Avrebbero alterato dei controlli per favorire la 'Ndrangheta nel traffico di droga. Con questa accusa sono stati arrestati due funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in servizio presso l'ufficio di Gioia Tauro (Rc). I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria - con il supporto operativo dello S.C.I.C.O. e con la collaborazione di EUROPOL e della D.C.S.A. - hanno incarcerato i due soggetti (due funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Antonio Pititto e Mario Giuseppe Solano, rispettivamente di 60 e 59 anni) e posto agli arresti domiciliari una dipendente di una società di spedizione (Elisa Calfapietra di 38 anni). Le misure sono state disposte dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, guidata da Giovanni Bombardieri. Sono complessivamente 7 i soggetti indagati dalla DDA reggina, con il supporto di Eurojust, tra i quali figura anche un terzo funzionario doganale, già tratto in arresto nel corso di una distinta e convergente operazione svolta, nel mese di ottobre 2022, dal medesimo Reparto.
Le accuse
Altre 4 persone sono indagate in stato di libertà. Stando alle indagini condotte dal colonnello Mauro Silvari, Pititto e Solano farebbero parte di "un gruppo criminale - come è scritto nel capo di imputazione - articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali e doganieri infedeli, dotato di elevatissime disponibilità finanziarie". L'obiettivo era "reperire ed acquistare all'estero, importare, trasportare in Italia attraverso le navi cargo in arrivo al porto di Gioia Tauro nonché commercializzare ingenti quantitativi di cocaina". Solano, in particolare, "fungeva da tramite fra il gruppo degli 'esfiltratori'" della cocaina "e il gruppo dei doganieri corrotti". Lo stesso avrebbe garantito "la propria disponibilità a svolgere tutte le attività necessarie a consentire ai container contenenti cocaina di superare i controlli e lasciare il Porto di Gioia Tauro". Il gip evidenzia inoltre il "coinvolgimento" dei doganieri - addetti ai controlli scanner - "in una pluralità di traffici illeciti di importazione" e "la spavalderia criminale dimostrata". "Del resto - scrive anche il gip - l'esistenza di rapporti stratificati ormai da anni fra soggetti che operano all'interno di quell'Ufficio (Agenzia delle Dogane, ndr) e soggetti che gravitano nell'ambito portuale costituiscono espressione di una protervia criminale che promette il ripetersi di analoghi comportamenti". Nel fascicolo di indagine ci sono anche le dichiarazioni di Raffaele Imperiale, il boss della droga campano arrestato nella precedente operazione "Tre croci" e diventato collaboratore di giustizia che parla del sequestro di 2.226 chili di cocaina avvenuto a Catania riferendo che avevano avuto la segnalazione di non avvicinarsi al container perché sarebbero stati arrestati. Ad informarli, secondo l'accusa, sarebbe stato Solano che, in un'intercettazione, dice: "Sì, sono stato io a dirglielo! Li ho salvati… gliel'ho detto io: 'Non andate ché vi arrestano'".
Fonte: Agi
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