Nessun'altra azione dimostra così chiaramente la mancanza di coraggio e l'egocentrismo nell'ambito della politica come l'atto di convocare un giornalista per esaminare la propria condotta in un contesto commissionale e avanzare insincere e infondate denunce.
Ma è questo che è accaduto ieri in commissione Vigilanza Rai: più che un'audizione è stato imbastito un vero e proprio processo al programma di Report. "La mia partecipazione ha un solo scopo: un giornalista libero può confrontarsi tranquillamente con i politici. Invito invece i politici a confrontarsi con Report. Io in Rai sono libero e dico che la libertà è uno stato dell'anima e sta a noi rispettare questa libertà", ha detto Sigfrido Ranucci nel corso della 'Passeggiata per la libertà di stampa' che lo ha scortato dal Pantheon alla commissione dove è stato atteso per le 20 di ieri insieme al direttore dell'approfondimento Paolo Corsini a seguito dei servizi giornalistici andati in onda nella puntata di Report dedicata a Silvio Berlusconi e Marta Fascina.
Tra chi ha sostenuto di fare delle inchieste alla trasmissione e chi ha sventolato presunte violazioni della privacy, Maurizio Gasparri ha improvvisato uno show poggiando sul proprio banco una bottiglia di Cognac ed esibendo una carota, sfoderata a sorpresa dalla tasca.
Sit in per la libertà di informazione in concomitanza con l'audizione di Sigfrido Ranucci in commissione Vigilanza Rai
Ranucci si è così trovato sul 'banco degli imputati': per Francesco Filini, capogruppo di Fratelli d’Italia, la trasmissione "sembra preferire un giornalismo di teorema, con attacchi politici di matrice ideologica" che quest'anno si sta trasformando in "particolare accanimento". Poi è stata la volta di Gasparri il quale ha prima ironizzato sulla manifestazione di Articolo 21 a sostegno di Ranucci, parlando di "una marcetta di 40 persone". "Mi aspettavo molti più seguaci", ha detto, prima di rivolgersi a Corsini. "Cosa pensa di un certo modo di fare giornalismo? - gli ha chiesto -. Lei che pensa dei telefiguranti, messi di spalle, come il presunto parlamentare di Forza Italia? Poi c'è il telericiclo, come l'inchiesta su Urso andata in onda decine di volte". Gasparri ha poi citato "il telericiclaggio, il telebaiardismo, telecolombia, telespia sul caso Mancini, telelavitola". Il senatore ha quindi mostrato una carota come regalo per Ranucci, venendo richiamato dalla presidente della Commissione Barbara Floridia. Il tutto con una bottiglietta di cognac sul proprio banco: "Qualora ne avesse bisogno per farsi coraggio, qui non siamo al patibolo", ha detto rivolgendosi a Ranucci.
I toni a questo punto si sono fatti accesi dopo l'intervento del senatore, tanto che la presidente Floridia ne ha minacciato l'espulsione. Interventi che hanno provocato la reazione delle opposizioni. Antonio Nicita del Pd ha dovuto ricordare l'ovvio: "Questa commissione vigilia su un contratto di servizio, non siamo qui a discutere se un programma ci piaccia o no".
"Il problema è il criterio con il quale utilizziamo la Commissione di Vigilanza, che non può essere utilizzata come una clava, ma deve avere solo un compito di indirizzo. Questa è una trasmissione che funziona, forse il problema è proprio questo. Il tema reale è la Rai nel suo complesso che non guadagna share. La mancanza di share porta meno pubblicità e l'aumento dell'indebitamento. In questo quadro convochiamo una trasmissione che ha colpito nella vita professionale tutti i partiti. Sembriamo marziani" ha detto invece il capogruppo del Pd in Commissione di Vigilanza Stefano Graziano.
Ranucci ha dovuto invece ricordare che "Report da 27 anni è un marchio prestigioso e inossidabile dell'azienda Rai", che ha realizzato "scoop internazionali". "In un contesto in cui la notizia è merce, Report è in grado di dettare l'agenda dell'informazione. È l'unica trasmissione di giornalismo italiana che i consorzi di giornalismo internazionale hanno scelto come partner". Ranucci ha anche sottolineato davanti ai commissari della Vigilanza come 'Report' sia "il programma più premiato" della Rai. Il giornalista ha poi fornito alla commissione una relazione dettagliata su tutti i costi della trasmissione, sottolineando che sotto la sua guida, il costo per minuto prodotto è passato "da circa 1900 euro a circa 1200 euro". Inoltre, a dimostrazione del "pluralismo" della trasmissione, Ranucci ha anche messo a disposizione della commissione un elenco di tutti gli argomenti, i partiti e i personaggi trattati nelle inchieste di 'Report’”. "In 10 anni di inchieste 'Report' ha toccato tutti i politici di tutti gli schieramenti", aggiungendo che inevitabilmente le inchieste si indirizzano più spesso su chi è al governo.
Ma il punto più importante rimane l'imparzialità dei giornalisti: "A differenza della politica, siamo sottoposti al giudizio della magistratura se diciamo che una cosa è vera oppure è falsa. Ad oggi, dopo 38 anni di professione, ho la fedina penale ancora pulita nonostante abbia affrontato 176 tra querele e richieste di risarcimento danni, faccio gli scongiuri ma fino a oggi è andata bene. Se poi qualcuno vuole sollevare il tema dei costi delle spese legali questo è il luogo opportuno per sollevarlo perché la politica dovrebbe fare qualcosa per evitare le liti temerarie. C'è un disegno di legge che giace nei cassetti del parlamento ormai da anni che eviterebbe un numero di querele così alto". Lo ha detto Sigfrido Ranucci, vicedirettore dell'Approfondimento della Rai, nonché 'volto' di Report, nella sua replica in audizione presso la Commissione di Vigilanza sulla Rai. "Non parlo per me - ha sottolineato Ranucci - perché la Rai è un'azienda grande, che ha le spalle larghe, parlo per tutti quei colleghi giornalisti che sono costretti a lavorare per 10 euro a pezzo nei giornali locali o nelle televisioni locali e che subiscono le pressioni della politica, dell'imprenditoria e della criminalità organizzata".
Nonostante i dati oggettivi, emerge con evidenza che Report risulta sgradito agli esponenti della maggioranza e alle istituzioni di potere in generale. In altre nazioni, si tenderebbe a proteggere e valorizzare tale iniziativa, mentre qui i giornalisti vengono regolarmente attaccati dalla sfera politica.
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Tutta la redazione di ANTIMAFIADuemila esprime solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e a tutta la squadra della trasmissione di Report.
Foto © Imagoeconomica
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- Luca Grossi