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Amici o nemici? Angoscia, terrore e ansia ma anche divertimento e ironia, che siano buoni o cattivi queste creature immaginarie sanno come catturare sempre la nostra attenzione: occorre chiarire che non stiamo parlando degli alieni, creature nobilissime, vere o no, che riempiono da sempre il nostro immaginario di spettatori e lettori, ma dei 70 deputati della Assemblea Regionale Siciliana. In questa nuova Assemblea in carica da circa sei mesi,  la presenza media di ogni singolo deputato in aula è di circa 5 ore settimanali, in sintesi (ma non troppo) documenti finanziari esclusi, in questa nuova legislatura la nostra Assemblea non ha prodotto nessuna legge, proprio nessuna. E dire che le emergenze, ormai decennali, non mancano, dire che i problemi di questa nostra Sicilia da affrontare sarebbero innumerevoli e che riguardano tantissime persone. Il Presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, dopo una conferenza stampa in cui si sono resi noti i “risultati” di questi primi sei mesi di Governo, ha dichiarato laconicamente: “Ci sono dati positivo, ma anche elementi negativi. Siamo qui per fare una operazione verità e anche un po’ di autocritica”. Lontani dal voler fare del facile populismo, si potrebbe scrivere un intero libro su ciascuna delle singole parole messe insieme dal Presidente dell’ARS. Una astronave che fluttua in uno spazio tutto suo, questa è l’immagine di Assemblea e Governo regionali: lontani, distanti anni luce dai veri problemi che attanagliano l’isola, lontanissimi dalle riforme attese ormai da decenni. Ad esempio, concentriamo per un attimo la nostra attenzione sulla “riforma delle riforme”: quella del comparto forestale che, badate bene, non è soltanto un problema occupazionale ma riguarda, e da vicino, la cura e la tutela dell’ambiente unico della nostra Sicilia. 16.000 i forestali siciliani, per stabilizzare i quali occorrerebbero  circa 238 milioni di euro in più, mentre i 70 efficientissimi deputati regionali ce ne costano 133,5 milioni di euro, assemblea che nei primi sei mesi non ha prodotto neanche una legge.
Proprio quello del comparto forestale sarebbe uno dei settori che, per ovvie ragioni, dovrebbe diventare strategico in Sicilia, per le caratteristiche considerato il patrimonio ambientale che madre natura ci ha donato.
Tonino Russo è il Segr. Gen. della Flai Cgil Sicilia, sigla sindacale che si occupa del settore agroindustriale siciliano.

Mancanza di programmazione, volontà (o forse convenienza) politica , quali sono le ragioni per cui la riforma forestale rimane lettera morta da decenni ormai?
Chiediamo ormai da decenni, come sindacato, la riforma di un settore così importante per la nostra regione. I cambiamenti climatici hanno determinato il fatto che è indispensabile un intervento sul territorio e sulla tutela del nostro patrimonio ambientale: sono due, da questo punto di vista, i principali problemi della Sicilia, il primo che è una regione ad alto rischio di desertificazione( quindi il problema dell’acqua) ed il secondo il problema degli incendi che devastano ettari ed ettari di macchia verde ogni anno. Basterebbero già queste due criticità a capire quanto sia importante metter mano ad una riforma del genere. Occorre piantare nuovi alberi, unico modo per regimentare le acque e salvaguardare il territorio mettendolo in sicurezza anche da frane e rischi idrogeologici. Occorre al contempo pianificare un vasto ed efficace piano  antincendio, in sinergia con le Università magari. Stabilizzare tuti i lavoratori che ormai da 30 anni sono precari e che hanno una età media alta e al contempo agevolare un turn over che permetta l’ingresso di nuove forze, più giovani, un ricambio generazionale che possa evitare di far perdere esperienza e tanta conoscenza.
Una agricoltura che guardi all’ambiente, al territorio e alla salute dei cittadini: ma tutto ciò passa inevitabilmente attraverso un progetto, una pianificazione ed una idea di agricoltura appunto. Tutto realizzabile, ma serve l’uomo per far questo, servono i lavoratori specializzati per farlo. La Regione Sicilia è chiamata ad investire risorse, deve farlo perché l’ambiente attiene alla pubblica amministrazione e non al privato,  per il bene della nostra terra bellissima e la felicità dei suoi abitanti.

Forse potremmo davvero essere tacciati di far del populismo spicciolo, di restituire una visione troppo semplicistica dello stato delle cose, forse dovremmo anche interrogarci su chi scegliamo al momento del voto e nel segreto dell’urna elettorale, tutto maledettamente vero! Ma altrettanto vero è che i nostri eccellentissimi politici dovrebbero, perché delegati da chi li ha votati e fatti eleggere, occuparsi del bene e delle prospettive di crescita della regione(in questo caso) che rappresentano, occuparsi delle riforme come quella forestale e delle decine di emergenze che rischiano di soffocare la Sicilia. Non vorremo che, come nel celebre film del 1956 “L’invasione degli ultracorpi” in cui gli abitanti di una piccola cittadina vengono sostituiti da duplicati alieni durante il sonno, dovessimo un giorno anche noi siciliani accorgerci di essere diventati tutti alieni in balia di una astronave che ne comanda e determina le vite…

Foto © Imagoeconomica

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