La Corte d'Appello di Milano, la Procura generale, l'Agenzia del demanio per la Lombardia e il Comando regionale della Guardia di Finanza hanno firmato ieri un protocollo d'intesa "per la gestione dei beni mobili ed immobili oggetto di confisca penale".
Suddetto Protocollo, si legge in una nota, "ha durata triennale e potrà essere rinnovato alla scadenza" e "riguarda le confische per equivalente, e cioè, le confische disposte principalmente nei processi per reati di corruzione, concussione e reati tributari, in cui il Giudice confisca al condannato il valore 'equivalente' alle somme illegalmente percepite o ai tributi evasi". Una condanna "spesso più efficace della pena detentiva perché colpisce realmente e concretamente il profitto che il condannato ha perseguito nella commissione dei reati". La confisca, inoltre, "a differenza delle pene detentive, non si prescrive mai ed estende i suoi effetti fino al soddisfacimento totale del debito nei confronti dello Stato". Con la firma del protocollo, viene chiarito, "sono ora dettagliatamente previste le competenze fra la Corte, la Procura, il Demanio e la Gdf per la individuazione dei beni da confiscare fino al raggiungimento del valore stabilito in sentenza". E si è reso necessario "per evitare che i ritardi nella esecuzione delle confische possa ingenerare nei condannati l'idea di poter impunemente godere dei frutti illeciti dei reati commessi". La sinergia fra enti eviterà "lungaggini, ostacoli burocratici e altri ritardi che avvantaggiano ingiustamente solo soggetti ormai condannati in via definitiva". I beni immobili confiscati "potranno essere utilizzati dal Demanio per destinarli alle pubbliche amministrazioni". Vengono regolati "i casi di confisca di titoli azionari e di altre forme di investimento, di partecipazione societarie e di aziende".
Foto © Imagoeconomica

Siglato un protocollo a Milano per gestire i beni confiscati
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