Era il 22 febbraio scorso quando il presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ricordato con parole toccanti Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, l'ambasciatore e il Carabiniere che gli faceva da scorta uccisi in un agguato nelle Repubblica democratica del Congo presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma (sei congolesi sono stati condannati all’ergastolo nel loro Paese).
Eppure nonostante gli accorati appelli il Governo non si è ancora costituito parte civile nel processo a carico di due funzionari del Pam (Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite), accusati di omissioni nell’organizzazione del viaggio, “per negligenza, imprudenza e imperizia, ogni cautela idonea a tutelare l’integrità fisica dei partecipanti alla missione” di quel 22 febbraio 2021. Quando la Procura ha iscritto i due funzionari è stato sollevato un problema di immunità, che però il pm Sergio Colaiocco ha escluso, anche se a decidere in ultima istanza sarà il giudice a decidere.
La Fao, come riportato dal 'Fatto' intanto non ha voluto sentire ragioni: nella “nota verbale” del 30 luglio 2021, la Fao riferisce su quello che descrivono come un “grave incidente” avvenuto l’8 giugno 2021 a Roma quando uno dei due funzionari è stato interrogato dal pm. Convocato come persona informata sui fatti, la sua posizione si è trasformata in indagato. “L’organizzazione – riporta la nota del 30 luglio 2021 – ha l’onore di richiamare lo status giuridico del Pam quale organo congiunto e sussidiario della Fao e le Nazioni Unite, i privilegi e immunità che il programma e i propri funzionari godono…”. Si spiega poi che il Pam ha acconsentito che il dipendente “venisse sentito esclusivamente sulla base di una cooperazione volontaria e senza pregiudizio alcune a dette immunità…”. Nella nota si esprime “seria preoccupazione” per l’iniziativa della Procura, a loro detta “in evidente violazione degli accordi fra il Pam e le autorità italiane”. E poi si aggiunge: “Il mancato rispetto da parte del pm di detti accordi rischia di nuocere a una lunga e positiva tradizione di cooperazione e sostegno reciproco fra Fao, Pam e governo italiano”.
L'udienza preliminare è in programma per il prossimo 25 maggio.
Il perché del ritardo di Palazzo Chigi ancora non si conosce ma è indubbio che questo processo avrà delle conseguenze anche sul piano diplomatico.
Conseguenze che forse il Governo vorrebbe 'evitare', magari con 'un'assenza'.
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