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"A Roma sta succedendo quello che era prevedibile succedesse. Sono anni che ripeto che è in atto una camorrizzazione di Roma, era inevitabile tutto questo". Sono state queste le parole di Alfonso Sabella, magistrato ed ex assessore alla legalità del comune di Roma all'Adnkronos in merito all'aumento esponenziale dei delitti nella Capitale. "Mi sono accorto di come funzionasse il meccanismo qui già dalla mia prima esperienza a Ostia - ha detto - e poi da assessore in altre zone della città, dove c'erano sacche di territori sottratti al controllo dello Stato. Ho visto come funzionano le piazze di spaccio, un metodo assolutamente sovrapponibile a quelle di Napoli. Da un lato ci troviamo di fronte a una città che è enorme, che non ha delle mafie autoctone in grado di controllarla tutta, ma che ha tutta una serie di gruppi criminali che si sono organizzati secondo metodi mafiosi controllando pezzi della città e sottraendoli al territorio. Di qui a ipotizzare una struttura stile Cosa Nostra su Roma lo vedo poco probabile, mentre molto più verosimile è che si sono creati clan simili a quelli di camorra, con una grande fluidità interna che comporta sangue, morti ammazzati per strada". "Se continuiamo a sottovalutare il fenomeno - ha sottolineato il magistrato - a pensare che ci siano gruppi di criminali occasionali, che è solo un momentaccio, rischiamo di trovarci Roma sempre più simile a realtà come Napoli, dal punto di vista della criminalità organizzata, con dei clan autoctoni che finiranno per contendersi pezzi sempre più grandi di territorio. Sul piano della prevenzione stiamo facendo poco o nulla, vanno distribuite adeguatamente le forze dell'ordine, le forze di Polizia sono poche e Roma è difficilmente controllabile. Terribile il negazionismo romano, si continua a negare la presenza della mafia in città, bisogna accettare il fenomeno, prenderne atto e mettere in campo quello che è necessario per contrastarlo. Facendo così Roma non sta facendo gli anticorpi. E' ancora in tempo per intervenire, ma non si possono sottovalutare i fenomeni mafiosi che stanno albergando in una città dove ci sono tante imprese commerciali e produttive che fanno gola alle mafie del Sud Italia. Bisogna riportare lo Stato nei territori: perché dobbiamo arrivare a essere come la Palermo degli anni '80 e '90 prima di adottare le misure giuste? Abbiamo tutta l'esperienza degli altri, sfruttiamola".

Foto © Imagoeconomica

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