 48 anni; Ciro Imperio, 44 anni, già ai domiciliari per altri fatti è stato trasferito in ospedale dove è sorvegliato. L’ ex presidente di “Amica” Elio Aimola, 58 anni, è, invece, agli arresti domiciliari, misura disposta anche per Giacomo Iammarino, 43 anni, fratello di Gaetano.
Nell’ informativa degli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile foggiana si descrive il clima di paura e scaricabarile che ha consentito a un dipendente dell’ azienda pubblica “Amica” di prendere per 6 anni lo stipendio senza mai lavorare. «Trisciuoglio Giuseppe rappresenta tra le persone reclutate in “Amica Spa” la massima espressione di infiltrazione malavitosa all’ interno di una società partecipata al 100% con capitale pubblico comunale. E’ il figlio del noto capo-clan foggiano Federico».
Il sindaco di Foggia ha dichiarato di volersi costituire parte civile come amministrazione comunale.
Fa molto rumore, invece, il gelido silenzio dei partiti.

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