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Tra i premiati anche Luca Tescaroli e Angelo Corbo

"Siamo orgogliose di accogliere la studentessa afghana Negin Ahmadi, scappata da Kabul e arrivata in Italia nel corso dei tragici mesi successivi all'agosto del 2021, e nel pomeriggio, per il conferimento dei Premi Renata Fonte. Tra i premiati alcune straordinarie donne afghane giunte in Italia grazie alla Rete umanitaria della società civile creata dalla giornalista Rai Maria Grazia Mazzola, che sarà con noi per l'intera giornata".
Così Maria Luisa Toto, presidente del Centro antiviolenza Renata Fonte di Lecce, ha annunciato la premiazione avvenuta nell'ambito della Festa della Legalità sul tema "La libertà di abitare il mondo". Al mattino c'è stato l'appuntamento nella Sala Conferenze dell'Università del Salento, in collaborazione con lo stesso ateneo, e nel pomeriggio la cerimonia del Premio Renata Fonte, dal titolo "Alzare lo sguardo", che per il primo anno si terrà a Palazzo dei Celestini, in collaborazione con la Provincia di Lecce. La Festa della Legalità si è aperta con i saluti, tra gli altri, di Maria Grazia Mazzola, inviata speciale Tg1 e fondatrice della Rete umanitaria della società civile, di Maria Antonietta Aiello, prorettrice Università del Salento, dell'arcivescovo mons. Michele Seccia e di Vittoria Tola, responsabile nazionale UDI-Unione Donne in Italia.
Il "Renata Fonte" quest'anno ha premiato, Razia Ehsani, giornalista del direttivo Afghanistan Women's Political Participation Network di Kabul, Batool Haidari, psicologa e sessuologa del direttivo Afghanistan Women's Political Participation Network di Kabul; Sediqa Mushtaq, ex componente della Camera del Commercio nazionale delle donne afghane direttivo Afghanistan Women's Political Participation Network di Kabul; Nesa Mohammadi, ostetrica, del direttivo Afghanistan Women's Political Participation Network di Kabul; Giovanna Foglia, del trust Nel nome della Donna; Paola Povero, consigliera della Provincia di Lecce con delega alla cultura e alle pari opportunità; Luca Tescaroli, procuratore della Repubblica aggiunto e coordinatore della DDA Di Firenze; Angelo Corbo, ispettore capo in quiescenza della Polizia di Stato, agente di scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci, Medaglia d'oro al valor civile, Medaglia d'oro vittima del terrorismo.
In particolare Luca Tescaroli è stato premiato con la seguente motivazione: "Esperto conoscitore delle mafie italiane e internazionali, per l’esemplare rettitudine con cui ha costantemente onorato la Toga e il suo impegno in magistratura senza piegarsi ai poteri forti da quando giovane pm ha approfondito la verità sulla strage di Capaci e sul complesso sistema mafioso in cui era maturata. Oggi Procuratore aggiunto della Repubblica di Firenze, coordinatore della DDA, titolare delle delicate indagini sui cosiddetti «mandanti esterni» delle stragi del ’93: Via dei Georgofili, Via Palestro, alle Chiese di Roma di San Giovanni in Laterano e di San Giorgio al Velabro.
Per lui, la ricerca della verità non discende solo da un obbligo giuridico ma rappresenta il dovere della memoria delle vittime innocenti e del pericolo generato per la democrazia, dalla coscienza critica e morale della società civile, perché senza verità non c'è giustizia". Corbo invece è stato premiato con questa motivazione: "Per aver scelto di portare avanti, a partire da quel drammatico 23 maggio 1992, una battaglia per la legalità e la difesa della democrazia, testimoniando soprattutto alle nuove generazioni la sua vicenda professionale ed umana, contrastando in questomodo la cultura mafiosa e quella cultura della collusione che si annida nei luoghi grigi dell'informalità, dell'indifferenza, dell'acquiescenza danni a piccole e grandi violenze. Per non essersi mai arreso e aver perseguito costantemente in tutti questi anni la ricerca della verità su quanto accaduto in quel drammatico pomeriggio che ha cambiato la storia del Paese, mettendo a fuoco nel suo libro "Strage di Capaci. Paradossi, omissioni e altre dimenticanze" aspetti ancora oscuri della strage di Capaci e della protezione di Giovanni Falcone ("era la speranza per la Sicilia, facevo la scorta ad un fantasma che camminava"). Il magistero di una conoscenza civile che ancora oggi lo spinge ad affermare: "far parte di quella scorta significava doversi donare completamente a quell'idea di giustizia, di voglia di cambiare la terra dove vivevo e dove io sono nato. La speranza, la chimera, che aiutare Falcone nella sua vita di magistrato e di uomo dello Stato significasse poter donare una vita migliore a noi stessi. Falcone era la speranza".
Infine, come ogni anno, ci sono stati gli interventi delle scuole del territorio che in collaborazione con il Centro antiviolenza Renata Fonte promuovono un percorso di pensiero e riflessione sui temi della legalità, violenza di genere, della differenza di genere: l'Istituto comprensivo di Novoli, con "Sono Emanuela Loi", azione performativa con accompagnamento musical; l'Istituto comprensivo statale di Andrano con il video "Il primo giorno di primavera", video e gli interventi dei sindaci dei consigli comunali dei ragazzi di Andrano-Castiglione, Diso-Marittima e Spongano; l'Istituto secondario superiore "Francesco Calasso" di Lecce con "La violenza di genere nell'adolescenza", interventi e letture di Vittoria Bove, Filippo Mazzotta, Karola Rollo.

