La nuova ipotesi del pool dell’Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata
Rose-Ann Scrocco, italo-americana, nome di battaglia "Lucia": è lei la donna ritratta sull'identikit (rinvenuto in un archivio dei carabinieri di Firenze) e notata da un testimone nei pressi del luogo della strage di via dei Georgofili nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993?
A fare il suo nome è l'indagine firmata dal pool di consulenti dell’Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata che il "QN/Quotidiano Nazionale" - con un articolo a firma di Pietro Mecarozzi e Stefano Brogioni - ha potuto consultare, composto da Giovanni Spinosa, ex magistrato, presidente del Tribunale di Ancona - nonché titolare delle indagini sulla revoca della scorta a Marco Biagi e sui crimini della Uno bianca -, Giorgio Mezzetti, consulente di tribunale, e Stefano Mormile, presidente Associazione parenti vittime Falange Armata e fratello di Umberto, l'educatore carcerario ucciso nel 1990 dalla 'Ndrangheta (omicidio ancora a processo e nel quale sembrerebbero implicati servizi segreti deviati, boss di mafia e Falange Armata).
I verbali visionati erano stati 'dimenticati' e rianalizzati solo di recente dalla Commissione parlamentare antimafia della scorsa legislatura: resi da Vincenzo Barreca, il portiere del condominio di via de' Bardi 56, distante solo cinquecento metri in linea d'aria da via dei Georgofili. Poche ore dopo l'esplosione, Barreca raccontò ai carabinieri di aver visto due uomini con un borsone fermi dinanzi al portone dello stabile, raggiunti "dieci minuti dopo la mezzanotte" da un Mercedes grigio metallizzato e da un veicolo furgonato, un Fiorino di colore bianco. Dall'autovettura, spiegherà Barreca, scese una donna vestita come una hostess. E hostess era anche Scrocco.
Il condizionale, soprattutto quando si parla delle inchieste sulle stragi del '92 - '93 - '94 deve essere sempre rispettato, ma come ha analizzato anche il pool, la carriera criminale della donna è assai ricca: era stata inseguita 15 anni per mezza Europa ma era stata arrestata solo il 16 gennaio 2006 ad Amsterdam, in un ufficio della polizia olandese.
"Ha scelto di consegnarsi in seguito alla pressione intensificata e continua nei suoi confronti" aveva detto il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Ros.
La donna era considerata l'anello di congiunzione tra l'ala più radicale degli anarco-insurrezionalisti e il banditismo sardo dell'anonima sequestri, era ricercata dal 1991 per sequestro di persona a scopo di estorsione e dal 1997 per associazione sovversiva, omicidio e banda armata. Condannata in appello nel 2003 per il sequestro di Mirella Silocchi, rapita nel 1989 e trovata morta nel 1992, Rose Ann Scrocco era stata condannata a scontare una pena di trenta anni di reclusione.
La donna faceva parte della "Orai" (Organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionale), resasi protagonista di sanguinose rapine e attentati. Tra questi, l'autobomba piazzata il 24 agosto del 1989 nel quartiere romano del Prenestino, destinata ad una pattuglia di poliziotti, che invece saltò in aria provocando la morte di un componente dell'organizzazione, Luigi De Blasi, di cui Scrocco era la compagna. Il 21 dicembre del 1990 una tentata rapina in gioielleria finì nel sangue, con l'omicidio di Antonio Lo Feudo. Molte altre rapine furono attribuite, in quegli anni, all'Orai, così come il fallito attentato alla questura di Milano del 14 agosto 1988.
