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"Ho parlato di questo argomento ma in maniera tranquilla con il promotore di giustizia. Le mie parole sono state strumentalizzate per fare titoli di giornale e per infangare e questo mi dispiace. Non ho mai accusato direttamente Giovanni Paolo II di pedofilia e sfido chiunque a dire il contrario". È quanto ha affermato Pietro Orlandi, intervistato ieri sera a "Quarto Grado", sulle parole forti che gli sono state contestate in questi giorni su papa Wojtyla. “Papa Francesco ha detto al promotore di giustizia che lui non vuole fare sconti a nessuno e che vuole analizzare tutto. Sa che c'era quest'audio di questa persona che accusava Giovanni Paolo II che circola dal 9 dicembre e nessuno dal 9 dicembre si è mai indignato. Ho ritenuto opportuno riportare l'audio senza i famosi bip al promotore di giustizia, ho chiesto di ascoltarlo solo al fine di poter approfondire meglio". Sul suo colloquio-fiume in Vaticano col promotore di giustizia Alessandro Diddi, Pietro Orlandi ha detto che “quelle otto ore non mi hanno pesato affatto perché io avevo una grande voglia di raccontare e di dire tutte le cose che per tanto tempo avrei voluto dire. Mi hanno dato massima libertà, ho riscontrato una forte volontà a fare chiarezza. Il promotore di giustizia Alessandro Diddi mi ha detto che ha avuto carta bianca da Papa Francesco e dal Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin per indagare a 360 gradi senza fare sconti a nessuno". E sulla chat - documento tra i più recenti, delle conversazioni di persone vicine a Papa Francesco che fanno riferimento al caso Orlandi, "in quell'occasione ho fatto i nomi delle persone coinvolte in quelle chat e anche cosa mi hanno detto queste persone fuori dalle chat. Ho spiegato a cosa si riferissero le chat e tutta la situazione. Loro hanno trascritto tutto quello che ho detto, ho parlato di queste cose, ho anche approfondito molto la questione dell'incontro con il magistrato Capaldo". Secondo il fratello di Emanuela Orlandi, gli inquirenti vaticani non privilegiano una pista rispetto ad altre, ma "sono aperti a tutte le piste che ho indicato io. Approfondiranno tutte le piste, andranno ascoltate le persone coinvolte nella chat altrimenti il mio colloquio non avrebbe avuto senso". "Mi hanno fatto capire che stanno indagando da tempo perché non sono stato il primo a essere stato ascoltato - ha proseguito -. Mi hanno fatto capire che stanno lavorando da tanto tempo, hanno trovato anche dei documenti dell'epoca. Mi hanno detto che lavoreranno molto all'interno del Vaticano ma che dovranno ascoltare anche persone esterne. E io per questo mi aspetto l'aiuto di Francesco Lo Voi da parte della Procura e anche della prossima commissione parlamentare che è stata incardinata e che quindi in un paio di settimana dovrebbe andare in Aula". "La sensazione - ha aggiunto Pietro Orlandi a proposito dell'indagine aperta dal promotore di giustizia - è che le loro indagini puntino molto all'interno del Vaticano. Quando Diddi parla di sopravalutazione della banda della Magliana mi trova d'accordo perché anche io penso che De Pedis abbia avuto solo un ruolo di manovalanza. Da quello che ho percepito penso che loro siano convinti che ci possano essere delle responsabilità interne. Non devono esistere nel 2023 persone intoccabili, non devono esserci".

Foto © Imagoeconomica

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