La provocazione del padre del poliziotto ucciso: “Quando toglieranno il 41 bis che siamo costretti a vivere noi parenti di vittime di mafia?”
“Mio padre è stato ucciso per mano dei mafiosi dopo appena quattro giorni dall’inizio del programma di protezione ma ci sono ancora molti punti interrogativi sulla sua morte”. Queste le parole che Luana Ilardo, la figlia di Luigi Ilardo, l’ex boss che decise di collaborare con lo Stato per favorire la cattura di Bernardo Provenzano, ha pronunciato durante il suo intervento a “Fuori dal coro”, la trasmissione di Rete 4 condotta dal giornalista Mario Giordano.
Luana Ilardo, infatti, ha sempre sospettato che suo padre sia stato tradito dallo Stato con il quale collaborava. “Mio padre portò per ben tre volte i carabinieri del Ros nel covo di Provenzano ma, gli stessi carabinieri, hanno impiegato undici anni per riuscire ad arrestarlo. Non perdonerò mai quello che gli hanno fatto - ha proseguito Ilardo -; se fosse stato solo Cosa nostra ad ucciderlo, in parte, avrei trovato un po' di pace”.
Presente in studio anche Vincenzo Agostino, padre di Antonio Agostino, il poliziotto ucciso dalla mafia il 5 agosto del 1989 davanti al cancello di casa insieme a sua moglie Ida Castelluccio e al bambino che portava in grembo. Nonostante siano passati quasi 34 anni dall’omicidio del giovane poliziotto, per suo padre, perdura la speranza di riuscire a recuperare gli appunti di suo figlio trafugati da chi si è adoperato per depistare nascondere la verità. “Ho deciso che non mi taglierò la barba fino al giorno della verità - ha spiegato Vincenzo Agostino -. Mio figlio Antonio aveva lasciato un biglietto dove aveva scritto: ‘Se mi succede qualcosa cercate nei documenti presenti nel mio armadio’. Subito dopo la sua morte, delle persone che si sono qualificate come colleghi di mio figlio hanno trafugato la sua abitazione e hanno preso i suoi appunti che ora sono scomparsi”.
Durante il programma condotto dal giornalista Mario Giordano, l’attenzione si è spostata anche sulla vicenda relativa al caso Cospito, l’anarchico che ha avviato lo sciopero della fame per chiedere l’annullamento del carcere duro. Un dibattito che, probabilmente, ha suscitato forti perplessità nell’animo di Vincenzo Agostino che ha affermato: “A noi familiari delle vittime di mafia, quando toglieranno il 41 bis che siamo costretti a vivere?”.
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