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Cosa nostra organizzò un attentato per uccidere il giudice Carlo Palermo, e invece l’autobomba travolse Barbara Rizzo e i suoi gemellini di sei anni, Giuseppe e Salvatore Asta. È la più misteriosa di tutte le stragi eseguite da Cosa Nostra: Carlo Palermo era appena arrivato a Trapani, venne sfrattato dalla base di Birgi ed andò ad abitare in una zona isolata, una villetta a Bonagia dove i mafiosi avrebbero potuto ucciderlo senza problemi. Invece Riina volle un gesto eclatante per colpire quel magistrato che a Trento aveva indagato su droga, traffici d’armi e sulle connessioni fra mafia, politica e servizi deviati. Che segnale doveva essere dato?”.
Così il procuratore di Trapani Gabriele Paci in un’intervista a Salvo Palazzolo pubblicata su ‘Repubblica’ ha parlato della Strage di Pizzolungo e di quei “misteri impenetrabili” tanto legati a Trapani, una città che, secondo Paci, “non è più la città di un tempo dove ad ogni angolo di strada si sentiva l’alito della mafia. Ma restano gravi problemi: ad esempio, non ho trovato nessun processo per usura. Ben strano in un periodo di crisi economica. Restano poche anche le denunce per estorsione”.
Il motivo, ha detto il magistrato, sarebbe da attribuire a “certe resistenze culturali, che spesso sono gravi quanto le collusioni. Per questo continuiamo, con l’Anm locale, ad organizzare incontri nelle scuole, per ribadire che i cittadini, a cominciare dai giovani, devono avere fiducia nello Stato”.
Paci ha ricordato che il processo per la strage di Pizzolungo “è stato possibile grazie al racconto di una donna coraggiosa, la figlia del capomafia palermitano Vincenzo Galatolo. Giovanna, per amore di sua figlia, ruppe i rapporti con la sua famiglia accusando anche il padre delle peggiori atrocità. E credo che ancora una volta saranno le donne a segnare il cambiamento, anche a Trapani. Nella città dove non si segnalano fenomeni di usura ed estorsioni, si denunciano invece tante violenze in famiglia. Segno che ora ci si affida alle istituzioni, e non ad altri”.
Tuttavia gli sforzi di chi mira a renderle sempre più credibili non vengono adeguatamente supportati: “Gli adempimenti burocratici sono aumentati a dismisura, da ultimo  con la legge Cartabia, una riforma epocale entrata in vigore con l’espressa previsione ‘nessun onere finanziario aggiuntivo per lo Stato’, quindi senza alcun incremento di risorse per gli uffici”. “Solo qualche esempio - ha detto il procuratore - i sistemi informatici non sono stati aggiornati alle nuove disposizioni, allo stato il digitale non sostituisce ma si aggiunge al cartaceo, quindi sono raddoppiati gli adempimenti, aumentati i costi mentre le risorse a disposizione sono rimaste invariate.  Va detto poi che la transizione storica verso il processo penale telematico viene affrontata con pochissimi operatori, nessuno dei quali in possesso di qualifica informatica. La documentazione degli atti mediante videoregistrazione richiede ben più capienti e costosi supporti digitali. Risultato: nel giro di pochi mesi rischiamo di esaurire il budget assegnatoci”.
E poi ancora: “All’indomani delle stragi del 1992 c’era una grande attenzione per i problemi di tutti gli uffici giudiziari siciliani. Oggi manca addirittura la figura del dirigente amministrativo, ragione questa che impone ai  procuratori di occuparsi quotidianamente di tutti gli aspetti amministrativi dell’ufficio, sottraendo tempo all’impulso ed al coordinamento dell’attività giudiziaria”.

L’assenza di Matteo Messina Denaro al processo a Caltanissetta
Con l’assenza da quell’aula - ha sottolineato Paci - manda un segnale dicendo che non intende riconoscere il processo, men che meno la sentenza. Un segnale inviato al ‘popolo’ di Cosa nostra dopo aver vissuto per anni calpestando le regole basilari dell’ortodossia mafiosa. Sotto questo aspetto, devono fare riflettere le parole rabbiose di Riina, intercettate in carcere contro il suo figlioccio di un tempo: pur al 41 bis, sapeva benissimo che tipo di vita conducesse Matteo Messina Denaro, proiettato ad occuparsi esclusivamente dei suoi affari personali, come oggi emerge, almeno sulla base di quanto leggo sui giornali”, ha concluso Paci.

Fonte: palermo.repubblica.it

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