Una sentenza della Cassazione depositata il 21 settembre 2022 (la numero 34895) aveva rischiato di provocare non pochi danni all'utilizzo delle intercettazioni.
In sostanza secondo gli ermellini, nell'ambito di un procedimento per Camorra, avevano stabilito che alcune intercettazioni erano illegittime e quindi inutilizzabili.
Motivo?
Queste intercettazioni erano state disposte secondo il regime più “largo” previsto per i “delitti di criminalità organizzata” rispetto a quelli comuni. Tuttavia il reato contestato dalla procura non era l’associazione mafiosa (articolo 416-bis del codice penale), ma “solo” un reato (nello specifico un omicidio) ad aggravante mafiosa, cioè commesso “al fine di agevolare” l’organizzazione o “avvalendosi delle condizioni” da essa create (articolo 416-bis.1).
E quindi, nel caso di specie, l’intercettazione (ambientale) andava autorizzata dal gip secondo il regime classico e più restrittivo.
Dato che l'interpretazione della Corte di Cassazione può essere applicata come "standard" anche ad altri casi, questa sentenza rischiava di far saltare anche altri processi per mafia: il pericolo era che saltasse il sistema del “doppio binario” che distingue la disciplina dei reati di criminalità organizzata da quella dei reati comuni.
Per risolvere il problema il governo è dovuto obbligatoriamente correre ai ripari 'scavalcando' il ministro Carlo Nordio che dall'inizio del suo dicastero ha ripetuto come un mantra che le intercettazioni andavano ridotte.
In uno dei due decreti-legge all’esame del Consiglio dei ministri si è quindi "allegata” la disposizione delle intercettazioni su tutta una serie di reati, tentati o consumati, che vanno a braccetto con la criminalità organizzata. Si tratta del traffico illecito di rifiuti, i sequestri di persona con fine estorsivo, il terrorismo e, ovviamente, tutte quelle fattispecie aggravate dal metodo mafioso. Il cdm ha anche approvato la creazione di un archivio centralizzato per conservare le captazioni disposte dai pm, con delle infrastrutture digitali interdistrettuali. Una decisione che va incontro a tutti gli operatori che hanno lamentato la difficoltà nella gestione dei dati dovute anche all’obsolescenza o alla scarsità delle attuali infrastrutture. Il progetto è stato finanziato con 43 milioni per il 2023 e 50 milioni per il 2024-2025. L’organizzazione e sorveglianza sull’attività di ascolto resterà nelle mani dei procuratori della Repubblica.
La risposta del Governo c'è stata ma manca ancora una risposta per quanto riguarda i reati di concussione, corruzione e peculato: reati che, come aveva già più volte spiegato il procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, sono reati che "vanno a braccetto con certa mafia e con certa politica".
Le intercettazioni riguardo a questi reati resteranno oppure verranno affossate con ennesimo colpo di mano?
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