"Secondo i consulenti tecnici della Commissione parlamentare antimafia - spiega Spinosa - l'esplosivo mafioso usato per la strage di via dei Georgofili fu integrato, durante i momenti raccontati dal portiere dello stabile di via de' Bardi, con circa 100 chili di esplosivo di tipo militare, compound B o semtex". E qui rispunta Scrocco, che ai tempi della strage faceva parte di un "consorzio composto da anarco-insurrezionalisti e banditi sardi", che costituiva l'ossatura dell'Orai (Organizzazione rivoluzionaria anarco insurrezionalista). "Nel 1991 in un covo dell'Orai in via Cristoforo Colombo a Roma - aggiunge Spinosa - venne sequestrato un arsenale imponente: documenti falsi, divise da finanziere, innumerevoli detonatori elettrici e a miccia, nonché rotoli di miccia a combustione lenta. La scoperta del covo induce alla clandestinità molti esponenti, fra cui Rose-Ann Scrocco". Scrocco, stando alla ricostruzione, farebbe anche parte dell'universo Falange Armata. E il suo ruolo non si limiterebbe alla strage di via dei Georgofili. "Bisogna fare un passo indietro alle ore 11.20 del 25 maggio - svela l'ex magistrato -, trentasette ore prima della scena descritta dal portiere di via de' Bardi e undici giorni dopo l'attentato a Maurizio Costanzo. I falangisti, a sorpresa, nella rivendicazione affermano la presenza di una militante nella fase operativa dell'azione contro Costanzo".
L'inchiesta ora al vaglio a Milano
Questa scoperta, scrive il "QN - Quotidiano Nazionale", fa parte di un'inchiesta adesso al vaglio del procuratore capo di Milano, Marcello Viola che riguarda la stagione delle stragi nel nostro Paese e sul ruolo della Falange Armata, l'organizzazione terroristica venuta alla ribalta nei primi anni Novanta, che ha rivendicato numerosi omicidi e stragi (tra cui quella dei Georgofili), e nella quale sarebbero confluiti gli interessi di criminalità organizzata, anarchici e servizi deviati.
A unire tutti i punti ci sono poi le rivendicazioni falangiste per la strage fiorentina. "Oltre a due 'canonici' comunicati, alle 12.40 il centralino dell'Ansa di Cagliari riceve un ulteriore avviso: 'Codice 766321. Qui parla il gruppo Falange Armata - 17 novembre. Rivendichiamo l'attentato a Firenze, con 70 chili di semtex, un esplosivo'", ha detto Spinosa. Cos'è la cellula 17 novembre? Chi ne faceva parte? Si tratta di un gruppo di estrema sinistra greco responsabile di innumerevoli omicidi ai danni di cittadini ellenici e statunitensi, fra cui agenti della Cia e autorità diplomatiche, che in Italia aveva trovato alleati strategici. "Falange Armata - 17 novembre e i movimenti anarco-insurrezionalisti sardi-ellenici confluivano sotto il cappello dell'Orai, di cui Rose-Ann Scrocco era un membro di spicco". Forte è inoltre la somiglianza tra l'identikit della morettina vista in via de' Bardi e i tratti somatici della Scrocco. "In particolare, si ritrova in entrambe la forma delle sopracciglia, quella del naso e della bocca, l'attaccatura dei capelli che è inclinata sulle tempie, la forma del mento visto di prospetto, che risulta tondeggiante, e la forma degli occhi e il loro colore", conclude Spinosa. Il portiere parla anche di "una donna, di aspetto giovanile, dall'apparente età di 25/30 anni". All'epoca la Scrocco aveva 31 anni.
Il rapporto del Sisde
Di una donna coi capelli a caschetto, soprannominata "Cipollina", parla anche un’informativa del Sisde successiva alle stragi del 1993: la descrive come un’esponente di una struttura terroristica, composta da ex appartenenti a Gladio, con un ruolo attivo nelle stragi attribuite a Cosa nostra.
La possibile presenza di donne nella strategia stragista è sempre stato un punto di grande interesse per gli investigatori: d’altronde in un corposo documento, una sorta di manuale sull’arruolamento di personale esterno utile alle operazioni coperte, denominato esplicitamente “La ricerca occulta”, esiste un riferimento specifico alle donne che “possono essere utilmente impiegate per compiti particolari”.
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