Il territorio marchigiano data "la sua vocazione fortemente imprenditoriale" potrebbe "richiamare gli interessi della criminalità organizzata, soprattutto in funzione del riciclaggio e del reinvestimento dei capitali illecitamente acquisiti. Resta alta l’attenzione istituzionale per scongiurare eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio, in considerazione dei fondi assegnati alla Regione per la ricostruzione post sisma del 2016. A questi si aggiungano i considerevoli finanziamenti pubblici attribuiti alla Regione Marche con il PNRR e i Fondi Strutturali della Programmazione 2021-2027".
Così recita la relazione semestrale della Dia riferita al periodo luglio - dicembre dell'anno scorso in merito alle infiltrazioni - presunte o possibili - della criminalità organizzata nel tessuto economico marchigiano.
"Dall’analisi degli esiti delle attività di polizia poste in essere nel secondo semestre 2022 non si rilevano elementi che facciano presupporre un radicamento di organizzazioni criminali nel territorio marchigiano, ma piuttosto la presenza di propaggini riconducibili alle mafie tradizionali, per lo più di matrice ‘ndranghetista, interessate prevalentemente all’infiltrazione del tessuto economico-imprenditoriale. Nel territorio è sempre attuale l’operatività, soprattutto nello spaccio di stupefacenti, di gruppi criminali stranieri per lo più albanesi, nigeriani e romeni. In tal senso, quindi, l’attività delle Forze di polizia è concentrata a intercettare i canali di approvvigionamento della droga, proveniente prevalentemente, da altre Regioni e dall’Estero".
Provincia di Ancona: crocevia usato dalla criminalità
Le attività poste in essere dalla polizia giudiziaria hanno fatto emergere "l’operatività di soggetti legati a cosche calabresi, in particolare alla ‘ndrina Grande Aracri di Cutro (KR), nonché alla ‘ndrina Alvaro di Sinopoli (RC) che hanno confermato gli interessi della ‘Ndrangheta soprattutto nel settore del riciclaggio e del reimpiego dei proventi illeciti nell’economia legale.
Grazie al suo porto, Ancona si conferma uno snodo privilegiato per il traffico di stupefacenti. Pregresse attività investigative hanno consentito, infatti, di appurare l’operatività di organizzazioni criminali straniere, soprattutto nigeriane, pakistane e afghane.
Il 26 agosto 2022, la Polizia di Stato ha tratto in arresto 2 soggetti trovati in possesso di circa 2 kg. di eroina. Il 4 settembre 2022, i Carabinieri hanno tratto in arresto un albanese per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività di contrasto viene eseguita anche sotto il profilo patrimoniale. Al riguardo la DIA, il 7 dicembre 2022, in provincia di Ancona e a Bucarest (Romania), ha sequestrato 3 unità residenziali, un’autovettura e una società di servizi con sede in Romania, per un valore complessivo di 1 milione di Euro, riconducibili ad un imprenditore marchigiano gravato da numerosi precedenti giudiziari.
Infine, si rappresenta che il porto di Ancona permane un potenziale crocevia utilizzato dalla criminalità per il transito non solo di stupefacenti ma anche di sigarette di contrabbando, di merci contraffatte e di rifiuti speciali".
L'Op. "Doppio gioco” della Guardia di Finanza di Ancona: mafia albanese sempre più presente nel traffico di droga marchigiano
In questo contesto va ricordata anche l'operazione del 29 giugno 2023 condotta nelle Province di Ancona, Fermo, Macerata e Frosinone, oltre che in Albania, Belgio e Spagna, dalla Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, con il supporto del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), di altri reparti territoriali del Corpo e delle polizie albanesi, belghe e spagnole.
Durante le operazioni è stata data esecuzione a 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dai Tribunali di Ancona e Pesaro, nei confronti di cittadini italiani e albanesi, ritenuti responsabili a vario titolo di appartenere a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti; decine le perquisizioni eseguite dai militari, che hanno consentito di sottoporre a sequestro ulteriore materiale probatorio.
