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Coordinamento lavoratori del porfido accusati di terrorizzare la comunità. Walter Ferrari: “Facciamo informazione”

Lona Lases, epicentro del processo sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel settore dell'estrazione del porfido, andrà alle urne il prossimo 21 maggio, ma la sola lista presente è una: “Insieme per Lona Lases”.
A guidarla è Pasquale Borgomeo, ex poliziotto in pensione spinto a candidarsi dal commissario straordinario che dal novembre 2022 guida il comune Alberto Francini.
A candidarsi insieme a Borgomeo ci sono nove persone e tra queste c’è Paolo Molinari (nipote del titolare della Trento Porfidi) che alla stampa locale ha dichiarato che la mafia a Lona Lases non c’è.
È stata una candidatura (quella di Borgomeo ndr) tirata fuori da un cilindro” - ha detto a questo giornale Walter Ferrari, portavoce del Coordinamento dei lavoratori del porfido - “nella quale hanno pescato le mani” alcuni esponenti della destra e che “non pare rappresenti le forze politiche. Noi in consiglio provinciale abbiamo detto che in qualche modo mostrino vicinanza a Lona Lases ma nessuno si è degnato di venire. C’è stata questa manovra di palazzo da cui è uscito il nome di Borgomeo e una lista da personaggi sconosciuti a Lona Lases” ha detto Walter.
“È una manovra sopra la testa di tutta la comunità locale che tende a deludere i problemi posti dall’inchiesta Perfido che investono pesantemente non solo il settore del porfido - condizioni di lavoro e affari fatti dalle aziende con soggetti ora a processo - ma anche la gestione di Lona Lases".
Ricordiamo che il paese è l'epicentro di un processo che è arrivato già a due sentenze - una di primo grado e una di primo e secondo grado - che hanno stabilito che a Lona Lases ci fosse “una specifica struttura criminale locale, dotata di autonomia organizzativa e decisionale, con stretti collegamenti con la cosca di origine”.
La struttura criminale emersa dal processo unisce ‘ndranghetisti, imprenditori e politici in una commistione tra pubblico e privato, a partire dal settore del porfido.
È sempre Walter a lanciare l’allarme: si deve fare “chiarezza su cosa è successo dentro la macchina amministrativa del comune, e sul perché un comune, che aveva le cave di porfido e che doveva essere abbastanza ricco, si ritrova ad essere un comune che non ha le entrate neanche per pagare i dipendenti comunali”.
Ad opporsi alla lista presentata è l'ex sindaco Vigilio Valentini, membro del Coordinamento Lavoro Porfido.
Secondo Valentini la lista che si presenta oggi alle elezioni è antidemocratica: “Borgomeo vuole fare il commissario con un consiglio comunale? Che vantaggi può portare un sindaco del genere?”. Un ragionamento che faceva, prima della presentazione della lista, anche Marco Galvagni, segretario comunale: “Io sono contrario a parlare di mancanza di un sindaco, come se potesse riassumere in sé tutto: mancano un consiglio comunale, assessori, persone che partecipano alla vita amministrativa e non siano semplicemente dei membri a supporto del sindaco di turno”.
Sembra un paradosso, ma il candidato Paolo Molinari, dopo aver affermato che la mafia non c’è, ha dichiarato anche che il Coordinamento nel corso degli anni, ha terrorizzato il territorio. “Andando in procura e chiamando qui Morra (ex presidente della commissione nazionale antimafia ndr) hanno ucciso la comunità – ha affermato al quotidiano locale “Il T” – i 5 stelle vadano al Sud a indagare, dove la mafia c’è davvero”.
Walter, sentito al telefono, ha ribattuto dichiarando che “noi come Coordinamento abbiamo adottato la linea del silenzio. Ci accusano di essere quelli che condizionano la comunità di Lona Lases nell’eventuale ‘non – voto’ a questa lista o nell’esprimere dissenso in merito a questa proposta elettorale.
Noi facciamo informazione. Siamo stati presenti alle presentazioni della lista ma senza avanzare critiche”. “Noi interverremo –
ha aggiunto – ma solo alla fine, cioè quando ci sarà l’ultimo dibattito elettorale la prossima settimana il 17 maggio”. A sostenere pubblicamente la lista c’è anche Enzo Anesi, socio dell’impresa di porfido “Anesi s.r.l.” con il 25% delle quote. Una società, oggi in liquidazione, di cui era amministratore unico – e oggi liquidatore – Mario Giuseppe Nania, considerato dai pm della procura di Trento uno dei bracci armati della locale di ‘Ndrangheta. Nania è imputato nel filone principale nel processo ‘Perfido’, il cui dibattimento è iniziato a fine marzo 2023.
Nania era già stato condannato nel 2019 a sei anni e 3 mila euro di multa in primo grado (confermata poi in Appello) con l’accusa di aver costretto cinque dipendenti a dichiarare, tramite sottoscrizione, di avere ricevuto uno stipendio mai percepito dietro minaccia di licenziamento.

Foto © Imagoeconomica

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