L'associazione "Donne insieme" onlus nasce nel 1998 e crea nello stesso anno un centro antiviolenza intitolato a Renata Fonte, l'assessora alla cultura del Comune di Nardò (in provincia di Lecce) brutalmente assassinata nel 1984 con tre colpi di pistola mentre rientrava a casa dopo la conclusione di un consiglio comunale, per essersi opposta fieramente alla lottizzazione e cementificazione del territorio di Porto Selvaggio, difendendo e salvando un ambiente di rara bellezza dalla speculazione e dalla distruzione. Renata Fonte viene riconosciuta nel 2002, dalla Commissione del Dipartimento Affari civili del ministero dell'Interno "vittima di criminalità mafiosa", grazie anche all'impegno di Alfredo Mantovano all'epoca sottosegretario dell'Interno.
In 25 anni di attività il centro antiviolenza ha registrato 7255 accessi, per circa l'85% da parte di donne italiane e il 15% da donne di altra nazionalità. Dall'anno della sua nascita il centro antiviolenza organizza la Festa della Legalità, ideata dal Procuratore Nazionale Antimafia Piero Luigi Vigna, occasione per riflettere sulla necessità di coltivare un'etica nei comportamenti quotidiani per vivere in modo civile i rapporti umani e sociali.
Nel corso di questi anni tra le personalità alle quali è stato assegnato il Premio si ricordano, oltre allo stesso Vigna, Cataldo Motta, procuratore capo della Repubblica; Clara Collarile, direttore generale del Dipartimento Pari Opportunità Presidenza del Consiglio dei Ministri; Luisa Cavallo, dirigente del Centro Nautico Sommozzatori di La Spezia, Polizia di Stato; Tiziana Terribile, primo dirigente della Polizia di Stato; la parlamentare Livia Turco; Elisabetta Rosi magistrato Corte Costituzionale; Patrizia De Rose, capo Dipartimento Pari Opportunità; Linda Laura Sabbadini, statistica ed editoralista, già dirigente del Dipartimento Politiche sociali e ambientali, Istat, attuale direttrice del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell'informazione statistica; Roberta Serdoz, giornalista Rai; il Movimento MaBasta; il presidente di Fondazione Pangea Luca Lopresti; la consigliera di Parità supplente Serenella Molendini; il Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero de Raho. A partire dal 2012 il centro ha avviato una intensa attività di ricerca in collaborazione con l'Università del Salento di cui è responsabile scientifica Sara Invitto, ricercatrice di psicologia generale, che grazie ai risultati raggiunti e i riconoscimenti ottenuti si configura come vera e propria best practice.

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