La complessa attività investigativa ha riguardato una ben strutturata compagine criminale con base operativa nelle Marche e con ramificazioni sul territorio nazionale ed europeo, composta prevalentemente da cittadini di origine italiana e albanese, dedita all’importazione sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare del tipo cocaina e hashish.
I soci d’affari della componente italiana erano due albanesi, ufficialmente lavoratori nel settore edilizio, attivi nella zona di Montemarciano (AN), che avevano i contatti con i capi dell’organizzazione, si occupavano di concordare gli approvvigionamenti e consegnavano la droga agli spacciatori. Le menti dell’associazione criminale, invece, erano a Porto Sant’Elpidio (FM), dove due fratelli, anch’essi albanesi, gestivano il fiorente mercato illecito dietro la copertura di una anonima rivendita di auto. Da lì, come dei veri manager, coordinavano tutti i movimenti, prendevano gli appuntamenti con i “clienti” - solitamente presso la medesima ditta a Porto Sant’Elpidio o a Civitanova Marche - e concordavano il quantitativo di sostanza stupefacente da vendere. Subito dopo i corrieri dell’organizzazione prelevavano lo stupefacente dai depositi ubicati in varie cittadine marchigiane e provvedevano a consegnarlo ai vari acquirenti.
La cocaina proveniva dal Nord-Europa, principalmente Belgio e Olanda, dove veniva caricata su autovetture dotate di doppiofondo e trasportata a Civitanova Marche (MC). L’organizzazione criminale aveva pensato a tutto. I capi avevano individuato come corrieri internazionali un altro albanese e la compagna, entrambi incensurati, da anni residenti sul territorio italiano, ai quali avevano costruito una vita parallela fittizia per giustificare i frequenti viaggi verso il Nord-Europa. Avevano preso in affitto una casa ad Aquisgrana (Germania), cittadina vicina ai confini di Belgio e Olanda, fornendo ai corrieri il denaro per aprire conti correnti in filiali locali e acquistare le autovetture utilizzate per i trasporti illeciti, da immatricolare nel Paese tedesco. Il modus operandi era sempre lo stesso. I capi dell’organizzazione contattavano i corrieri, che da Civitanova Marche partivano immediatamente per Aquisgrana (Germania). Da lì iniziava l’attesa per effettuare il carico di stupefacente, pochi giorni nella maggior parte dei casi, dopodiché arrivava il via libera. La destinazione era sempre diversa: Bruxelles, Anversa, Rotterdam, Amsterdam, tutte facilmente raggiungibili dalla cittadina tedesca. Gli indirizzi venivano comunicati dai capi organizzazione, tramite telefoni criptati, solo nell’immediatezza dell’approvvigionamento di droga. Nel corso delle indagini sono stati arrestati 8 corrieri, sequestrati oltre 50 kg di cocaina e ricostruiti traffici, in poco più di un anno, per oltre 700 kg. tra cocaina e hashish, per un giro d’affari complessivo, al dettaglio, pari a circa 35 milioni di euro.
Restante territorio regionale
"Sebbene nel semestre in esame non vi siano stati episodi di rilievo, nel corso degli anni le investigazioni hanno consentito di appurare come lo spaccio di droga costituisca la principale attività illecita perpetrata sia da sodalizi stranieri, sia dalla criminalità presente nel territorio marchigiano. Al riguardo, nell’ambito dell’operazione ‘Cento Fiori’, il 12 novembre 2022, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 19 nigeriani, ritenuti responsabili di spaccio di stupefacenti all’interno di un parco pubblico nel centro di Pesaro. Sempre nello specifico settore, la Polizia di Stato ha tratto in arresto: ad Ascoli Piceno il 30 ottobre 2022 un soggetto trovato in possesso di 14 kg. di hashish, e a Macerata il 26 novembre 2022 un marocchino, anch’egli trovato con 1 kg. dello stesso stupefacente".
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