Ieri l'intervista sulle pagine de Il Fatto Quotidiano
"Rischiamo di tornare indietro di 31 anni, a prima delle grandi intuizioni investigative, sociali e politiche del pool antimafia. Rischiamo si torni alla sottovalutazione del fenomeno mafioso e dei suoi ambienti collaterali che inquinano la nostra democrazia". Lo dice, in un'intervista al Fatto Quotidiano, l'ex magistrato Vittorio Teresi, oggi presidente del Centro studi "Paolo e Rita Borsellino". Nell'anniversario della strage di via D'Amelio "ci sarà un corteo che arriverà a via D'Amelio, composto da giovani, sindacati e altre realtà che hanno prodotto un documento che noi abbiamo condiviso", spiega. I politici "non sono mai stati invitati, quando sono venuti lo hanno fatto a titolo personale, perché sanno che non troveranno un palco e un microfono. Chi vuol venire, si adegua". Per le polemiche sulla legislazione antimafia c'è "un clima che mi preoccupa a prescindere dall'anniversario, come ex magistrato e cittadino, perché si stanno abbassando le difese nei confronti della mafia. Non si ha idea della sua attuale pericolosità. L'attacco alla mafia, oggi più di prima, passa dalla finanza, da misure che controllino questi settori. Il concorso esterno esiste nel codice penale, chi dice il contrario non sa di che parla o è in malafede. Ed è proprio il concorso esterno a controllare questo versante, come quello politico, i fiancheggiatori. Smantellarlo sarebbe un fortissimo segnale, anche solo dirlo fa esaltare la mafia". Oggi, dell'insegnamento di Paolo Borsellino "è rimasto un dato fondamentale: l'impegno antimafia è un sentimento soggettivo, a prescindere da posizioni sociali e politiche - conclude -. È tutto riassumibile nella capacità di saper sentire quel 'puzzo del compromesso morale'".
Foto © Emanuele Di Stefano
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