Avrebbe progettato di uccidere, con un'arma artigianale ricavata da un pezzo di ceramica, la pm della Procura di Lecce-Direzione Distrettuale Antimafia Carmen Ruggiero (in foto) durante un interrogatorio ma venne bloccato da un tenente dei carabinieri all'epoca in servizio nella Compagnia di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi.
E' quanto ha confessato Pancrazio Carrino, 42 anni, coinvolto nell'operazione 'The Wolf' del 18 luglio dell'anno scorso contro il clan Lamendola-Cantanna. A condurre quelle indagini era stata proprio la pm Ruggiero, oggetto anche di altre minacce, unitamente al gip che firmò quella ordinanza Francesca Mariano. Davanti all'ingresso dell'abitazione di quest'ultima nei giorni scorsi era stata trovata una testa di capretto con un coltello infilzato e un messaggio inquietante.
A entrambi i magistrati è stata rafforzata la protezione ed assegnata una scorta.
"Volevo tagliare la gola al pubblico ministero"
Carrino, detenuto nel carcere di Lecce a seguito del blitz, dopo aver finto di voler collaborare con i magistrati, si presentò per un interrogatorio il 31 luglio, a due settimane dall'arresto, davanti alla pm Ruggiero. Come raccontato nell'interrogatorio avvenuto il 23 ottobre nel carcere di Terni, nel quale era stato nel frattempo trasferito, la sua intenzione era quella "di tagliare la gola al Pubblico Ministero che si sarebbe presentato ove avesse dato seguito alla mia richiesta di collaborazione. Mi preparo un pezzo di ceramica del bordo interno del water della cella di isolamento - ha spiegato Carrino al pubblico ministero Raffaele Pesiri sostituto procuratore del tribunale di Terni, delegato dalla Ruggiero - e lo avvolgo in una busta nera di plastica della spazzatura".
Ha riferito che in quel periodo assumeva farmaci "in dosi eccessive": si trattava "di sedativi", come lui stesso ha affermato.
Arrivato nella stanza del carcere di Lecce per l'interrogatorio "ricordo la disposizione dei presenti: c'era una signora al centro che era il pm, alla sua destra il tenente dei carabinieri di San Vito dei Normanni, l'avvocato d'ufficio e altre persone di cui non ricordo bene. Ero seduto davanti al pm e tenevo sotto controllo il tenente per capire se mi trovavo ad una distanza sufficiente per poter agire contro il pm tagliandogli la giugulare senza essere bloccato". Il piano alla fine fallì perché il tenente dei carabinieri si insospettì e tolse, all'uscita dal bagno, l'arma che Carrino nascondeva negli slip.
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