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Il ministro della giustizia Carlo Nordio ha annunciato una prossima visita a Reggio Calabria, per seguire da vicino i passi in avanti del completamento del Palazzo di Giustizia.
La notizia è stata riportata da gnewsonline.it, il quotidiano ufficiale del ministero della Giustizia.
Una prima riunione ha già avuto luogo in via Arenula il pomeriggio del due marzo tra Nordio, il procuratore generale reggino, Gerardo Dominijanni, il presidente delegato della Corte d’Appello, Massimo Gullino; il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Rosario Infantino, accompagnati dall’on. Francesco Cannizzaro. Presenti al colloquio anche il capo del Dog (Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi), Gaetano Campo, e il direttore generale delle Risorse materiali e delle Tecnologie, Massimo Orlando.
Ricordiamo che la prima pietra del nuovo palazzo di giustizia è stata posata quasi vent'anni fa e da allora l'opera non è stata mai completata. Nel 2021 la presidente del tribunale Maria Grazia Arena l’aveva definita “il simbolo del fallimento dello Stato in terra di mafia”.
Il distretto giudiziario reggino vive così da anni un totale stato di abbandono in un territorio dove la 'Ndrangheta spadroneggia.
Come spiegato da Grazia Arena si è costretti a fare i "salti mortali" per celebrare le udienze data la gravissima mancanza di organico e di mezzi a disposizione del distretto giudiziario.
Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, durante la conferenza dello scorso maggio "Traditi, Uccisi, Dimenticati" aveva precisato che manca "la stagione dei gesti concreti e di investimenti di uomini e mezzi. Mantenendo costante, numeroso, visibile il presidio sul territorio. E questo non sta avvenendo". Il contrasto alla mafia, ribadiva allora, è un "termine assolutamente assente nell'agenda politica nazionale".
“Fare antimafia non significa manifestare solidarietà ai magistrati che ricevono minacce più o meno esplicite, più o meno tutti i giorni. Per essere più chiari a noi non servono parole di vicinanza e le chiacchiere a costo zero sono merce scadente".
Non serve sbandierare in eterno delle riforme e poi far "credere che il problema della giustizia siano i magistrati". La lotta alla mafia, aveva detto Lombardo, deve essere fatta, se vuole essere fatta, con "disponibilità illimitate" proprio per dare autorevolezza alla figura dello Stato ed evitare la delegittimazione delle istituzioni, "il più grande favore che si possa fare al sistema mafioso".

Foto © Imagoeconomica

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