Pino Finocchiaro ricostruisce la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Reggio Calabria ai danni di Filippone e Giuseppe Graviano
“Onorate società. Ergastolo confermato per Graviano e Filippone”. È il titolo dello speciale di 24 MM, l’approfondimento condotto da Pino Finocchiaro in onda su Rai News24. Ieri l’oggetto dello speciale è stato la recente sentenza della Corte d’Assise d’Appello del processo ‘Ndrangheta stragista con cui sono stati condannati all’ergastolo il capo del mandamento tirrenico della ‘Ndrangheta Roccosanto Filippone e per il boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano. Una sentenza con la quale la Corte, presieduta dal giudice Bruno Muscolo, ha confermato la “sentenza emessa in data 24 luglio 2020 dalla Corte d’Assise di Reggio Calabria”, nei confronti dei due imputati. Ergastolo, dunque, per essere stati i mandanti degli attentati contro i carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi il 18 gennaio 1994, i cui delitti vanno iscritti nella strategia stragista del sistema criminale integrato in cui le mafie storiche rappresentano una “cosa unica” rafforzata da pezzi deviati dello Stato. “Un tema molto delicato - aveva commentato il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, a margine della lettura del dispositivo di sentenza in merito alla “cosa unica” -. Ci sono dei passaggi che vanno fatti ma è prematuro anche comprendere se dato il tempo trascorso ancora ci sono tracce su cui fare un certo tipo di lavoro. Speriamo di si”.
“È la conferma di quello che abbiamo ricevuto a luglio del 2020. È una giornata che io mi aspettavo perché credevo in questa ulteriore condanna - ha detto Bartolomeo Muisicò, carabiniere sopravvissuto a questa strategia eversiva, dopo sentenza emessa dalla Corte -. Penso che il processo non sia finito qui. Penso, e mi auguro, che ci saranno delle conseguenze perché ascoltando tutte le udienze ho intuito che sicuramente ci saranno altri risvolti. Il pensiero va a tutti i colleghi che non ci sono più e non mi riferisco solo a Fava e Garofalo, ma a tutti quelli che purtroppo hanno subito danni seri rimettendoci la vita”.
In aula era presente anche Ivana Fava, orfana di Antonino Fava, la quale ai microfoni di Finocchiaro ha detto: “Non è facile rendersi conto che ho perso un padre e che due uomini sono morti perché rientravano in un disegno di matrice stragista. Colpire lo Stato qualsiasi esso sia il nome o la persona, solo perché rappresenta lo Stato. Pedine o bersagli per un disegno di tipo stragista”.
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