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Chiesa spagnola: oltre 900 casi di abuso da parte di sacerdoti

Uno dei più gravi e inquietanti fenomeni della cultura moderna è rappresentato dalla tendenza di alcune frange estremiste del pensiero progressista occidentale a giustificare o addirittura non condannare la pedofilia.

La decima Giornata Mondiale contro la tratta, svoltasi domenica scorsa, il 30 luglio, è passata inosservata, senza ricevere l'attenzione mediatica e la risonanza che spesso vengono riservate ad altre ricorrenze più superficiali e meno significative. Questo evento annuale dovrebbe invece essere oggetto di maggiore considerazione, poiché affronta un tema di estrema importanza e drammaticità: la tratta di esseri umani, di cui i bambini sono le vittime più colpite.

Inquietante e scioccante è il triste spettacolo dei decenni che passano, mentre l'Europa si afferma sempre più come epicentro mondiale della pedopornografia e le lobby pedofile continuano la loro vergognosa e criminale avanzata. Eppure, in mezzo a tutto questo, il record vergognoso dell'Italia nel turismo pedofilo rimane inalterato, quasi intoccabile.

Le cifre sono sconcertanti e parlano da sole: secondo l'ONU, il 50% delle vittime è sfruttato nel traffico a scopo sessuale e il 38% è costretto a lavori forzati. Le donne rappresentano il 46% delle vittime e le ragazze il 19%, ma ancor più allarmante è l'aumento esponenziale dei bambini, il cui numero è triplicato negli ultimi 15 anni, così come quello dei ragazzi, cresciuto di cinque volte.

Soprattutto il web, i social e le moderne piattaforme di messaggistica stanno consolidando nuovi traffici criminali e rappresentano autostrade per le reti criminali transnazionali.

Telegram è divenuto un covo infame, disseminato di canali che istigano alla diffusione di materiale sessualmente esplicito, persino di natura pedofila, promuovendo addirittura lo stupro all'interno delle famiglie. Senza tregua alcuna, vogliamo affrontare il tema dell'omertà complice e totale che permea la situazione che si sviluppa da un anno e mezzo in Ucraina.

Karolina Wierzbińska, coordinatrice di Homo Faber, un’organizzazione per i diritti umani con sede a Lublino, in Polonia, racconta di aver visto bambini mandati da soli da genitori disperati per incontrare parenti o amici oltre il confine ucraino ma arrivati senza nessuno ad aspettarli. "Questo è ovviamente estremamente angosciante, trovi bambini che vagano da soli nelle stazioni, disorientati e, nei casi peggiori, scompaiono. Questo sfortunatamente non è un caso ipotetico, è già successo" racconta la Wierzbińska.

Uno scenario prospettato anche da Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef in Italia, che si sta adoperando proprio per salvare migliaia di minori e avverte: "Da mesi cerchiamo di mettere in guardia dai rischi e quello principale è una catastrofe umanitaria, che riguarda soprattutto i bambini. Fino a qualche settimana fa temevano un esodo di 5 milioni di persone in fuga, ora la cifra delle agenzie internazionali è già salita a 7,5 milioni e dopo tre settimane di conflitto siamo a 2,5 milioni. La metà sono bambine e bambini: purtroppo prevediamo una delle crisi maggiori degli ultimi 50 o 70 anni. Servono aiuti, serve accoglienza, ma attenzione alle associazioni a cui ci si rivolge. Ne stanno fiorendo a decine e alcune potrebbero non avere esperienza o personale per gestire i bambini profughi, oppure nel peggiore dei casi potrebbero in qualche modo agevolare un traffico di esseri umani, in questo caso bambini".

È questo il volto del commercio di esseri umani che viene perpetrato senza scrupoli anche attraverso il web.

Anche l'ultima 'novità' in ambito tecnologico, l'intelligenza artificiale, ha il suo lato oscuro.

Il suo avvento potrebbe aumentare sempre più i rischi per i bambini: "I produttori di pedopornografia sono già all’opera per la produzione di materiale (video e foto) con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale – ha denunciato nelle scorse settimane l'associazione Meter - il materiale prodotto, già immesso nel dark web e deep web ed è a disposizione dei pedofili". Si hanno già conferme “che l’AI permette di realizzare 'false rappresentazioni' di abusi sui bambini e così immetterli nel mercato pedocriminale – ha dichiarato don Fortunato Di Noto - ciò non toglie che l’AI apporterà vantaggi per l’umanità, ma da più parti emerge l’allarme per l’utilizzo improprio con conseguenze negative provocando sempre più problemi a danno della stessa specie umana e non solo".

Chiesa Spagnola: più di 900 le vittime di abusi
La Chiesa spagnola ha presentato il suo primo documento sugli abusi sessuali subiti da minori e compiuti da rappresentanti del clero: nel rapporto, intitolato 'Per fare luce', sono state raccolte le testimonianze di 927 persone. I racconti delle vittime vanno dal 1945 alla fine del 2022. Durante una conferenza stampa José Gabriel Vera Beorlegui, responsabile della comunicazione della Conferenza episcopale spagnola (Cee), ha detto che le 927 vittime hanno accusato 728 membri della Chiesa, "in maggioranza sacerdoti".

Si spiega poi che il 47 per cento si è verificato in ambito scolastico (scuole, istituti, aule, cortili, spogliatoi, palestre); il 15 per cento in ambito parrocchiale (parrocchia o chiesa); il 15 per cento in seminari o convitti e il 7 per cento nelle aree dedicate al tempo libero, durante escursioni, campeggi o pellegrinaggi. Il resto è distribuito in luoghi come case famiglia, case religiose o in automobile. Nel rapporto c’è scritto che gli abusi sono stati commessi al 99 per cento da uomini. La maggior parte di loro (cioè 378, pari al 52 per cento) sono sacerdoti. Tra i sacerdoti che sono stati accusati, il 63,5 per cento è morto. Tra le vittime, l’82,6 per cento sono maschi e il 17,4 per cento sono femmine.

Tuttavia non è ancora stato chiarito quanti risarcimenti la Chiesa spagnola ha riconosciuto a queste vittime né cosa intenda fare con le denunce ricevute. Un’altra questione che non è stata affrontata sono le accuse contro i vescovi che hanno coperto, messo a tacere o insabbiato i casi di pedofilia nelle loro diocesi. I conteggi del quotidiano El País dicono che sono più di 40: alcuni sono ancora vivi e occupano posizioni importanti all’interno della stessa Cee.

La Conferenza episcopale spagnola più di un anno fa aveva anche commissionato un’indagine indipendente a uno studio legale spagnolo: non è ancora stata consegnata, ma è stato già anticipato che i casi di pedofilia raccolti sono più di 4 mila.

Caso particolarmente significativo è stato quello pubblicato da El País: era emerso dal diario del gesuita Alfonso Pedrajas, missionario spagnolo in Bolivia morto nel 2009, che quest'ultimo aveva ammesso di aver abusato di almeno 85 minorenni.

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