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Insegnanti antimafia: "Maldestro tentativo politico contro la libertà, situazioni simili non si ripetano in futuro"

Non accenna a diminuire l’indignazione provocata dalle manganellate che la polizia ha inferto ai danni di numerosi studenti e manifestanti che il 23 maggio scorso, in occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci, hanno manifestato pacificamente in direzione dell’Albero Falcone. Così, in una lettera aperta, ottanta docenti delle scuole si sono schierati a fianco dei vari studenti e manifestanti antimafia coinvolti, ammonendo per questo l’azione aggressiva in seno alle forze di polizia. Soprattutto, un appello accorato che gli insegnanti hanno rivolto alle autorità affinché possano fare ammenda sulle scelte e sulle azioni che hanno segnato negativamente una giornata che dovrebbe unire nella giustizia e non dividere attraverso la repressione e l’intolleranza. Invitando le autorità ad inviare le forze di polizia contro i veri delinquenti, gli insegnanti hanno ricordato che “il 23 maggio 2023 a Palermo, forse per la prima volta nella storia delle manifestazioni antimafia, ad un gruppo di cittadini, tra cui molti studenti e studentesse della scuola secondaria superiore e dell'Università, sindacalisti, membri di varie associazioni del terzo settore, comuni cittadini e cittadine non è stato consentito di esprimere liberamente, così come previsto dal primo comma del'art. 21 della Costituzione, il loro punto di vista in merito al pericolo di infiltrazioni mafiose in luoghi decisionali del nostro Paese e alla nuova pericolosissima fase di 'sommersione' delle mafie”.
Gli insegnanti che hanno firmato la lettera aperta hanno dimostrato di saper andare ben oltre il ‘semplice’ ruolo di educatori, ma anche di cittadini attivi e capaci di lanciare un segnale importante che chiede di analizzare quanto accaduto il 23 maggio scorso, soprattutto affinché situazioni simili non si ripetano in futuro. I docenti firmatari che svolgono anche attività educativa antimafia nel contesto del No Mafia Memorial e in molti altri ambiti utili ad incentivare i giovani a sviluppare un pensiero critico, hanno anche ribadito il proprio “sdegno e disappunto” nato da un chiaro e “maldestro tentativo politico che ha costretto le forze di polizia ad intervenire contro gruppi e associazioni che, in maniera pacifica e con semplici creazioni satiriche, hanno provato a far riflettere su alcuni comportamenti politici”. E ancora: “Immaginiamo che a nessuno piaccia essere criticato, ma una classe politica che non affronti il libero diritto alla critica da parte dei propri cittadini, non possiede la maturità necessaria per guidare una comunità sia essa locale, regionale o nazionale. I giovani che ieri hanno trovato la strada sbarrata - hanno proseguito gli insegnanti - non hanno ben compreso perchè lo Stato li abbia considerati non come la cura per cambiare e sradicare la società ancora mafiogena in cui viviamo, ma come la malattia da trattare con durezza perché pericolosa per la stessa classe politica. Questo può generare in loro un senso di frustrazione che potrebbe inasprire il conflitto e indebolire la partecipazione non-violenta alla vita civile. Se c’è un nemico che dobbiamo combattere non è il pluralismo dentro la società civile - hanno ribadito -, ma la presenza di sacche di mafiosità diffuse dentro un paese che non riesce a investire le proprie risorse ed energie migliori contro il suo vero nemico: la mafia e i suoi intermediari, sempre pronti a tradire la propria comunità in nome di interessi loschi e criminali". Descrivendo i danni provocati il 23 maggio scorso come ferite che richiedono la cura delle istituzioni attraverso una “vera partecipazione”, i docenti firmatari hanno ricordato che “la libertà di espressione ha consentito il superamento delle omertà e delle paure e ha dato al Paese tanti risultati nella lotta alle mafie. Il ricordo della Strage del 23 maggio è sempre stato vissuto dalla città, con ragazzi e ragazze in prima linea, come uno spazio finalmente liberato dallo strapotere delle mafie, dopo gli anni terribili delle stragi. Uno spazio - hanno concluso - non solo di commemorazione, ma anche di gioia e di entusiasmo per tutto quello che ancora le nuove generazioni possono immaginare e costruire”.

Fonte: Agi

Foto © Pietro Calligaris

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