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Nel suo discorso alla camera il leader 5 Stelle punta il dito contro il governo: “Siete la brutta copia del governo Draghi”

Avverto il dovere di denunciare con fermezza”. Con queste parole il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha iniziato il suo discorso alla Camera per elencare “una serie di inadeguatezze” riconducibili al governo Meloni. Dal caso Dalmastro-Donzelli, passando per la ricostruzione “superficiale” del presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla tragedia di Cutro, finendo con le coppie omogenitoriali, Superbonus, Pos, accise e tasse che sono state “abbassate agli evasori con dodici sanatorie e, adesso, probabilmente anche ai ricchi”, Conte, ha definito il governo Meloni “la brutta copia di quello Draghi”.

Parlando di “giravolte”, Conte, ha proseguito il suo discorso fino a toccare quella che lui stesso ha definito “la più preoccupante delle inadeguatezze”: la guerra in Ucraina.

Conte, durante il suo discorso, ha ricordato che le premesse utili per l’avvio di una politica basata sulla diplomazia, quindi, per la risoluzione del conflitto in Ucraina, “sono state tradite prima dal governo Draghi e adesso dal governo Meloni. Le armi inviate in Ucraina - ha proseguito Conte - da difensive, sono diventate sempre più offensive”. E ancora: “Ci state trascinando in guerra nella convinzione di poter ottenere una vittoria militare sulla Russia ignorando, dolosamente, che all’interno di un conflitto scatenato da una potenza nucleare non ci sono vincitori”. Invitando l’intero Parlamento “ad uscire dall'equivoco che questo sia il modo per raggiungere la pace”, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha chiesto al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “fin dove l’Italia si sarebbe spinta nel sostegno armato” promesso al presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Infine, al discorso pronunciato da Conte, mentre Giorgia Meloni è procinto di lasciare l’Aula per recarsi al Quirinale, si è aggiunto anche il discorso del deputato della Lega Alessandro Giglio Vigna. Ad ascoltare dai banchi del governo semivuoti, solo il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il viceministro dell’Economia Maurizio Leo.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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