Sono quaranta le persone arrestate dai carabinieri nell'ambito della maxi operazione antidroga denominata "Family and Friends" grazie alla quale è stata smantellata una organizzazione criminale italo-albanese operante in Sardegna con ramificazioni anche in Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Per 22 persone si sono aperte le porte del carcere, 18 ordinanze sono agli arresti domiciliari. Al vertice del gruppo criminale c'era un uomo di Quartu Sant'Elena (città metropolitana di Cagliari) che gestiva i rapporti con la Spagna per l'importazione di hascisc e con l'Albania per la cocaina. Lo stesso soggetto, secondo gli investigatori, coordinava altri due gruppi criminali uno che operava a Quartu e si occupava dello spaccio nel Cagliaritano e uno a Sassari. Nel corso delle indagini, durate diversi mesi, sono stati sequestrati ingenti quantitativi di hascisc, marijuana e cocaina.
Ogni giorno venivano movimentati 90 chili dalla Spagna, con corriere postale ordinario. Il traffico di cocaina, invece, era gestito da albanesi residenti in Italia e la droga arrivava tramite corrieri con tir e auto. Nelle numerose perquisizioni di oggi sono stati sequestrati 140 mila euro in contanti.
Sono stati sequestrati anche panetti di hashish, un fucile a canne mozze, un bilancino di precisione e un apparecchio per il sottovuoto. Delle 40 misure cautelari disposte dal gip, 29 riguardano cittadini italiani (tutti domiciliati in Sardegna fra le province di Sassari, Cagliari e Nuoro), le altre albanesi e spagnoli, quasi tutti residenti in Italia nelle province di Forlì Cesena, Ravenna, Firenze, Pescara e Teramo. Le indagini sono scattate nel 2018 quando i carabinieri della compagnia di Quartu Sant'Elena hanno raccolto un'indiscrezione: un presunto boss della droga finito in carcere aveva passato il testimone a un suo uomo di fiducia, poi identificato - secondo l'accusa - in Giovanni Portas, 42 anni, raggiunto oggi da una nuova ordinanza di misura cautelare in carcere. La base logistica era a Quartu, nella casa 'fortezza' a Pitz'e Serra della famiglia Portas, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che ufficialmente si occupava di commerciare ortofrutta. L'abitazione era protetta da un sistema di videosorveglianza che avrebbe allertato i residenti in caso di un intervento delle forze dell'ordine. Ai vertici dell'organizzazione, in base agli esiti investigativi, c'erano anche Paolo Gaviano, 52 anni, di Cagliari, ipovedente, che si serviva di numerosi collaboratori, e Gabriele Grabesu, 37 anni, di Sassari, ora ricercato in Francia. Gli indagati si servivano di schede telefoniche intestate a fantomatici cittadini pakistani e utenze internazionali, in particolare spagnole. Dal sud della Spagna, infatti, arrivava l'hashish, che i referenti sardi del traffico andavano a trattare di persona, pagandolo in contanti e in anticipo. E' stato documentato un viaggio in cui due corrieri in auto avevano nascosto 300 mila euro nella ruota di scorta dell'auto. Anche la cocaina veniva pagata in anticipo ai referenti albanesi nella penisola, che poi la facevano arrivare in Sardegna con corrieri italiani, di soliti insospettabili coppie che si spostavano in macchina con doppi fondi in cui era nascosta la droga. Hashish e cocaina (non è stato appurato se quest'ultima arrivasse dall'Albania) venivano poi smerciate fra compratori di medio livello sulle piazze di Cagliari e Sassari.
Foto © Imagoeconomica

Op. ''Family and Friends'': smantellata rete di narcotrafficanti dell'asse italo-albanese
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