Ospiti della commemorazione Mattarella, Di Matteo, Arcidiacono, Mondani e altri
Senza memoria e giovani generazioni sono i due protagonisti del programma di iniziative nei giorni in cui si ricorda la strage dei Georgofili a Firenze. Eventi marcati dalla presenza di rappresentanti delle istituzioni e della società civile che hanno partecipato alla conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, in cui sono stati illustrati i tanti appuntamenti di un mese ricco di iniziative organizzate a più mani. “La strage dei Georgofili fu un momento drammatico per Firenze, in cui la città e la Regione si resero conto che la mafia era in mezzo a noi – ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Coltivare la memoria vuol dire suscitare nella società civile e soprattutto nei giovani un impegno a stare vicino a chi lotta, a chi prova a ricostruire la verità, a chi si adopera per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata”. Durante la presentazione del programma Giani ha raccontato il proprio ricordo di quella notte, allora assessore comunale da tre mesi alla mobilità a Firenze. Fu tra i primi amministratori ad essere avvertiti. Scene terrificanti, volti insanguinati, fiamme, palazzi distrutti, i dubbi sull'origine dell'esplosione, nelle prime ore attribuita ad una fuga di gas per poi velocemente farsi strada la drammatica certezza di un attentato portato a compimento con un'autobomba. “Non ci può essere futuro – ha concluso Giani - senza solide fondamenta costruite sul senso e il culto della legalità, come base di ogni processo economico, interelazione tra pubblico e privato, formazione per chi è chiamato ad assumere ruoli di responsabilità. Con un gioco di squadra possiamo ottenere risultati”. A seguire è intervenuto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “C'è bisogno di un investimento culturale per costruire anticorpi all'illegalità”. “Quella di quest'anno non è una ricorrenza banale”, ha detto l'assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo. 30 anni fa quelle bombe “hanno colpito più città in Italia, segnando la storia della Repubblica. Altrove si è smesso presto di ricordare: noi non vogliamo dimenticare. Ricordare ed attualizzare questa ricorrenza per noi è fondamentale, così come trasmettere ai giovani un principio condiviso sulla legalità, il valore delle istituzioni e dello Stato e il valore della solidarietà”. “Per questo – ha aggiunto - abbiamo messo in campo, non solo in questa occasione, una serie sistematica di azioni tese a sottolineare e ad implementare il valore della cultura della legalità come elemento di formazione”. “La memoria è fatta di narrazione (e dunque di libri, di mostre e di pubblicazioni) – ha proseguito Ciuoffo - ma è importante che ci sia anche dibattito e sollecitazione, che non manca tra le iniziative messe in campo”.
Ha parlato di “dovere”, invece, l'assessora alla legalità del Comune di Firenze, Maria Federica Giuliani. Dovere di “mantenere viva la memoria”. E per fare ciò “vogliamo sensibilizzare soprattutto quei giovani che quando Firenze venne sventrata dalle bombe e imbrattata dal sangue di troppi innocenti non erano neppure nati – ha aggiunto -. Quest'anno abbiamo deciso così, come città, di intitolare una sala della biblioteca delle Oblate a Dario Capolicchio, lo studente di Sarzana rimasto ucciso assieme alla famiglia Nencioni nello scoppio della bomba. Dedicheremo a lui e alla presidente dell'associazione dei familiari Giovanna Maggiani Chelli, scomparsa alcuni anni fa, uno spazio dove tanti studenti studiano ogni giorno. Sono due esempi di come la città vive, anche con il cuore, il ricordo di una strage che l'ha vista succube della mafia ma poi capace di reagire con forza, grazie anche ad un grande magistrato quale è stato Gabriele Chelazzi, per il cui merito si è arrivata a condanne”. La memoria è fatta di momenti di commemorazione e di altri che richiedono verità per provare a dissipare le tante ombre che circondano l'attentato.
“Perché non si ripetano certi episodi occorre inserire degli antidoti nella società – ha sottolineato Daniele Gabrielli dell'associazione “Tra i familiari delle vittime” - e dobbiamo ringraziare la Regione e gli enti locali che ci sono sempre stati vicini in questi trent'anni”. “Cerchiamo di creare antidoti – ha aggiunto - con azioni di sensibilizzazione, rivolte soprattutto alle scuole. E poi ci sono i dibattiti, alcuni a Firenze ed altri a San Casciano in Val di Pesa (comune di cui era originaria la famiglia Nencioni, uccisa dalla bomba della mafia ndr), dove con molta libertà e con giornalisti e studiosi cerchiamo di ragionare sulle piste utili alla ricerca della verità sulle bombe del 1992 e 1993”. Due su tutti: l'appuntamento al teatro Niccolini di San Casciano in Val di Pesa la sera del 25 maggio, con Pietro Grasso, il colonnello dei Ros Lucio Arcidiacono e Daniela Chironi, e il dibattito del 27 maggio pomeriggio al Teatro La Compagnia a Firenze, di nuovo con Grasso, i procuratori Nicolosi e Crini, i giornalisti Bellavia, Mondani e Pinotti. “La recente sentenza della Cassazione sulla trattativa Stato-mafia potrebbe aver chiuso un capitolo - risponde Gabrielli alle domande dei giornalisti -, ma permane comunque sempre una differenza tra verità giudiziaria, spesso difficile, e verità storica. Non occorre cedere al complottismo, ma la ricerca della verità è un problema non solo giudiziario ma anche storico”. “Noi – ha aggiunto Sandro Matteini, anche lui dell'associazione “Tra i familiari delle vittime” - continuiamo a fare memoria proprio per arrivare ad una piena verità. Vorremmo che il fumo su quegli anni e sui mandanti ' morali' dell'attentato si dissolvesse del tutto. E naturalmente siamo contenti della presenza del presidente Mattarella il 27 maggio”. Una presenza importante, come le parole sul terrorismo pronunciate le settimane scorse. Il presidente della Repubblica sarà il 27 maggio a Firenze per partecipare ad un'iniziativa sul trentennale dei Georgofili organizzata dall'amministrazione giudiziaria.
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di Saverio Lodato