Brancaccio, periferia est di Palermo: il quartiere ex regno dei fratelli Graviano, i boss (da decenni al 41 bis) nel gotha di Cosa Nostra stragista, lo steso quartiere dove il 15 settembre del ’93 veniva ucciso Padre Puglisi. Ma Brancaccio è, proprio perchè terra di confine, il quartiere del riscatto sociale, dove diverse iniziative, ormai da tanto tempo , cercano di restituire la meritata dignità di cittadini ai suoi abitanti. I problemi restano, resta il disagio di una periferia per troppo tempo avulsa da una progettazione urbanistica, scollegata dal centro città e mancante dei servizi di base.
E’ in questo contesto che nasce l’APS (associazione di promozione sociale “Terre Buone”) per iniziativa di due persone che credono fortemente nel recupero sociale del quartiere, che lo vivono e quindi ne conoscono bene i limiti ma anche le enormi potenzialità.
Giuseppe Russo, Pino, uno dei fondatori dell’APS, da bambino ha giocato per le strade del quartiere, crescendo ha maturato un interesse per l’impegno politico che oggi ha riversato tutto in questa iniziativa.
- La vostra associazione ha come “elemento base”, come strumento educativo, la lavorazione dell’argilla… perchè questa scelta?
Per far sì che l’argilla si trasformi in manufatto occorre seguire delle regole..questo è il primo input che diamo ai nostri bambini. Questo regole diventano la metafora del vivere in una società civile: per fare cose buone occorre condividere delle regole e rispettarle.
All’inizio questa approccio non viene subito capito - manca anche una certa educazione ad alcuni argomenti - ma noi facciamo in modo di trovare dei ganci che stuzzicano la loro immaginazione..e la cosa funziona, pian piano i bambini si incuriosiscono e si appassionano all’argilla e alla sua lavorazione. Chiaramente la nostra azione cerchiamo di estenderla ai genitori, con un preciso intento educativo-pedagogico, e agli stessi chiediamo di partecipare ai laboratori che realizziamo.
L’orgoglio per noi è di poter restituite l’immagine, all’esterno, di un’altra Brancaccio, di un quartiere in cui non c’è solo criminalità(più o meno organizzata!) : qua si sconta purtroppo il pesante prezzo di politiche sbagliate, per non dire volutamente assenti, che hanno reso nei decenni questo quartiere la periferia delle periferie!
La nostra è una scommessa che sentiamo di poter vincere, e la posta in gioco è la legalità, o meglio, l’educazione alla stessa. Non è solo un progetto educativo, è qualcosa di più, di più profondo anche...
Per avere una società migliore servono regole condivise e rispettate: uno slogan semplice quanto rivoluzionario , da questo assunto partiamo e a questo vogliamo portare i nostri ragazzi…
Manuela Gullo è la partner di Pino Russo in questa iniziativa. Formazione e studi artistici alle spalle, si occupa della conduzione tecnica dei laboratori.
- Manuela, cosa ti ha appassionato, e continua a farlo, di questo progetto?
Sicuramente la possibilità di stare a contatto con i giovani, cosa che amo. Sono madre di tre figli, quindi con una vita e degli impegni già importanti, ma ciononostante per me il tempo trascorso qui è un tempo preziosissimo. In generale aiutare gli altri mi fa stare bene, mi rende felice, lo faccio con gioia..Vedere crescere i bambini nei piccoli progetti è un qualcosa che mi dà in maniera diretta il senso di quello che stiamo facendo: superato il primo imbarazzo, pian piano i ragazzi si aprono e cominciano a darci fiducia ed è in questo momento che avviene qualcosa di magico potremmo dire.
Il contesto è quel che è e lo sappiamo bene, come altre zone della città d’altronde, ma il fatto di rispettare chi ti sta davanti induce lo stesso a restituirti la gentilezza in qualche modo, e questo forse è il mio personalissimo piccolo segreto. L’argilla ha una grande caratteristica: pensi ad un progetto, ad un manufatto, ma poi rimescoli tutto per dar vita a qualcosa che con l’idea iniziale non ha nulla a che vedere..è qualcosa di veramente inspiegabile ma è anche l’aspetto più bello ed intricante di questa materia.
Va chiarito che sia Pino che Manuela sono praticamente due volontari , cittadini che interpretano questo loro volontariato sia come un darsi agli altri che come un’azione politica nel senso più profondo e bello del termine. Ed è grazie a persone come loro, che a Brancaccio per fortuna non sono le sole, che si può pensare ad un futuro diverso per questo quartiere, un futuro in cui, seppur nella difficoltà “strutturali” diciamo così, la convinceva all’insegna delle regole di civiltà e legalità è possibile.
Termino questo mio incontro rivolgendo un’ultima domanda a Pino Russo, domanda che lì per lì mi sembra fin po’ scontata, forse banale, ma che a invece a pensarci un po’ meglio è la domanda che va fatta.
- Pino, mi avete raccontato in maniera esaustiva cosa fate voi per i bambini del quartiere, quindi cosa date agli altri, ma a voi cosa e in che modo ritorna di questo dare/darsi?
Me lo sono sempre chiesto, anche durante i miei trascorsi da volontario in Arciragazzi: l’impegno nel sociale è un qualcosa che mi riempie nel profondo, in maniera intima direi. C’è un altro aspetto ed è quello che io imparo costantemente tante cose , soprattutto nelle dinamiche di confronto con i ragazzi ed i bambini, anche nei confronti naturalmente duri e più aspri alla fine ne esco con un bagaglio di conoscenze sotto il profilo personale e umano non indifferente e che costituiscono un vero e proprio tesoro nella mia attività di educatore.
Che dire se non che possiamo solo augurare a Pino, a Manuela e a tutto il quartiere di costruire uno spazio di legalità che venga messo a sistema, che quello che questi volontari fanno all’interno di pochi metri quadri abbia un effetto dirompente e si propaghi in tutta Brancaccio. Le Istituzioni, a partire da quella cittadina, per loro conto, dovrebbero intanto porre sempre più attenzione alle periferie della città e , attraverso servizi e collegamenti, avvicinarle sempre più al centro della città.

''APS Terre Buone'': a Brancaccio la legalità si insegna con la ceramica ed il saper fare
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- Alberto Castiglione