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Nel giorno della strage di Capaci, la Commissione Antimafia si insedia ed elegge il proprio presidente. Si tratta di Chiara Colosimo, l'esponente di Fratelli d'Italia ipoteticamente vicina all'ex terrorista nero dei Nar Luigi Ciavardini.

Contro la sua elezione era stato rivolto un appello anche dai familiari delle vittime che avevano rivolto un appello alle forze politiche perché non la votassero. Ma Fdi non ha cambiato linea e ha portato avanti la sua candidatura con il sostegno degli alleati. Facendo affidamento sui numeri: i componenti della Bicamerale sono 50 e il centrodestra può contare su 30 voti. Anche se lei, a dire la verità, è stata eletta con 29 preferenze, per via dell'assenza di Valeria Sudano della Lega per motivi familiari.

Anche Libera, l'associazione di Don Ciotti, aveva già espresso dubbi su Chiara Colosimo, ora si dice "contrariata" per la sua elezione perché "si profilano ambiguità e ombre capaci di minare la credibilità e la fiducia assoluta di cui deve godere" il presidente di questa Commissione.

"L'elezione di Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia, rappresenta un segnale dei tempi, di questa stagione di normalizzazione di restaurazione. Sembra normale a questa maggioranza che possa essere candidata una persona che ha a che fare con Ciavardini, condannato per la strage di Bologna, che sia normale imporre la sua candidatura anche se i parenti delle vittime delle stragi di mafia hanno espresso il loro sdegno, che sia normale imporla nonostante tutte le forze di opposizione abbiano invitato la maggioranza ad un nome alternativo. Noi abbiamo voluto dire non è normale, non ci stiamo" ha detto il senatore del M5S, Roberto Scarpinato al termine dell'elezione. "Bisogna tenere una linea di decenza istituzionale - ha aggiunto - la credibilità dello Stato si salva proponendo persone credibili".

A Otto e Mezzo anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, ha espresso forti commenti: "È deleterio che questo governo abbia impiegato otto mesi per nominare la commissione antimafia. Abbiamo scritto quella lettera al Governo perché di Chiara Colosimo sono note le frequentazioni con il terrorista dei Nar Luigi Ciavardini e l'amicizia con la moglie. Per una commissione antimafia che dovrebbe essere al di sopra delle parti è una cosa che non accettiamo, come abbiamo scritto nella lettera per esprimere il nostro rammarico verso questo tipo di scelta. Quello che fa più male è che siamo stati completamente ignorati. Siamo i famigliari delle vittime di mafia, non siamo nessuno". "Si parla di destra e di sinistra facendola sembrare una scelta politica quando, invece, si dovrebbe parlare di mafia e antimafia. La mia non è una pregiudiziale perché Colosimo è di destra, tant'è vero che ho proposto, anche se non ufficialmente, di nominare per quel ruolo Carolina Varchi, con la quale ho un ottimo rapporto e che ha la stessa estrazione politica di Colosimo. Siamo cresciuti nella gioventù di destra, alla quale apparteneva anche mio fratello. Nella commissione c'è anche Roberto Scarpinato, che sarebbe stato sicuramente un nome ben diverso per la presidenza di un organo antimafia. Per correttezza costituzionale il nome dovrebbe essere condiviso e così non è stato”.

"Non sono solito giudicare dalle etichette ma dai fatti. Aspetto quelli. Viste le sue frequentazioni e i rapporti con Luigi Ciavardini, però, le prospettive non sono delle migliori. Non è la migliore prospettiva di imparzialità, si troverà a indagare anche sui contatti tra eversione nera e mafia e le partecipazioni alle stragi di elementi dell'eversione nera. Ribadisco, non è la migliore prospettiva e il fatto che la scelta, già nell'aria, avvenga in questa giornata non è un segno positivo".

“Speriamo che la commissione Antimafia riesca a fare il proprio lavoro - ha detto Salvatore Borsellino all’Adnkronos - e che Colosimo non si lasci condizionare dalle sue frequentazioni. Ribadisco: sono abituato a giudicare dai fatti e non mi resta che aspettare quelli". Il fatto che l'appello dei familiari delle vittime di mafia non sia stato ascoltato la offende? "Di cose del genere ne accadono tante, spesso le cose che diciamo non vengano ascoltate, talvolta vengono persino oscurate - dice il fondatore delle Agende Rosse -. Per quanto mi riguarda per me è stato un colpo più duro la sentenza della Cassazione sulla trattativa Stato-mafia, sentire che lo Stato assolve, per non aver commesso il fatto, chi non nega che la trattativa sia esistita ma la legittima e dice che non è un reato per funzionari dello Stato trattare con la mafia. Questo è sicuramente un colpo più duro".

Foto © Imagoeconomica

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